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Home Bici da corsa

La Maratona delle Dolomiti: 10 consigli per affrontarla

Maurizio Coccia by Maurizio Coccia
1 Luglio 2019
in Bici da corsa
1

Cosa troverai in questo articolo:

  • 1 – La macchina? Dimenticatela
  • 2 – Occhio al freddo in partenza
  • 3 – Attenzione agli sbalzi di temperatura
  • 4 – Partenza in salita: non strafare
  • 5 – Altitudine: attenzione a intensità, respirazione e idratazione
  • 6 – Scelta del percorso: idee chiare
  • 7 – Una granfondo di sola salita
  • 8 – Alimentazione, attenzione a non strafare
  • 9 – Bicicletta e rapporti
  • 10 – Discese: senza auto, ma non senza freni

Dici “Maratona delle Dolomiti” e sai che parli di una delle più famose granfondo al mondo, sicuramente quella con più partecipanti tra le manifestazioni cicloamatoriali in montagna e – in ambito italiano – quella in cui di più si respira un’aria di cicloturismo, a differenza dell’indole tipicamente agonistica e “corsaiola” che contraddistingue tutti gli altri eventi similari nel nostro Paese. È per questo che abbiamo scelto di darle spazio all’interno del nostro sito che si occupa principalmente di turismo su due ruote e viaggi in bici. Quest’anno la Maratona delle Dolomiti è in programma per il prossimo 7 luglio e, a pochi giorni dall’evento, non vi daremo certo consigli su come allenarvi per vincere la “classica” che parte e arriva dalla Val Badia: non lo faremo primo perché non è nel tenore del nostro portale, secondo perché, anche volendolo fare, se ad oggi non siete allenati non potete certo pensare di  migliorare la vostra condizione di forma a una settimana dall’evento. Meglio, allora, dedicare questo spazio a una serie di consigli tecnici, pratici e organizzativi che alla “Maratona” sono validi sempre e sono validi per tutti, allenati o meno, agonisti e – in special modo – cicloturisti.

1 – La macchina? Dimenticatela

Ovvio, non vogliamo mica dirvi di fare la maratona delle Dolomiti in automobile. Il giorno della granfondo tutte le strade interessate alla granfondo sono rigorosamente chiuse al traffico dalle cinque del mattino alle cinque del pomeriggio. Significa che, per raggiungere la linea di partenza posta presso la località de La Villa il modo migliore per farlo è andarci in bicicletta o quantomeno lasciare l’auto a debita distanza dalla zona griglie. L’automobile cercate di lasciarla nel parcheggio dell’hotel anche il sabato: il giorno della vigilia della granfondo il traffico è aperto, ma la mole di traffico è tale che per percorrere pochi chilometri della statale che percorre la valle dovete mettere in conto lunghe ed estenuanti code. Anche in questo caso, insomma, meglio muoversi in bici, a cominciare dal recarsi al ritiro dei pettorali e del pacco gara, a San Leonardo in Badia. Una valida alternativa per muoversi è inoltre il servizio shuttle, messo gratuitamente a disposizione dall’organizzazione.

2 – Occhio al freddo in partenza

L’avvio torrido di estate che stiamo vivendo probabilmente scongiurerà il rischio: alla Maratona delle Dolomiti, però, non sono rari i casi di temperature in partenza molto rigide, a volte addirittura inferiori ai cinque gradi, visto che il via è dato alle 6:30 del mattino, a oltre mille metri di quota. Per fronteggiare il freddo non manca chi si reca nella griglia di partenza con delle goffe ma pratiche tute integrali da imbianchino, che poi sfilano pochi minuti prima del via. È una soluzione possibile, ma non certo l’unica: se la temperatura è tra 6 e 10 gradi ideale sarà utilizzare manicotti, indossare uno “smanicato” antivento da togliere poco prima del via e, ancora meglio, spalmare sulle gambe delle creme riscaldanti.

