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La strada della Mendola
Per chi ama la natura, l’aria pulita e la tranquillità, il Passo Mendola, che costituisce il confine tra il sud dell’Alto Adige e la Val di Non in Trentino, è una delle mete ideali. La strada che porta sul passo dalla parte altoatesina, superando 17 tornanti ed offrendo un meraviglioso panorama, è soprattutto nota tra gli amanti del ciclismo e della moto. Costruita negli anni tra il 1880 e il 1885, si snoda sotto le pareti rocciose della Costiera della Mendola.
Nel 1885 finita la costruzione della strada, l’antico maso Mendelhof, per secoli presente al passo e di proprietà dei conti Thun, venne trasformato in albergo e stazione termale. Il luogo divenne rapidamente una rinomata meta di villeggiatura molto amata dalla nobiltà di tutta Europa. Qui vi soggiornarono Francesco Giuseppe I d’Asburgo, imperatore d’Austria, e l’imperatrice Elisabetta di Baviera (Sissi) che lo scelse più volte per trascorrervi le vacanze. Perfino il leader indiano Mahatma Gandhi, scelse questo luogo per una sosta.
La funicolare della Mendola
Nel 1903 per rendere più accessibile il passo e con esso le case di villeggiatura, venne inaugurata la Funicolare della Mendola (Mendelbahn). A quell’epoca rappresentò un vero e proprio capolavoro ingegneristico, progettato dall’allora noto ingegnere svizzero Emil Strub. Era la funicolare più lunga del mondo e quella più ripida del continente europeo. Ancora oggi, questa indiscussa attrazione dell’Oltradige è una delle più ripide e più lunghe funicolari di tutta l’Europa. In soli 12 minuti, partendo da S. Antonio, una frazione di Caldaro a pochi chilometri da Bolzano, supera con un tracciato di 2.374 metri, un dislivello di 854 metri e una pendenza del 64%, per arrivare ai 1.363 m s.l.m. a Passo della Mendola.
E proprio dall’arrivo della funicolare parte il nostro giro in e-mtb, che ci porterà alla cima del monte Roen, da dove potremo ammirare il panorama a 360º sulle Dolomiti e le Alpi austriache, la città di Bolzano e la Val d’Adige e la val di Non.
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L’inizio del percorso
Lasciandoci alle spalle la terrazza panoramica della funicolare dopo un centinaio di metri, sulla sinistra, imbocchiamo una strada asfaltata che ci porta in cinque minuti alla partenza degli impianti di risalita campi golf-Mezzavia. Da qui inizia il percorso sterrato. Si risale tutta la pista da sci, poco prima della stazione di arrivo, sulla destra una strada forestale spiana e ci porta al rifugio Mezzavia. Superatolo di qualche centinaio di metri, e possibile fare una piccola deviazione dal percorso principale, per godere la prima delle innumerevoli viste sulla valle dell’Adige.
Il lago di Caldaro
Proprio sotto di noi si vede il lago di Caldaro, il bacino naturale più grande dell’Alto Adige e quello con le acque balneabili più calde di tutte le Alpi. Spostando leggermente lo sguardo si possono ammirare lungo i pendii della montagna una grande quantità di viti. Siamo infatti lungo la weinestrasse dell’Alto Adige, qui grazie al clima mite si produce il famoso Traminer aromatico, ma anche il Pinot bianco e il Sauvignon. Tutte eccellenze vitivinicole che rendono questa zona della provincia dì Bolzano, famosa in tutto il mondo.
La Malga di Romeno
Riprendiamo la nostra pedalata e continuiamo a salire lungo la strada forestale che ci conduce prima a una fontana usata come abbeveratoio e da lì si arriva alla malga di Romeno. La sosta è obbligatoria, la vista spazia sulle cime più alte del Parco nazionale dello Stelvio, e contemporaneamente su tutte le prelibatezze che vengono preparate con ingredienti a chilometro zero.
La salita
Qui bisogna decidere se continuare a salire fino alla cima del Roen o andare al rifugio Oltradige, poco lontano. Decido di salire … Da questo punto in avanti, la mia Bianchi t-tronik a pedalata assistita dà il meglio di sè. Le pendenze diventano davvero importanti e la strada presto si trasforma nel sentiero usato dalle mucche e dai pastori al seguito. Superato il limite dei 2.000 metri di altitudine, gli alberi scompaiono e rimangono i cespugli. Inizia ad aprirsi il panorama, qualche cima appare e scompare, come a giocare a nascondino. Alla fine anche i cespugli lasciano spazio alle distese erbose e la bellezza del panorama toglie più il fiato che la fatica. Ancora poche pedalate e finalmente siamo alla sommità del monte Roen, a 2.116 metri circa.
Il panorama
Intorno a me, la vista spazia a 360 gradi, Dolomiti di Brenta, Adamello Presanella, Vioz, Cevedale, le cime del meranese, tutte le Dolomiti, dallo Sciliar alla Marmolada, passando per il Catinaccio e fino alla val di Fassa. Lo sguardo corre da una cima all’altra nel tentativo di riconoscerle tutte e ripaga della fatica fatta per salire fino a qui. Si fatica, perché anche se uso una bici assistita, arrivare qui è impegnativo, richiede attenzione e un po’ di tecnica.
Dopo essermi riempito gli occhi di tanta bellezza, riprendo la mia t-tronik e inizio la discesa per la stessa strada. Le ruote da 29 mi consentono passaggi azzardati sui sassi e mi lascio andate anche a qualche “salto”. Velocemente ripercorro a ritroso quanto fatto in mattinata, fino ad arrivare al passo della Mendola, dove ancora oggi, malgrado i secoli passati, si respira un pochino di quell’aria imperiale resa celebre dai tanti film della principessa Sissi.