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Nella regione verde d’Europa, con tre Parchi nazionali, un Parco regionale e un’infinità tra oasi, riserve regionali e statali, anche con un’area marina protetta, in autunno, in Abruzzo, perdersi con la vista tra boschi e colori pazzeschi non è difficile. Ecco un paio di idee per una pedalata fra marrone, giallo, rosse e verde.
Val Cervara
Il giro è impegnativo ma, del resto, pedalare con vista su una faggeta spettacolare non è cosa da poco. Ancora più che spettacolare: qui ci sono i faggi più antichi d’Europa, anche con 560 anni d’età. Siamo in Val Cervara, nel territorio di Villavallelonga (Aq) nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. In provincia dell’Aquila, infatti, si trovano le cinque faggete vetuste abruzzesi, inserite quindi nel patrimonio Unesco “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”. Il giro, di 84 chilometri e con impegnativi 1.510 metri di dislivello positive, ha come punto di partenza proprio Villavallelonga, per poi raggiungere Pescasseroli (in località Coppo del Morto, zona del Parco a nord di Pescasseroli, ci sono faggi con ben 500 anni d’età) e ancora Gioia dei Marsi, Pescina, Trasacco, Collelongo e di nuovo Villavalleonga. Trovandosi da queste parti, il giro può essere fatto anche a tappe, sempre ricordando di perdersi nel panorama di splendidi alberi che peraltro, nel periodo di ottobre, regalano colori che scaldano il cuore. www.parcoabruzzo.it
Bosco di Sant’Antonio
Questa proposta prevede un anello impegnativo in bici da corsa o in modalità cicloturismo, tutto su asfalto, su strade appena tirate a lucido per il passaggio dell’ultima edizione del Giro d’Italia. La fatica viene ripagata dai boschi intorno, in particolare dallo stupendo Bosco di Sant’Antonio: fra Cansano e Pescocostanzo la salita si fa sentire, ma si pedala attraverso un luogo anticamente considerato sacro e dedicato a Giove. Siamo in una delle più belle faggete d’Abruzzo, per un’area che si estende per 17 ettari, con faggi secolari, oltre a acero campestre, pero selvatico, ciliegio il carpine nero, il tasso. In bici si va alla scoperta di alcuni dei borghi più rappresentativi d’Abruzzo. Come punto di partenza prendiamo Sulmona, la città del poeta latino Ovidio, dei confetti, dell’aglio rosso e dell’acquedotto medievale. Andando in direzione Cansano, sulla sinistra c’è il borgo di Pacentro, dove svettano le antiche torri di difesa. Il profumo del bosco chiama, ecco i tornanti micidiali di Cansano e poi l’abbraccio degli alberi e l’arrivo a Pescocostanzo, con i suoi straordinari palazzi e la scalinata della Collegiata. Da Sulmona a Pescocostanzo sono 30 chilometri con un dislivello positivo di 1.090 metri. Si prosegue in direzione di storiche località sciistiche come Rivisondoli e Roccaraso per poi tornare a Sulmona passando per la Piana delle Cinque Miglia (qui fare attenzione perché la strada può essere a scorrimento veloce), per poi godersi l’arrivo in discesa. Il giro totale è di 66,2 chilometri con 1.200 metri di dislivello.
Valle Orfento
Quest’idea propone un giro in bici con escursione a piedi nella Valle dell’Orfento, alla scoperta della splendida vallata, uno scrigno di biodiversità grazie all’abbondanza d’acqua. Qui si trova ad esempio la lontra europea. In bici, su strada, si può pedalare avendo come punto di partenza San Valentino in Abruzzo Citeriore, comune italiano con il nome più lungo. Nei pressi del Museo dei fossili e delle ambre c’è una fontana punto di riferimento di chi pedala da queste parti. Salendo, si trovano le indicazioni per Abbateggio, paese del Premio di letteratura naturalistica Parco Majella. Qui si può visitare il sito archeologico della Valle Giumentina. Si prosegue dunque per Caramanico Terme (dove si trova il centro visite dove registrarsi per l’escursione a piedi), da dove si può raggiungere Sant’Eufemia a Majella. Qui il cartello all’ingresso presenta il paese come posto dove “i bambini giocano ancora per strada”. Da San Valentino in Abruzzo Citeriore a Sant’Eufemia a Majella sono 21,8 chilometri con un dislivello positivo di 640 metri. Il giro può proseguire fino a Passo San Leonardo, che dista da San Valentino 10,3 chilometri con 430 metri di dislivello. E la vista è sempre sulla Valle dell’Orfento, fino ad intravedere Monte Amaro, seconda vetta più alta dell’Appennino, con 2.793 metri.
Vallone dello Spirito
Lungo la strada che da Roccamorice comincia a salire verso il Block-Haus, su via Roma, c’è una statua che ricorda l’impresa sportiva e umana di Eddy Merckx, che qui nel 1970 vinse il traguardo volante. Lasciando il premio in denaro per l’acquisto di strumenti musicali, dedicati ad attività didattiche per i giovani del paese. Prima ancora, il 31 maggio del 1967, il belga vinse la prima tappa con arrivo sul Block-Haus, che partiva da Caserta, per un totale di 220 chilometri. E sono in molti a cimentarsi su quella micidiale salita. Noi molto più semplicemente ci lasciamo ispirare dai boschi del Vallone dello Spirito intorno, per arrivare fino ad uno degli eremi più significativi della Majella, l’eremo di Santo Spirito. Nove chilometri con 620 metri di dislivello positivo.