3 – Attenzione agli sbalzi di temperatura

Sia che la temperatura in partenza sia rigida sia che sia mite, quel che è certo è che alla “Maratona” dovete aspettarvi sbalzi termici notevoli tra il momento della partenza e le ore diurne. Nei fondovalle la temperatura oltrepassa spesse volte i trenta gradi. Altre volte, invece (negli ultimi anni più rare a dire la verità), anche se al mattino il cielo è terso nelle ore centrali del giorno possono aversi temporali estivi anche violenti. Sono ulteriori ragioni, queste, per vestirsi adeguatamente a strati il giorno della gara. Altra raccomandazione importante è inoltre consultare al giorno della vigilia le previsioni metereologiche locali (impeccabili quelle di Arpa Veneto diramate dalla stazione di Arabba), che sono certamente più precise dei portali meteorologici che lavorano su scala nazionale.

4 – Partenza in salita: non strafare

Dopo i tre chilometri inziali in leggera ascesa la Maratona si inerpica immediatamente lungo i tornati del Passo Campolongo: è la salita meno dura di tutto il percorso, ma è pur sempre salita e può fare “molto male” proprio perché la si affronta a freddo. Le cose possono peggiorare se vi fate prendere dalla foga di seguire il lungo serpentone che si è appena mosso, provando in questo modo a mantenere un’intensità che potrebbe essere non adatta alla vostra condizione di forma. Un “fuorigiri” del genere può costar caro, perché gambe e muscoli piene di energia come sono quelle che contraddistinguono la fase iniziale dell’esercizio fisico possono portarci a strafare ancor più, con un ripercussioni pesanti nelle fasi finali della granfondo. Meglio, allora, ignorare tutti gli altri, procedere del proprio passo ed anzi imporsi un’intensità ancor più bassa di quella che, ad esempio, siamo soliti tenere in allenamento. A giovarne sarà la tenuta nelle ore successive, che invece potrebbero trasformarsi in un calvario se in quei trenta, quaranta minuti iniziali avete chiesto troppo al vostro fisico.

5 – Altitudine: attenzione a intensità, respirazione e idratazione

Se si considera il percorso lungo, la Maratona delle Dolomiti supera per cinque volte quota 2000 metri, in corrispondenza di altrettanti passi che si trovano ad affrontare lungo il tracciato. A livello atmosferico tutto questo significa pedalare con una concentrazione d’ossigeno nell’aria del 25 per cento minore rispetto a quella che si registra a livello del mare. La rarefazione del prezioso combustibile per il nostro sangue si traduce in un’affaticabilità più veloce e una capacità di recupero più lenta. Questa condizione di calo atletico interessa indistintamente tutti: sia gli atleti allenati, sia quelli che lo sono meno. Per prevenire le “cotte”, allora, sarà bene ricordarsi di impostare un’intensità dello sforzo in salita a un regime leggermente più basso di quello che solitamente si mantiene su salite a un’altitudine più bassa. A livello polmonare, poi, sarà bene effettuare atti respiratori più profondi, mentre da un punto di vista alimentare, basterà sorseggiare più frequentemente acqua per evitare la disidratazione, che in condizioni altimetriche d’altura è sempre in agguato.

6 – Scelta del percorso: idee chiare

I percorsi possibili alla Maratona delle Dolomiti sono tre, il corto da 55 chilometri e 1780 metri di dislivello, il medio da 106 chilometri e 3130 metri di dislivello e il lungo da 138 chilometri e 4230 metri di dislivello. Più che la distanza sono i metri di dislivello a renderli impegnativi: alla Maratona anche il percorso corto richiede un livello minimo di allenamento ben più elevato di eventi cicloturistici della stessa distanza. Ogni anno nella granfondo di Corvara non manca chi si presenta, e poi magari termina, il percorso corto, con un allenamento quasi pari a zero: di sicuro sforzi del genere sono piccole grandi imprese per chi le porta a termine, ma sono anche una gran sofferenza, che non fa bene al fisico. Da valutare con attenzione anche le frequenti situazioni dei tanti che, strada facendo, si chiedono se le gambe gli consentiranno di tentare sul percorso più impegnativo, che appunto può essere il medio o il lungo (alla Maratona la scelta del percorso può essere presa nel corso di svolgimento della granfondo). In questo caso vi diciamo che, con le dovute proporzioni, la differenza nell’impegno richiesto tra percorso corto e medio è di gran lunga inferiore di quella che invece c’è tra medio e lungo. Quest’ultimo propone il “terribile” Passo Giau, che con i suoi dieci chilometri e mille metri di dislivello aumenta moltissimo il livello di difficoltà dello sforzo rispetto a quel che potrebbero far pensare i “soli” 32 chilometri in più che il lungo ha rispetto al medio.

