Scoprire la Basilicata in bicicletta, 5 percorsi tra mare e calanchi

Come racchiuderle la Basilicata in poche righe: borghi collinari, paesaggio selvaggio ed incontaminato, Riserve e Parchi protetti e mare, ben due mari, lo Ionio e il Tirreno. E percorsi bike? Tanti e con scenari fantastici, anche se talvolta le strade non sono sempre all’altezza …

5 itinerari da non perdere

1. La ciclovia delle Dolomiti Lucane

Si tratta di una serie di itinerari cicloturistici in condivisione con le automobili che qui non sono molto numerose. I due percorsi che suggeriamo hanno come punto di riferimento il Parco Regionale di Gallipoli Cognato, una riserva naturale ricca di boschi e pendenze ripide. La prima muove da Pietrapertosa verso sud fino a Cirigliano, attraverso boschi di querce e faggete lungo i crinali subito sotto al Monte dell’Impiso, attraverso gallerie e forme rocciose dalle forme bizzarre. Un secondo giro più impegnativo dal punto di vista altimetrico può svolgere attorno a Castelmezzano e Pietrapertosa, circa 30 km. Sebbene le quote delle Dolomiti Lucane non siano mai altissime, i saliscendi sono improvvisi e nervosi, e gli amanti delle scalate avranno pane per i loro denti.

2. Matera

Un percorso da non perdere è quello del Parco delle Chiese Rupestri fino a Montescaglioso, un delizioso paese che fu roccaforte bizantina. Lungo il tragitto vale la pena fermarsi al Parco Regionale della Murgia Materana, per esplorare chiese, anfratti e testimonianze di antiche presenze. Si percorrono diversi chilometri tra dolci declivi collinari e si costeggia il fiume Bradano. E poi da Bernalda fino ad arrivare al mare. Si passa per Santa Maria del Vetrano dove è visibile una torre normanna e la zona archeologica di Metaponto.

3. Il Vulture

E’ una delle aree meno conosciute ma famosa nel mondo per l’Aglianico, uno dei italiani vini doc più apprezzati. Il giro ha come base Venosa, punto strategico da cui partire per esplorare la zona, da qui si può girare in tutta tranquillità, tra i vigneti e le cantine dell’Aglianico DOC, oliveti e frantoi, interessanti siti archeologici e centri storici medioevali.

4. Il Melfese

82 km con salite importanti da affrontare. Partenza ed arrivo da Melfi per un anello che passa tra laghi, castelli, abbazie e vigneti. Si toccano gioielli come l’abbazia benedettina di San Michele, le rive del Lago di Monticchio, Rionero cuore del territorio vinicolo dell’Aglianico, il castello di Lagopesole, il borgo Piano del Conte e Barile. Ed infine di nuovo Melfi, con il castello normanno-svevo, le chiese rupestri scavate nel tufo, la cattedrale di Santa Maria Assunta in stile svevo-bizantino-gotico.

5. The road of dreams

Il viaggio sui pedali che vi consigliamo in questa occasione è cosi bello da aver meritato una menzione speciale all’Italian Green Road Award.

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Stiamo parlando del “The road of dreams” in Basilicata. Un percorso tra borghi storici e calanchi che collega tre vie verdi della regione. Si pedala lungo vecchie strade provinciali poco trafficate, tra scenari in cui si alternano profumi di agrumi e le vedute dei calanchi, sculture di terra scavate dal tempo che creano un paesaggio lunare.

Si va dalla riserva dei Calanchi di Montalbano Jonico, dalle caratteristiche geologiche uniche, alla Rabatana di Tursi, primo insediamento risalente al V secolo, fino alle Gole di Candela a Rotondella, con la spettacolare risalita dell’ex lago Candela tra rocce dalle tonalità uniche e salti d’acqua.


Cosa sono i calanchi?

I calanchi sono incisioni profonde separate da aguzze creste di argilla che formano un sistema di piccole valli. Si tratta di una grande area argillosa, caratterizzata da frane, scarpate e irte colline. La morfologia dei calanchi è favorita dal meteo: estati aride e inverni piovosi che portano ad un dilavamento del terreno. Non ci sono alberi e le coltivazioni sono scarse. Qua e là fazzoletti di vegetazione mediterranea e di grano e qualche isolata masseria. La zona dei calanchi, in Basilicata, è un grande trapezio tra la Val d’Agri e quella del Basento.

La Riserva dei Calanchi di Montalbano Jonico

Istituita nel 2011, la Riserva dei Calanchi è la più estesa della Basilicata e presenta peculiarità geologiche, paesaggistiche, ambientali, archeologiche e culturali uniche al mondo. In particolare a Tursi si può salire a piedi o in bici per due ripidissimi chilometri per giungere fino alla Rabatana, nome che deriverebbe dal “Ribat”, la fortezza saracena. In questa, che è la zona più alta del paese, sorge la chiesa di Santa Maria Maggiore, di costruzione cinquecentesca, in cui si conserva un bel trittico di scuola giottesca.

Il viaggio sui pedali mostra un mondo unico: i profondi solchi dei calanchi si estendono fino ai campi coltivati, circondati da boschi della macchia mediterranea, creando paesaggi unici come il sito di Tempa Petrolla, sperone di roccia che s’innalza in un mare di argilla. L’ambiente ospita una ricca vegetazione e molte specie animali, in particolare volatili, tanto che la Riserva è riconosciuta a livello comunitario come “Important Bird Area”.

Questo territorio è attraversato da sentieri, percorribili facilmente in bici come i “Giardini”, mulattiere che da sempre collegano il borgo antico ai terreni della Val d’Agri, snodandosi dal mare Ionio alle vette del Parco Nazionale del Pollino.


Il lago e le Gole di Candela

Il lago è molto recente, dal punto di vista geologico, si è formato infatti nel febbraio del 1903 a causa di una frana che, staccandosi dal versante sinistro della valle, provocò lo sbarramento a monte, proprio dove erano presenti i due mulini detti di Candela. Nel gennaio del 1905, una seconda frana, ancora più imponente della prima, devastò il versante destro del lago che contribuì ad allargarlo ulteriormente, conferendogli le dimensioni attuali. Lo specchio d’acqua si trova ad ovest del centro abitato di Rotondella a circa 2,5 chilometri e vi si arriva attraverso la risalita del Fosso Candela, uno dei più affascinanti itinerari in Basilicata che si snoda a fianco di corsi d’acqua purissima, nei quali si specchiano i caratteristici colori delle rocce e delle sue gole. Risalendo il canale di Candela dal suo sbocco, dopo un alcuni chilometri caratterizzati da un terreno dissestato e irregolare, ecco la meraviglia del lago dalle acque azzurre e limpide. E la sua vista entrerà a far parte per sempre nel vostro archivio personale dei ricordi più belli.

redazione viagginbici: