(foto di Rebike Altermobility)
Tour Murales di Roma
L’arte non è sempre confinata dalle mura di un museo.
Così come non sempre essa è legittimata dalla propria epoca: anzi, all’inizio molte forme d’arte erano illegali o ghettizzate, e solo il tempo ha concesso loro una dignità e un riconoscimento.
Per esempio, nella Città Eterna, nota in tutto il mondo per il suo patrimonio storico, artistico e culturale, esiste un immenso museo a cielo aperto, gratis, che espone le sue opere nascondendole e insieme ostentandole nella routine del traffico urbano: quello della street art e dei murales.
Negli ultimi anni, decine di writer italiani e internazionali hanno popolato muri di edifici spogli o cadenti di idee, sogni e colori: murales talvolta enormi, spesso in quartieri periferici, degradati o di scarso interesse turistico, che in molti casi sono riusciti a riqualificare l’intera zona o addirittura a contribuire alla formazione di un’identità, veicolando messaggi sociali e tramutandosi in un simbolo cui essere associati o di cui andare fieri.
E dato che Roma ha un’estensione geografica enorme e dispersiva, quale mezzo migliore della bicicletta per ricucire questa frammentarietà con spostamenti snelli e leggeri, e godersi queste opere d’arte in tutta tranquillità?
Associazioni come Rebike Altermobility sono state tra le prime a organizzare passeggiate guidate alla scoperta di questo patrimonio spesso invisibile agli occhi distratti e frettolosi di chi magari ci passa davanti ogni giorno.
(foto di Rebike Altermobility)
La mappa qui sopra offre una panoramica della diffusione dei murales divisi per zone, e le principali arterie ciclabili per collegarle in maniera più agevole possibile; se è vero che Roma non è certo la più bike-friendly delle metropoli per infrastrutture, è altrettanto vero che la bicicletta rimane il mezzo di trasporto più agile e veloce.
La mappa è stata ricavata dal pdf pubblicato su turismoroma.it, scaricabile qui, e questa serie di tre articoli offre altrettanti itinerari per godersi il meglio della street art romana in bicicletta.
Il GRAB, Roma est e le periferie nord
- distanza: 26 km
- dislivello: 160 m
- fondo stradale: misto (asfalto, parchi, sterrati)
- inizio: Circo Massimo
- fine: stazione metro B Rebibbia
La traccia del GRAB è potenzialmente la maggiore circonvallazione cicloturistica della Capitale. Di essa di è già parlato qui e qui, con le alterne vicende che l’hanno caratterizzato a livello politico e istituzionale. Al momento questo tracciato fatto di sentieri, vie nei parchi e strade secondarie a bassa percorrenza è il migliore modo per addentrarsi nelle periferie di Roma e godersi le opere di street art sparse nei loro angoli.
Quello descritto è il primo di tre tour che dal centro storico si diramano verso il raccordo, per quartieri-borgata dell’ala nord-est: dal Circo Massimo imbocchiamo la Regina Viarum, l’Appia Antica, per muoversi attraverso le aree verdi della Caffarella e del Parco di Tor Fiscale, tra rovine e acquedotti: nei pressi della via Tuscolana, ci ritroviamo nella prima delle aree soggette a riqualifica, il Quadraro: borgata di antico insediamento poi sviluppatasi attorno agli studi di Cinecittà, famosa per essere stata zona di combattimenti durante gli ultimi giorni di occupazione nazista, e triste teatro di episodi di rastrellamento ai danni della resistenza antifascista.
In prossimità del sottopassaggio (e sul sottopassaggio stesso!) che attraversa la Tuscolana per finire in via dei Lentuli e via dei Quintili ci imbattiamo nei primi muri di casette basse che artisti come Diavù e Gio Pistone hanno deciso di utilizzare come tela per le loro opere.
Maggiori informazioni sulla zona sono disponibili qui. Altre opere le troviamo in prossimità dei resti dell’Acquedotto Felice, spostandoci per vie secondarie in direzione della Casilina e cambiando quartiere.
Siamo ora in due delle borgate più colorate e vivaci della zona est di Roma, Tor Pignattara e Pigneto: curioso melting pot nostrano fatto di vita universitaria e comunità di immigrati, questa zona offre un fermento culturale molto attivo e altre perle sui suoi muri, alcune di grande rilievo e di fama internazionale: per esempio, il murale dei due artisti polacchi Bezt e Sainer (Etam Cru) che occupa la facciata di una palazzina di otto piani in via Ludovico Pavoni, è alta 32 metri, da guinness dei primati!
Altri writer italiani e non hanno lasciato il segno del loro passaggio per le viuzze strette del Pigneto (via Fanfulla da Lodi, via Capua o via dell’Acqua Bullicante, solo per citarne alcuni – una panoramica più dettagliata è reperibile qui).
Per tuffarci nel Pigneto abbiamo abbandonato il tracciato del GRAB, sempre per vie secondarie e talvolta pedonali: ora che ci avviciniamo a zone sempre più periferiche, sarà utile riprenderne il corso, che offre alternative defilate dal traffico a scorrimento veloce, che in prossimità del Raccordo si fa sempre più aggressivo e pericoloso. Utilizziamo le aree verdi di Villa Gordiani e Tor de’ Schiavi per attraversare la Prenestina, e tramite passaggi seminascosti per superare le due barriere della ferrovia (in zona Stazione Serenissima) e dell’A24, per immetterci nella ciclabile di via Palmiro Togliatti. Qui ci attende l’attraversamento più difficoltoso dell’intero tour, quello di via Tiburtina all’altezza di Ponte Mammolo: finita la ciclabile della Togliatti, dobbiamo svicolare per stradine e attraversamenti pedonali. Qui la pedalata non è esattamente piacevole, ma ci porta ad apprezzare la street art delle stazioni della metropolitana B di questa zona: Santa Maria del Soccorso, Ponte Mammolo, Rebibbia. Quest’ultima vanta un’opera del noto fumettista e disegnatore Zerocalcare: il suo “Welcome to Rebibbia”, quartiere noto ai più per l’omonimo carcere rivendica un senso di appartenenza e richiama anche il passato paleontologico della zona, dove furono trovati resti di elefanti preistorici.
Facciamo qualche centinaio di metri di Tiburtina per arrivare all’ultimo stop di questo primo tour (seguiranno altri due articoli per i murales della zona sud), la borgata di San Basilio: zona ritenuta pericolosa da molti e addirittura soggetta a leggi proprie secondo altri, interessata in passato da problemi sociali e degrado, che sta però conoscendo una rinascita culturale, anche grazie all’interesse suscitato dalla street art che colora i suoi muri. Qui artisti di fama mondiale come Blu hanno scelto di comunicare i loro messaggi di denuncia sociale.
Molte delle opere sono concentrate nei pressi di via Morrovalle e le sue traverse (via Maiolati, via Treia, via Osimo e Parco Giulietto Minna): i maggiori punti di interesse sono disponibili comunque qui.
A questo punto, per tornare in centro si consiglia di tornare alla metro Rebibbia, sulla quale il trasporto bici è consentito nei weekend o nelle fasce lontane dagli orari di punta.