7 – Una granfondo di sola salita

La Maratona è una granfondo dove le porzioni di pianura sono praticamente inesistenti: tutti i percorsi sono un susseguirsi “salita- discesa” praticamente senza soluzione di continuità. Questo ancor più impone di impostare una gestione dello sforzo che sia adeguata e specifica rispetto al proprio livello di allenamento. In queste condizioni è impensabile pensare di fare “gruppetti”, a meno che chi è poi allenato si adegui e sia disposto a seguire il ritmo del compagno che è allenato lo è meno. I tanti che fanno la Maratona in gruppo si organizzano esattamente così o in alternativa si regolano procedendo ognuno del proprio passo in salita, per poi raggrupparsi tutti assieme in cima al passo oppure al ristoro.

8 – Alimentazione, attenzione a non strafare

Un po’ come in tutte le granfondo accomunate da un elevatissimo standard logistico e organizzativo, anche alla Maratona i numerosi ristori in programma (ben sei se si considera il percorso lungo) fanno sì che sia impossibile rimanere a corto di alimenti e liquidi. Il rischio, semmai, è l’opposto, quello di mangiare troppo, situazione che in una prova dove lo sforzo viene richiesto soprattutto in salita diventa ancora più rischiosa. Parola d’ordine, allora, non abbuffarsi approfittando di tutto il ben di dio che si può trovare al buffet. Qualcosa lo si può anche mettere in tasca, da consumare poi strada facendo, ad esempio appena scollinato un passo. La stessa attenzione va riservata alla partenza: a meno di non programmare una colazione a notte fonda, è bene essere al via leggeri, così da non avere problemi di stomaco sulla prima, immediata salita, per poi programmare il primo rifornimento al primo ristoro posto al 38° chilometro.

9 – Bicicletta e rapporti

Alla Maratona delle Dolomiti servono moltipliche agili, è ovvio, tanto più che da qualche anno l’organizzazione ha aggiunto l’arcigno “Mur dl Giat” (uno strappo di 360 metri con punte al 20 per cento) per rendere ancor più duro il finale di chi sceglie i percorsi medio e lungo. Le nuove rapportature cortissime che orami tutti i costruttori di componentistica hanno in catalogo saranno quindi da privilegiare, con la raccomandazione che, qualora decideste di montarle solo in occasione della Maratona, preoccupatevi di provarle per tempo, non tanto per capire se tutto funziona per il meglio, ma più che altro per abituare le vostre gambe a quelle moltipliche e alle possibilità che la scala pignoni e le corone anteriore producono.

10 – Discese: senza auto, ma non senza freni

Mai come alla Maratona delle Dolomiti potete davvero dimenticarvi di vedere le automobili sulle strade interessate dalla granfondo. L’assenza di autovetture vi consentirà pace, relax, assenza di rumori e smog in salita e vi permetterà anche il massimo divertimento in discesa, tanto più che le condizioni del fondo stradale sono eccellenti (fatte salve alcune sconnessioni rilevabili sul manto stradale giù dal Passo Sella). Proprio l’assenza di auto non deve però portare a esagerare andando a superare i nostri limiti, visto che il grado di difficoltà tecnica di quelle picchiate è comunque elevato (in particolare la discesa dal Passo Giau) e visto che, soprattutto nelle prime discese di giornata, l’umidità del primo mattino potrebbe proporre ai vostri penumatici delle inaspettate porzioni di asfalto viscido e scivoloso.

Credits Freddy Planinschek

Tags: Consigli maratonaEvidenzaMaratona delle Dolomiti
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Maurizio Coccia

Maurizio Coccia

Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.

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Comments 1

  1. Claudio says:
    2 anni ago

    C’è tanta incoerenza tra quanto decantato in TV e quanto visto in video e dal vivo: ciclisti che butta o la borraccia nel prato o nel torrente, non è ecologia!!!
    Il codazzo di auto e moto, i mezzi per il trasporto delle strutture di certo scaricano nell’aria inquinamento!!!!! Non è una domenica ecologica è solo autoesaltazio di qualcuno……. Chiudere alcuni passi sarà ulteriore peggioramento dell’inquinamento perché la gente si muoverà comunque, percorrendo più chilometri…….etc, etc

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