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Nato il 21 luglio del 1981 a Roma, Omar Di Felice è l’emblema del ciclismo estremo. Ci ha abituati a viaggi in solitaria in condizioni proibitive, eppure quando lo abbiamo incontrato a Rimini e ci raccontato delle sue avventure, è rimasto sereno come fosse andato in bicicletta al supermercato. Probabiliste è proprio questa la sua forza, la serenità e la convinzione con cui accetta ogni sfida.
Come sei arrivato al ciclismo estremo?
Ho fatto un anno da professionista, poi mi sono deciso ad intraprendere le avventure in solitaria in qualunque condizione. Ho fatto tutte le varie categorie agonistiche del ciclismo, ma il mio istinto è votato alle lunghe distanze, all’ultracycling.
Come ti prepari alle tue imprese?
La preparazione deve essere sicuramente fisica, ma curo soprattutto la fase psicologica. Per il ciclismo estremo devi allenare la “testa”, avere delle motivazioni di base molto forti e un obiettivo ben chiaro. Quando il fisico ti inizia dire che non ce la fa più, la componete mentale diventa di importanza basilare. Per questo ricreo in allenamento le possibili condizioni che troverò realmente. Faccio delle simulazioni. Ad esempio quando mi sono preparato per il deserto dei Gobi ho fatto delle simulazioni nell’Appennino.
Qual è la sfida?
Essere in un territorio sconosciuto e da solo, la difficoltà è saper gestire l’imprevisto e l’ignoto. Ci vuole capacità di adattamento e la giusta motivazione. Di solito mi piace fare viaggi self supported, altre volta viaggio con un compagno.
Cosa vedi nel tuo futuro?
Mi vedo impegnato in un altro viaggio con la mia bici da corsa. Il covid ha fermato anche i miei progetti, quindi non so ancora cosa farò prossimamente, ma sicuramente mi metterò ad organizzare qualcosa per il prossimo inverno, anche se non so dove portò andare. Inizierò a predisporre il materiale per l’equipaggiamento e a preparami per le condizioni per attraversate invernali. Sono quelle che preferisco. Certo ne ho fatte anche con il caldo, ma con il freddo è peggio, non si scherza con il freddo.
Hai qualche sogno nel cassetto?
No ho già fatto quello che volevo, però sicuramente troverò delle altre avventure che mi impegneranno e mi divertiranno.