Il servizio di bike rental e transfer ci porta fino a Sovana per una visita alla zona archeologica. Sovana è città Aldobrandesca e di Papa Gregorio VII.
Il parco archeologico “Città del tufo” è situato nel territorio del Comune di Sorano ed è costituito da una serie di siti di grande rilevanza archeologica, storica, naturalistica, distribuiti nelle zone di Sovana, appunto, ma anche nella stessa Sorano e a San Quirico.
La parte più imponente della necropoli etrusca si trova sulle colline a nord del torrente Calesine, dove si possono raggiungere, attraverso percorsi immersi nella fitta vegetazione, le tombe monumentali a fronte colonnata come la tomba pola, la tomba Ildebranda, la tomba a edicola del Tifone e ultima in ordine di scoperta la tomba dei Demoni Alati. Oltre ai monumenti sepolcrali, la necropoli è caratterizzata da numerose vie cave, tra le più grandiose e suggestive della zona: il Cavone, San Sebastiano e Poggio Prisca, che sono come dei piccoli canyon.
A Sovana ci attende l’itinerario n. 5 (30 km. – 600 m. dislivello). Sono strade lungo le quali riecheggiano le storie di popoli antichi, dagli etruschi ai romani, insieme alle vicende di nobili famiglie, dagli Aldobrandeschi agli Orsini, dai Medici ai Lorena.
La roccia di tufo è l’elemento che caratterizza tutti i bellissimi borghi che sorgono in quest’area di confine, intrisa di storia millenaria, denominata “civiltà del tufo”.
Il percorso regala, durante i saliscendi, dei bellissimi scorci panoramici, soprattutto mentre si arriva a Pitigliano, così arroccata come una perla incastonata nel tufo.
La sosta ristoratrice dell’ultimo giorno è all’agriturismo Le Spighe dove il proprietario Giancarlo ha coniato un suo motto, che ben si addice ai ciclisti: “Chi non arde, non incendia”, a significare che chi non è appassionato non può trasmettere passione e quindi suscitare interesse negli altri, coinvolgere.
“Faccio il lavoro più bello del mondo – dice – la ristorazione e la campagna”.
Ma solo lo sport più bello del mondo, la bici, porta a conoscere realtà come la sua, che profuma di erbe aromatiche, ortaggi e frutta succulenta.
Perché qui il piatto forte, per dirla da cuoco, è la qualità della materia prima, che Giancarlo rispetta e non sconvolge, anzi: rende più gustosi con il suo olio d’oliva “Vale”, prodotto nel suo frantoio, e dai vini che sono esclamazioni: “Eccolo”, “Ullalà”, “Era Ora”, “Strullo”, “Toccattè” e “Gira Gira”.
Una cucina semplice e frugale – la pappa al pomodoro è una bontà! – ma allo stesso tempo saporita e genuina, fortemente caratterizzata dalla tipicità di una storia di uomini in movimento, fatta quindi di zuppe, olio, vino, prodotti caseari e cacciagione.
Concludiamo il nostro giro proprio qui: in un posto dove i tempi sono dilatati in una dimensione che rispetta i ritmi dell’uomo.
E che solo in sella a una bici, assorti in noi stessi, con il sole in fronte e il vento nei capelli, possiamo raggiungere.
Il resto del viaggio