Venosa, patria di Orazio e terra da scoprire in bici tra vino e colline

venosa

Venosa fa parte dei borghi più belli d’Italia ed è famosa per aver dato i natali al poeta latino Quinto Orazio Flacco. Da qui parte il percorso che vi proponiamo alla scoperta di questa parte della Basilicata, un giro ad anello tra storia, vino e colline. Nei borghi toccati da questo itinerario, la pedalata si unisce alla degustazione di piatti unici, conditi con un filo di Olio Extravergine di Oliva “Vulture” DOP, con del buon vino, corposo, intenso e armonico, l’Aglianco del Vulture DOC. La scarsa presenza di traffico automobilistico permette di pedalare in tutta tranquillità, tra i vigneti e le cantine di questo vino pregiato, tra gli oliveti e i frantoi, tra i siti archeologici e i centri storici medioevali. L’itinerario è breve e di medio-bassa difficoltà, può essere percorso in una singola giornata.

Venosa, borgo che domina il maestoso castello Pirro del Balzo, sede del Museo Archeologico Nazionale è il punto di partenza del tour. Dopo circa 8 km si giunge a Rapolla. Il centro è rinomato per un suggestivo Parco Urbano delle Cantine scavate nel tufo vulcanico, oltre che per la presenza di un piccolo centro termale. A questo punto dell’itinerario, gli appassionati possono aggiungere un’ulteriore tappa e visitare Melfi, la città del maestoso castello normanno-svevo utilizzato dallo Stupor Mundi come residenza estiva. Il tour prosegue in direzione di Barile, uno dei paesi lucani di origine albanese che conserva ancora tradizioni etniche e linguistiche di tipo arbëreshë. Il borgo è noto per le cosiddette “seshe”, grotte scavate nel tufo visibili nel film di Pier Paolo Pasolini, “ll Vangelo secondo Matteo”(1964) e per la Sacra Rappresentazione della Settimana Santa che ogni anno va in scena lungo le vie del paese. La tappa successiva è Rionero in Vulture, e i vicini laghi di Monticchio che, situati alla falda sud occidentale del Monte Vulture, occupano le bocche crateriche dell’antico vulcano. Ancora pochi chilometri e si raggiunge Ripacandida,  chiamato anche la “piccola Assisi” della Basilicata per i pregevoli affreschi di scuola giottesca che decorano le pareti del santuario dedicato a San Donato Vescovo, Patrono della cittadina. L’ultimo tratto, prima del rientro a Venosa, consente di attraversare Ginestra, altro centro arbëreshe della Basilicata.

itinerario venosa

Scheda tecnica

Difficoltà: medio – facile
Tipo bicicletta: turismo – corsa – e-bike
Partenza: Venosa – Castello Pirro del Balzo
Arrivo: Venosa – Castello Pirro del Balzo
Totale: 47 km circa
Fondo stradale: asfalto
Elevazione: 251 mt (quota massima 663 mt – quota minima 412 mt)
Dislivello salita: 880 mt
Dislivello discesa: 987 mt
Periodo: tutto l’anno, piacevole primavera – autunno

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Da vedere

A Venosa il Castello Pirro del Balzo, il Museo Archeologico, l’Anfiteatro Romano e l’incompiuta SS Trinità. Nella cittadina dove un tempo esisteva un tempio pagano fu costruita il complesso della Santissima Trinità che comprende due chiese, la chiesa antica di origine paleocristiana che ospita le tombe degli Altavilla e di Aberarda moglie ripudiata di Roberto il Guiscardo, e la chiesa nuova iniziata nell’XI secolo con i materiali dell’antico anfiteatro romano e mai portata a termine. L’origine antichissima di Venosa è testimoniata dal sito preistorico paleolitico di Notarchirico, tra i più antichi di Europa.

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A Melfi il castello Normanno Svevo, tra i più importanti castelli medievali d’Italia e la Porta Venosina. Tra gli eventi organizzati nella cittadina è famoso il suo corteo storico “La Festa dello Spirito Santo” e il “Convegno Nazionale di Falconeria”.

Nel comune di Rionero in Vulture insistono i Laghi di Monticchio, riconosciuti come Riserva Regionale, i due invasi naturali occupano il cratere del Vulture, il vulcano ormai spento che dà il nome all’area. Nei due specchi d’acqua, gli unici in cui galleggiano i fiori della ninfea alba, si riflette l’abbazia benedettina di San Michele, sede del Museo di storia naturale del Vulture.
Rapolla è caratterizzata da centinaia di cantine ipogee, antiche grotte utilizzate per lavorare e conservare il vino Aglianico e da chiese rupestri medievali di tradizione benedettina. Nel mese di ottobre ospita un rinomato evento enogastronomico. Inoltre merita una visita per la ricchezza delle sue acque minerali, in parte sfruttate per bagni, fanghi e cure termali.

redazione viagginbici: