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Val Vigezzo pedalare in una valle incantata
Ad un’ora e mezzo da Milano, c’è una valle conosciuta dagli appassionati di escursioni in montagna e dello sci di fondo, la Val Vigezzo, ma ancora sconosciuta ai più. La valle è anche famosa come la Valle dei Pittori per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, che qui venivano a dipingere i loro quadri, incantati dalla bellezza del paesaggio. È proprio qui che vogliamo portarvi.
La Val Vigezzo, si differenzia dalle altre valli ossolane per la sua particolare orografia, unica in Piemonte: non è infatti una valle percorsa dal corso di un torrente dalla testata allo sbocco, bensì da due torrenti che scorrono in sensi opposti generando un’ampia vallata pianeggiante, un dolce altopiano situato intorno agli 800 metri di quota. Alle due estremità della valle, i torrenti hanno scavato due profonde gole, una che scende fino a Domodossola, in territorio italiano, l’altra che scende fino a Locarno sul Lago Maggiore, in territorio svizzero.
Da Domodossola a Locarno
Il giro che vi proponiamo parte da Domodossola e arriva a Locarno, utilizzando alternativamente il treno, la bicicletta e poi ancora il treno.
La Val Vigezzo è interamente percorsa dalla ferrovia a scartamento ridotto chiamata famigliarmente dagli italiani “Vigezzina” e dagli svizzeri “Centovallina”. In poco più di 52 km supera 83 ponti e 34 gallerie ed è una delle opere rotabili più spettacolari d’Europa, anche se poco conosciuta.
Con il treno preso a Domodossola, saliamo fino a Drougno, dove utilizzando la tessera “vigezzoinbici” potremo noleggiare in stazione le biciclette per poi lasciarle dopo circa 12 km a Re, alla fine della nostra ciclabile, prima di riprendere il treno per Locarno. Una volta imboccata la ciclabile si entra nella “pineta” e velocemente si arriva a Santa Maria Maggiore, il centro più importante della valle che merita una visita.
Santa Maria Maggiore
Nel paese troveremo case e dimore ottocentesche, tutte con il tetto in beole, la pietra di colore grigio utilizzata anche per cucinare sul fuoco. Molte di queste abitazioni presentano elementi architettonici riportati dalla cultura transalpina o affreschi e decorazioni, che sono il frutto dell’emigrazione delle genti della valle che tornando a casa arricchivano le loro case. Ne è un esempio la settecentesca Villa Antonia, che ospita il museo dello spazzacamino, unico in Italia. Il mestiere del fumista era molto diffuso tra i bambini di sei/sette anni, che in dialetto venivano chiamati piccoli “rusca” (lavoratori).
Il museo oltre a raccontare i costumi e i mestieri tradizionali della Val Vigezzo, una valle povera interessata da un forte fenomeno migratorio verso gli stati europei, raccoglie i doni che gli spazzacamini portano da tutta Europa in occasione dell’annuale raduno internazionale che si tiene ogni primo fine settimana di settembre: comignoli in terracotta di varie fogge e misure, stufe d’epoca, vetrate e insegne di vecchie botteghe aperte dagli spazzacamini vigezzini in Olanda o in Germania, fotografie in bianco e nero dei primi anni del Novecento.
Dopo aver visitato il museo e prima di lasciare il paese è d’obbligo una tappa in pasticceria o in uno dei negozi del paese per acquistare uno dei tanti prodotti tipici locali, o magari assaggiare lo “stinchett”, una sfoglia sottilissima di farina e acqua, cotta sulla pietra o su lastre di ferro e condite con il burro e sale. Buonissima!
Curiosità
Una piccola curiosità della val Vigezzo: qui è nato Giovanni Paolo Feminis. Vi chiederete, come ho fatto io, chi sia costui? E’ “l’inventore” di uno dei prodotti più famosi al mondo: l’acqua di Colonia.
Feminís è nato nel 1666 e si era trasferito a Magonza all’età di 22 anni; dopo un soggiorno di qualche anno in questa città, raggiunse Colonia nel 1693 e vi si stabilì dedicandosi al commercio di acque odorose. Fu appunto in questo periodo che egli mise in commercio un’acqua di sua fabbricazione, dapprima detta Mirabile, quindi di Colonia.
Il Santuario della Madonna del Re
Una volta ripresa la pista ciclabile, incontriamo prima “Malesco” e poi “Villette”, due piccoli comuni della valle. La strada supera varie volte il torrente con bellissimi ponti e poi si arriva a Re, conosciuto per la presenza di un grande santuario dedicato alla “Madonna del Re” , eretto a seguito di un miracolo avvenuto nel lontano 1494.
Si racconta che allora era presente un piccolo affresco raffigurante la Madonna che venne colpito da una pietra e iniziò a sanguinare. Re è ultimo comune della valle in territorio italiano, qui lasceremo la bicicletta e riprenderemo il treno per arrivare dopo un percorso di circa 25 km a Locarno.
Centovalli
Il tratto svizzero della ferrovia attraversa il suggestivo territorio di “Centovalli” tra boschi di faggio, corsi d’acqua e montagne dai fianchi frastagliati, superando con ponti spettacolari le cascate del torrente Melezzo.
Una volta arrivati a Locarno bisogna ripercorrere in senso contrario il tratto di ferrovia, e questo ci permette di apprezzare ulteriormente i panorami e ripensare alle storie di vita di una valle nascosta, di un piccolo mondo da scoprire in maniera molto slow. Locarno Domodossola viene effettuato in un ora e mezza.