VODAFONE MILANO RIDE, CRONACA DI UNA GRANFONDO

Il Velodromo Vigorelli, tra passato e presente

Il 7 novembre del 1942 cadevano le bombe su Milano. All’interno di un Vigorelli blindato, un giovane Fausto Coppi batteva il record dell’ora con 45,871 km.

Il 24 giugno del 1965 il Velodromo Vigorelli era gremito per il concerto dei Beatles. Opening Peppino di Capri. Nel 1971 toccò ai Led Zeppelin: la festa per quello che sarebbe diventata una delle più grandi rock band di tutti i tempi finì nel disordine, tra fumogeni e scontri.

Da allora, questo spazio ha conosciuto alterne vicende che l’hanno trasformato nel luogo-simbolo del ciclismo sportivo italiano, fino a quando è caduto in disuso per poi essere riqualificato negli ultimi tempi.

E proprio da un Vigorelli vestito a festa, lo scorso 24 settembre è partita la Vodafone Milano Ride, kermesse dedicata al ciclismo su strada che ha avuto come evento principale la Deejay Ride, una Gran Fondo di circa 100 km. Accanto alla gara, altre manifestazioni di contorno: la Milano light, breve corsa da 20km per non agonisti e appassionati; la Citylife Urban Crono MTB, una cronometro per mountain bike su percorso brevissimo (2,5km) all’interno dell’area Citylife; e la Milano fixed, riservata alle bici a scatto fisso.

Il percorso della Deejay Ride

Il percorso ad anello è stato studiato in ottica sportiva tanto quanto panoramica. Poco più di 100 km sostanzialmente in pianura, con un paio di brevissimi strappi nella periferia ovest di Milano. Un andamento altimetrico pressoché piatto che consente il massimo della performance a strade chiuse, sfruttando anche piccole porzioni di tangenziale per l’uscita dall’area urbana. Ma anche un’uscita trionfale da Milano, con partenza e arrivo al Vigorelli, una sorta di parata a velocità controllata dalla pace-car per i monumentali viali del centro.

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  • distanza: 107 km
  • dislivello: 200+
  • fondo: asfalto

La gara

Rivedermi in foto, avvolto nel completo bianco di #InLombardia come fossi un professionista, mi fa un certo effetto. Io che sono cicloturista e giro su vecchi catorci alla buona, che non ho mai fatto gare e che vado al mio passo, su una Cipollini in carbonio coi pedali SPD? Eppure, eccoci qua, insieme a un migliaio di altri ciclisti, in griglia di partenza.

Ore 8.00, DJ Linus tra i partecipanti intervistato al microfono poco avanti a me. L’entusiasmo alla Vodafone Milano Ride è palpabile quando anche Brumotti dà il suo saluto a bombazza dalla tribuna. Le moto dei vigili davanti sono pronte, la musica di Radio Deejay scandisce gli attimi prima della partenza, gli ultimi ciclisti si accalcano in griglia, chi si fa un selfie, chi saluta gli amici. Io cerco di restare in piedi sui pedali con gli attacchi. Siamo un serpentone di umani e bici lungo più d’un chilometro.

Cronache da una Gran Fondo

Countdown e partenza. Nulla sembra accadere, e accade di tutto. L’adrenalina di una partenza di gruppo non l’avevo mai provata, è qualcosa che ti rimane impresso a fuoco. Dapprima arriva il rumore, come un terremoto: sordo e basso, quello tipico della gomma tesa sull’asfalto. Duemila gomme sull’asfalto, all’unisono. Una mandria di ciclisti come fossero gnu, silenziosa e implacabile, comincia a farsi largo in direzione Parco Sempione.

Il ritmo è scandito dagli spazi liberi, brusche frenate di gruppo a ogni incrocio con pavé. Gesti di segnalazione per svolte improvvise o ostacoli rendono il gruppone di ciclisti una gigantesca entità autonoma e armonica. Giunti in tangenziale, il gruppo si sfilaccia: da novizio, tento ingenuamente di guadagnare le prime posizioni. Ci riesco, rimanendo tra i primi cinquanta per metà gara, per poi crollare di ritmo miseramente. Il mio battesimo con le tattiche, il vento e l’andatura posso dire di averlo fatto: finisco con un onorevole (per me) 422esimo posto su 1200 iscritti, con un tempo di  3.10’02”. I 33 all’ora per cento chilometri non li avevo mai tenuti.

Il primo posto assoluto della Vodafone Milano Ride è andato invece a Michele Mascheroni, che ha coperto il percorso in 2.36’10”. Prima tra le donne Michela Sonzogni, con 2.36’47”.

Relive ‘Vodafone Milano Ride’

Il progetto #InBici #InLombardia

E chi l’ha detto che il ciclismo sportivo è solo competizione, risultati e prestazioni? Un evento come una Gran Fondo può diventare vettore e parte integrante di un progetto più ampio, come quello di #InBici #InLombardia. In questo caso la bici si fa mezzo di scoperta di un territorio, la regione Lombardia, e della sua fitta rete di ciclovie turistiche. La Vodafone Milano Ride è così diventato un evento partner di InBici InLombardia, network di 10 itinerari da scoprire pedalando.  Ma di questo parleremo nelle prossime puntate!

Claudio Mancini: Cicloturista per vocazione, ciclista urbano per necessità, sono felice del fatto che dove finiscano le mie zampe inizi sempre un paio di pedali. In sella a bici scassate ho attraversato l'Europa e valicato passi montani, e finora sono sempre tornato a casa. Mi piace scoprire in modo grottesco e poetico i posti che attraverso, dall'alto dei 20 km orari. Adoro il cibo locale e l'aggettivo "casareccio", le strade provinciali e i passaggi a livello. Scrivo diari di viaggio per ricordarmi per quali luoghi sono passato (www.abbondantiedozzinali.it).