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Il bikepacking, sì, proprio lui, quello che come avevamo scritto, “potete portarvi la casa dietro e non sentirne il peso”. Proprio così, la differenza tra le borse portabici che si usavano una volta e i moderni accessori chiamati da “bikepacking” è proprio il fatto che oggi è possibile zavorrare il mezzo con borse incredibilmente capaci e capienti, ma che allo stesso tempo limitano al minimo lo stile di pedalata, inficiano di poco l’equilibrio e risultano di impaccio quasi nullo per un movimento che con le vecchie e classiche borse portabici laterali era a dir poco difficoltoso, il pedalare in “piedi sui pedali”.
Inoltre, altra peculiarità degli accessori da bikepacking, è la facilità e la velocità che garantiscono nel prendere gli oggetti contenuti, oggetti che nella maggior parte dei casi si possono far propri senza fermarsi e senza scendere di sella. Insomma, diversamente da quel che crede qualcuno, il bikepacking è tutto tranne che una moda o una trovata di marketing: ingloba una serie di accessori con caratteristiche specifiche, dei quali in un periodo vacanziero come è l’estate ci sembra assolutamente adatto tornare a parlare nel dettaglio.
Borse da agganciare in sei punti
Sul reggisella, sulla sella, sul manubrio, sul tubo superiore, sul “triangolo” principale del telaio, sulla forcella: sono ben sei i punti della bicicletta sui quali è possibile installare le diverse tipologie di borse da bikepacking. Sfruttandole tutte è possibile ottenere una capienza complessiva a prova di grande raid o di avventura epica in sella, ma è chiaro che il giusto equipaggiamento di bikepacking va parametrato alle esigenze, alla durata e alle necessità del proprio viaggio o semplicemente anche della semplice uscita di allenamento quotidiana.
Borse ai lati? Solo in ultima istanza
Come scegliere le borse più adatte da montare? La regola generale, a prescindere dalla durata del viaggio, è sempre quella per cui dovremo privilegiare le borse da posizionare parallelamente rispetto all’asse della bicicletta, perché quelle che meno incidono sullo stile di pedalata, sull’equilibrio e in genere sulle caratteristiche di guida del mezzo. È questo il motivo per cui molte aziende di bikepacking neanche annoverano tra i loro articoli le borse da montare ai lati della forcella. Consideriamo allora queste ultime per esigenze e situazioni particolari, per necessità di carico importanti, viaggi nei quali il materiale da portarsi dietro è tanto e le andature attese sono “rilassate”, tali da limitare al minimo la marcia in “fuorisella”.
Borse a manubrio, solo se…
Seppure in modo diverso, un discorso simile può essere fatto per le borse da posizionare a manubrio: se ben fissate sulla “piega”, in questo caso l’impedimento che possono causare è minimo, ed è così anche quando si procede in piedi sui pedali; ma il peso collocato in alto sull’avantreno è comunque in grado di incidere un poco sulle caratteristiche di guida, in particolare limitare maneggevolezza e “reattività” nelle sterzate. Questo è il motivo per cui quella a manubrio è una borsa che non dovrà mai essere caricata con oggetti pesanti, meglio alloggiarvi articoli leggeri, pur se ingombranti, visto che sul mercato oggi esistono borse a manubrio molto capienti.
Anche in questo caso la buona regola è avvalersi di una borsa a manubrio soprattutto quando si è già provveduto a riempire gli accessori di bikepacking da montare sul “gruppo” di sella (sella e reggisella) e poi sul telaio, visto che in questo caso il peso posizionato sull’avantreno sarà ben bilanciato da quel che è dietro, sul “retrotreno”.
In questo senso una valida alternativa alla borsa a manubrio sono le borse più piccole che si fissano sul corpo dell’attacco manubrio: sono meno capienti, sì, e non a caso vengono di solito utilizzate per posizionare i road book o i dispositivi di navigazione, ma non interferiscono per niente sulle caratteristiche di guida.
Borsa da telaio, un validissimo sostegno
In questa rassegna che esamina gli accessori di bikepacking secondo un ordine che va dal “grande raid” per finire con l’uscita “leggera” il posto successivo è occupato dalle varie soluzioni possibili con ancoraggio a telaio. Anche in questo senso l’offerta attuale è ricchissima, prevede soluzioni di diversa capienza e in questo caso entriamo nell’ambito delle borse in posizione perfettamente parallela all’asse longitudinale della bici, quindi quelli che meno incidono sullo stile di pedalata. Le borse da telaio più conosciute e capienti sono quelle che si fissano con un sistema di fasce a strap al triangolo principale della bici, ossia “riempendo” l’area disegnata dai tre tubi principali del telaio.
Borse di questo tipo hanno un accesso laterale che si può utilizzare anche in marcia ed hanno in genere una capienza notevole, dove possono trovare spazio anche oggetti di un certo peso e di discrete dimensioni. Per utilizzarle è però necessario rimuovere il portaborraccia dalla sua collocazione tradizionale interna al “triangolo”: è esattamente per questo che tutte le moderne gravel bike hanno la predisposizione per il terzo portaborraccia da fissare sotto il tubo diagonale o in certo casi sopra il tubo superiore.
In mancanza di questi, e utilizzando una borsa a telaio, le due alternative possibili per idratarsi sono utilizzare uno zaino idrico oppure una borsa idrica con relativo connettore da fissare sopra il tubo superiore.
Borse da sella, cosa e come metterci
Infine le soluzioni da montare sul “gruppo” sella, ossia su sella e reggisella. Il secondo è di solito il supporto per portapacchi capienti, realizzati in alluminio e sui quali è spesso possibile ancorare borse di dimensioni medie o grandi. Portapacchi di questo tipo sono spesso robusti e allo stesso tempo leggeri e poco soggetti ad oscillare quando si prendono le buche. Certo è che un supporto ancor più valido e stabile è in questo senso quello fornito dalla sella e dal suo telaio, sul quale sono destinate ad agganciarsi delle borse con una capienza decisamente maggiore rispetto alle classiche “borsette” sottosella.
Accessori di questo tipo sono molto validi e stabili, perché sfruttano il doppio supporto costituito dai due tubi del telaio della sella e poi aggiungono l’ulteriore ancoraggio con fascia a strap che da fissare sul “fusto” del reggisella.
Sono di certo la soluzione migliore se si guarda alle interferenze con lo stile di pedalata e sono anche la soluzione ideale per un bikepacking “light”. O se preferite sono il punto di partenza per il bikepacking “impegnato”.