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Home Cicloturismo: idee per viaggi in bicicletta Cicloturismo in Abruzzo

Il Cammino di San Tommaso #3 – Fontecchio/Tagliacozzo

Claudio Mancini by Claudio Mancini
17 Settembre 2019
in Cicloturismo in Abruzzo, Cicloturismo: idee per viaggi in bicicletta
0

Cosa troverai in questo articolo:

  • Il Cammino di San Tommaso
  • Fontecchio
  • Tione degli Abruzzi e l’uscita dalla Valle dell’Aterno
  • Le Pagliare di Tione
  • L’Altopiano delle Rocche, da Terranera a Ovindoli
  • Da Ovindoli a Tagliacozzo
  • Il percorso

Il Cammino di San Tommaso

Il Cammino di San Tommaso prosegue con la sua terza tappa, da Fontecchio a Tagliacozzo. Dopo essere partiti da Ortona e dalle coste adriatiche fino ai rilievi della Majella nelle prime due tappe, è ora di cambiare Parco Nazionale e zona d’Abruzzo. Il percorso di oggi, che è piuttosto impegnativo, ci porterà nei pressi dei monti Sirente e Velino, e dell’Altipiano delle Rocche.

Il panorama della Valle dell’Aterno da Fontecchio

Fontecchio

Ci svegliamo nel bel borgo di Fontecchio, delizioso paesino incastonato nella Valle dell’Aterno. Siamo letteralmente nel fondo di una profonda fessura scavata nei millenni dal fiume, tra due file ripide di monti appenninici. Coi suoi 300 abitanti, è un centro che conserva tracce di varie popolazioni pre-romane come i Marsi, i Sanniti e Peligni, nonché castra di epoca imperiale. Famosa per le vicine Grotte di Stiffe, è un’importante tappa del Cammino di San Tommaso, tanto che alcune strutture sono convenzionate per pellegrini e viaggiatori. Tra queste, abbiamo scelto di rimpinzarci con la deliziosa colazione abruzzese all’affittacamere Fulè.

crostate fatte in case
le caratteristiche ferratelle abruzzesi

Tione degli Abruzzi e l’uscita dalla Valle dell’Aterno

Ma come accade per ogni vallate, occorre svalicare per proseguire. E in questo caso, uscire dalla Valle dell’Aterno prevede una strada obbligata e durissima, tanto che per affrontare questa tappa si consiglia una bici resistente e con rapporti molto leggeri. Una mountain bike da viaggio sarebbe perfetta, dato che le pendenze arrivano anche al 20% e ci sono ampi tratti di sterrato.

La fontana trecentesca
Fontecchio

Dopo aver lasciato il borgo di Fontecchio, ci lanciamo in discesa lungo il fiume Aterno per poi costeggiarlo dall’altro lato fino a Tione degli Abruzzi, minuscolo paese di appena 200 anime. Da qui la strada inizia a salire nei boschi, lasciandosi alle spalle l’Aterno e la sua vallata.

Il fiume Aterno
Tione degli Abruzzi

Dopo la torre della vecchia chiesa, infatti, la pendenza si fa pressante: carichi di bagagli, decidiamo di scendere per il primo tratto, dove si arriva anche a picchi del 20%. Questi primi km ci fanno guadagnare più di 500 m in 4 km, arrampicandosi per una linea spezzata diagonale nei boschi dell’Altipiano delle Rocche. Il panorama è meraviglioso, però bisogna guadagnarselo. I boschi di castagni e di faggi ci avvolgono in un silenzio irreale.

Le Pagliare di Tione

Non appena la salita inizia a degradare, delle indicazioni CAI ci portano su una strada carraia sterrata e fangosa. Si tratta della strada per Terranera, il primo dei paesi della sterminata piana del Sirente – Velico, l’Altopiano delle Rocche. Dopo qualche chilometro sulla sinistra, però, altri cartelli ci spingono a una deviazione: le Pagliare di Tione sono un posto magico, a più di 1100 metri sul livello del mare, una delle tante “città fantasma” perse tra i monti abruzzesi e la storia.

Questo piccolo insediamento agropastorale, infatti, era utile come ricovero a pastori e bestiame nonché come magazzino per la paglia e il fieno nei mesi invernali. Fu progressivamente abbandonato, lasciando casette e pagliai in pietra viva a campeggiare nelle pieghe dell’altopiano, contribuendo ad arricchire il misticismo di questo luogo in cui il tempo sembra essersi fermato.

L’Altopiano delle Rocche, da Terranera a Ovindoli

Ancora qualche chilometro di bosco e sterrato (attenzione al fango e ai cani da pastore!), e giungiamo finalmente a Terranera, uno dei quattro paesi della comunità montana Sirente – Velino.  Da qui parte una comoda pista ciclabile pianeggiante che fa da circonvallazione all’Altipiano delle Rocche. In questa parte il Cammino di San Tommaso sembra rilassarsi e concedere al pellegrino dei panorami stupendi anche senza fatica e salite. Attraversiamo così i paesi di Rocca di Mezzo, dove è possibile trovare qualche negozio aperto in più, e soprattutto Ovindoli, nota stazione sciistica per i romani, un tempo insediamento pastorale, come il suo nome latino ci ricorda (ovis, pecora).

Il Cammino di San Benedetto

Da Ovindoli a Tagliacozzo

Gli ultimi chilometri di percorso sono facili, ma non particolarmente affascinanti. Infatti, dopo la vertiginosa discesa panoramica verso Celano e il suo castello, ci ritroviamo nella Piana del Fucino. Questa distesa agricola costellata di serre e osservatori astronomici un tempo era un lago, e dal suo prosciugamento avvenuto nella seconda metà dell’Ottocento ha perso molto del suo fascino. Passiamo così attraverso Avezzano per coprire gli ultimi 15 km di SS Tiburtina che ci separano da Tagliacozzo e dal meritato riposo.

Il percorso

  • distanza: 78 km
  • dislivello: 1364 m+
  • fondo stradale: 80% asfalto, 20% sterrato (consigliata MTB o trekking)

La tappa descritta è piuttosto lunga e impegnativa, ma i suoi dislivelli sono concentrati nei primi 25 km di percorso. Infatti, dopo la ripidissima ascesa all’altipiano delle rocche e alle Pagliare di Tione, ci ritroviamo su una vasta piana che rimane in quota tra i 1200 e i 1300 metri s.l.m.; un tratto di circa 10/15 km è su fondo sterrato e/o sassoso, pertanto è bene verificare il meteo in cui si percorre, dato che si formano grandi pozze di acqua e fango che rendono difficoltoso il passaggio.

il tratto sterrato prima di Terranera

Arrivati a Terranera, però, ci aspettano alcuni km di pista ciclabile in piano nell’Altipiano delle Rocche, e da Ovindoli in poi si perde quota fino a scendere nella piana del Fucino, e di lì ad Avezzano e Tagliacozzo.

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Tags: abruzzo in biciEvidenzaitinerario con traccia gpx
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Claudio Mancini

Claudio Mancini

Cicloturista per vocazione, ciclista urbano per necessità, sono felice del fatto che dove finiscano le mie zampe inizi sempre un paio di pedali. In sella a bici scassate ho attraversato l'Europa e valicato passi montani, e finora sono sempre tornato a casa. Mi piace scoprire in modo grottesco e poetico i posti che attraverso, dall'alto dei 20 km orari. Adoro il cibo locale e l'aggettivo "casareccio", le strade provinciali e i passaggi a livello. Scrivo diari di viaggio per ricordarmi per quali luoghi sono passato (www.abbondantiedozzinali.it).

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