Marche in bicicletta da Tolentino all’Abbazia di Fiastra
Il nostro itinerario in bicicletta si svolge in quello che è oggi uno dei cuori pulsanti della nostra industria manifatturiera e artigianale, eccellenza italiana nel mondo intero, la zona delle Marche che ha per epicentro Tolentino.
Attualmente qui sono concentrate alcune tra le migliori aziende per la lavorazione e la creazione di articoli in pelle, non a caso qui si riforniscono di materia prima alcuni dei marchi più famosi al mondo.
Ma questa abilità nella lavorazione arriva da lontano, dai tempi in cui questa zona era al centro di alcune vie di comunicazione importanti, che hanno reso questo lembo di terra ricco,carico di storia, e sarà proprio questa “storia” che incontreremo nella nostra passeggiata in bicicletta.
Il percorso in bicicletta inizia a Tolentino, cittadina di circa 20.000 abitanti,situata lungo la vallata del Chienti, la sua posizione l’ha resa da sempre uno snodo di collegamento tra la zona costiera e quella montana della provincia.E’ una città ricca di storia con un notevole patrimonio artistico. L’edificio più importante di Tolentino è senza dubbio la basilica di San Nicola che, eretta tra il XIII e il XIV secolo, conserva le spoglie del Santo all’interno dell’omonimo Cappellone decorato con uno stupendo ciclo di affreschi dei primi anni del XIV secolo.
Tolentino è stata anche teatro di nel 1815, di quella che viene considerata da molti, la prima battaglia del nostro risorgimento, quello scontro che vide di fronte le truppe napoletane guidate da Gioacchino Murat e le truppe austriache, e che ogni anno da vita alla rievocazione storica della Battaglia di Tolentino.
Dopo aver girovagato per la cittadina, prendiamo la strada per il Castello della Rancia.
Partendo dalla piazza della Libertà di Tolentino ci si dirige verso Macerata. Arrivati a contrada Cisterna si gira a sinistra, verso Cantagallo. Davanti all’Arena si imbocca una strada sterrata che porta verso il Casone. Sulla destra, proprio vicino al cancello parte uno sterrato che, dopo aver attraversato il fosso Rotondo, si ricongiunge alla strada sterrata che porta alla statale 77. Pochi metri prima di arrivare alla statale sulla destra, si imbocca uno sterrato che, passando sotto il cavalcavia della superstrada, porta al Castello della Rancia.
Il Castello sorge sulla riva sinistra del Chienti a soli 7 chilometri dal centro di Tolentino e con le sue mura merlate ed il possente bastione si staglia imponente nella pianura circostante. Il nome del castello deriva dalla quella che era la funzione del nucleo originario dell’edificio nel XII secolo, si trattava infatti di un granaio (grancia) la cui proprietà era dell’abbazia di Fiastra, termine del nostro giro in bicicletta.
La grancia, venne trasformato in fortezza nel 1357, avendo intuito l’allora signore della zona Rodolfo II da Varano di Camerino, l’importanza strategica del luogo. A testimonianza di ciò il lungo elenco di battaglie combattute nelle vicinanze. La fortezza attualmente ospita il museo archeologico Piceno, e merita una sosta con la visita alle strutture interne camminamenti,portici, cappella barocca, per un tuffo in un passato ancora vivo nella rievocazione storica della battaglia risorgimentale.
Riprendiamo le nostre biciclette e uscendo dal castello proseguiamo in direzione della provinciale 77 e dopo averla superata, seguiamo la strada non asfaltata per Contrada Divina Pastora. La strada sale leggermente, per qualche centinaio di metri fino ad incrociare la statale 78 e qui bisogna prestare un po’ di attenzione al traffico. Dopo poco meno di due chilometri si giunge al Parco archeologico di Urbs Salvia, che dista dalla fortezza circa 12 km.
Il parco archeologico di Urbs Salvia è senz’altro il più importante delle Marche ed uno dei più importanti dell’Italia centrale sia per estensione che per lo stato di conservazione dei monumenti . La città, faceva parte del Regium V Picenum, nacque intorno al I secolo a.c. e fu un fiorente centro. La sua posizione non fu casuale, nacque infatti all’incrocio di due importanti vie di comunicazione: quella che univa Fermo a San Severino Marche e quella che conduceva da Ascoli a Osimo.
Persino Dante Alighieri nel XVI canto del Paradiso narra di questa antica città e delle sue antiche vestigia.
Urbs Salvia dopo secoli di splendore fu attaccata e saccheggiata dai Visigoti di Alarico intorno al 410; la città venne gradualmente abbandonata e le sue rovine vennero spesso riutilizzate per la costruzione di centri che vennero successivamente edificati nella zona,in primo luogo Urbisaglia che sorge sul colle antistante alle rovine. L’area archeologica si estende per 40 ettari e si sviluppa dal colle verso l’area pianeggiante. Attraverso un percorso di circa un chilometro si possono visitare gli imponenti e suggestivi monumenti giunti fino a noi, come il serbatoio dell’acquedotto che aveva una capacità di circa 1000m3 o il teatro, che è uno dei più grandi d’Italia e ancora l’anfiteatro che viene ancora utilizzato nei mesi estivi per degli spettacoli di teatro antico e che è uno dei meglio conservati della penisola.
Dopo aver visitato l’anfiteatro, si prosegue sulla strada bianca che passa accanto per circa mezzo chilometro, fino ad arrivare ad un incrocio con una strada asfaltata. Una volta imboccata, la strada salirà per un breve strappo e arrivati in cima si svolta a sinistra, per imboccare una discesa che ci porta all’ Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, che fu costruita dai monaci cistercensi nel 1142.
E’ sicuramente uno dei monasteri dell’ordine meglio conservati in Italia. La storia dell’abbazia inizia quando il signore del luogo, dona il terreno all’abate dell’Abbazia di Chiaravalle di Milano, il quale inviò i monaci che costruirono il complesso utilizzando per larga parte le pietre della vicina città romana di Urbs Salvia.
Una volta costruita l’abbazia i monaci si dedicarono alla bonifi ca ed allo sviluppo agricolo del territorio circostante. Dopo anni di accrescimento l’abbazia a partire dal XIV secolo fu preda di saccheggi e affrontò svariate peripezie fi no a tornare ai monaci cistercensi nel 1985. Dal 1984 l’abbazia ed il territorio limitrofo fanno parte della Riserva Naturale dell’Abbadia di Fiastra, istituita dalla Fondazione Giustiniani Bandini e dalla Regione Marche a tutela dei preziosi beni artistici e naturalistici.
Oltre al complesso dell’abbazia, se avete ancora voglia di pedalare, ci sono alcuni percorsi che vi permetteranno di scoprire i diversi ambienti naturali, come la Selva, una zona di circa 100 ettari, che è il cuore dell’area ed è l’ultimo esempio di una foresta molto estesa che fino al 1700 copriva l’intera fascia collinare della provincia maceratese. Si tratta di un bosco, dove vivono numerosi animali selvatici tra cui il capriolo.
Poi le zone umide del laghetto “Le Vene” e i corsi d’acqua Entogge e Fiastra e infine i campi coltivati, ultimi segni di quella attività agricola portata avanti nei secoli con amore e rispetto dei ritmi della natura dai monaci. Se pedalerete e farete attenzione, sarà possibile ammirare qualche capriolo,qualche volpe o ammirare il volo di qualche sparviero e della civetta..
Se vi sarete fermati all’abbazia, avrete percorso circa 20km, che dovrete ripercorrere in senso inverso per tornare a Tolentino.
Questo viaggio in bicicletta nelle Marche è uno spunto per rivivere alcuni millenni di storia in così pochi chilometri, e per assaporare magari qualcuno di quei piatti della cucina tradizionale marchigiana, come i Vincisgrassi, una sorta di pasta al forno, che si dice sia stata preparata in onore del generale austriaco Windisch Graetz che si era fatto valere nella difesa della città di Ancona contro le truppe napoleoniche nel 1799. Ma come vedete questa è un’altra storia…..
Giordano Roverato