Si chiama Cammino di Sant’Antonio e la strada è quella che dalla Basilica del Santo a Padova arriva fino al Santuario di La Verna (AR).
Viene anche definito “ Il lungo cammino di Sant’Antonio” e l’idea è quella di ripercorrere la vita itinerante di frate Antonio, predicatore e tra i Santi più amati nel mondo, che tra il 1221 e il 1231 fu inviato ad evangelizzare le genti dell’Italia settentrionale. Dalla città luogo della sua morte, Padova, si snodano varie tappe che toccano luoghi, città o borghi significativi nella vita del Santo fino a La Verna, centro della spiritualità francescana.
Sito: www.ilcamminodisantantonio.org
In totale poco più di 430 chilometri. Si inizia ripercorrendo l’Ultimo cammino del frate il 13 giugno 1231 (a Padova è giorno di festa cittadina), che prende vita dai Santuari Antoniani di Camposampiero e si collega al Santuario dell’Arcella dove si conserva la Cella del Transito, per raggiungere la Basilica del Santo per un totale di 24 km tra fede arte e storia.
La proposta per il cicloturista ricalca l’itinerario del percorso di pellegrinaggio a piedi da Padova a Montepaolo di Dovadola e Assisi, curato dai Frati del Santo di Padova, ben segnalato con cartellini gialli. Ma se non si vuole fare tutto il Cammino si può optare anche per il percorso breve che si snoda nei luoghi cari al frate in terra padovana (da Camposampiero a Padova).
Da Padova a Monselice si segue la ciclabile dell’argine del canale Battaglia, parzialmente sterrato; per raggiungere Rovigo.
Da Monselice ci sono due possibilità in direzione per Sant’Elena d’Este e Vescovana oppure per Pozzonovo e Stroppare. Il primo è un po’ percorso più lungo e con un breve tratto sterrato, il secondo è tutto asfaltato e su strade secondarie. In entrambi i casi si raggiunge il ponte sull’Adige a Boara Pisani. Da qui a Rovigo si segue la pista ciclabile.
Il Cammino ciclabile prosegue poi per Ferrara raggiungibile o per Arquà Polesine – Canaro e Pontelagoscuro oppure per Bosaro – Polesella e Francolino.
Il tracciato da Ferrara in poi è il seguente: Malalbergo, Castelmaggiore, Bologna, Settefonti, San Martino in Pedriolo, Tossignano, Parco naturale del Carnè, Modigliana, Montepaolo, Rocca San Casciano, Portico di Romagna, San Benedetto in Alpe, Castagno d’Andrea, Poggio Lastraiolo, Camaldoli, Badia Prataglia, Santuario della Verna.
Camposampiero. Le sue origini sono romane. Dopo le distruzioni longobarde, la città venne fortificata e divenne signoria dei Camposampiero, imparentati, alleati e poi acerrimi nemici degli Ezzelini. La leggenda racconta che Sant’Antonio che di solito predicava nel luogo dove ora sorge il Santuario del Noce, partì, ormai morente, per l’ultimo viaggio verso il convento di Padova, ma morì lungo la strada a lui dedicata, proprio alle porte di Padova in località Arcella, dove ora si trova un altro santuario antoniano. Dell’antica città rimangono Palazzo Tiso, del XI-XII secolo oggi sede del Comune, il Santuario del Noce del XV secolo e la torre Padovana o torre dell’Orologio.
Per chi vuole si può optare per la formula treno+bici su convogli regionali nelle stazioni di Padova, Monselice, Rovigo e Ferrara.
Padova. Da visitare oltre alla Basilica del Santo, l’Oratorio di San Giorgio, la Scuola del Santo, con affreschi di Tiziano, l’Orto Botanico più antico del mondo che abbia mantenuto la sua sede originaria, Prato della Valle, l’immensa piazza ellittica che ricalca la forma dell’antico teatro romano che sorgeva sul posto, impreziosita dalle 78 statue di padovani illustri e con al centro l’Isola Memmia. Qui anche la Basilica di Santa Giustina, custode delle spoglie della martire, ritratta nella maestosa pala del Veronese, di San Luca evangelista, di San Prosdocimo che, secondo la tradizione, fu il primo vescovo della diocesi patavina e suo patrono. Superato Prato della Valle il Santuario di San Leopoldo Mandic.
Monselice. Qui i nobili veneziani Duodo ebbero l’idea di emulare Roma facendo costruire da Vincenzo Scamozzi, tra il 1605 e il 1615, il Santuario delle Sette Chiese, il cui pellegrinaggio concedesse le stesse indulgenze accordate ai “romei” che si recavano in visita alle sette basiliche maggiori della città eterna (S. Pietro, S. Giovanni in Laterano, S. Paolo fuori le mura, S. Maria Maggiore, S. Croce, S. Lorenzo, S. Sebastiano). Qui avvenne il miracolo, attribuito a Sant’Antonio, della donna che, gettatasi in acqua nel canale Bisatto per la disperazione della mancata conversione del marito, venne salvata e non si bagnò.
Rovigo. Degno di nota l’antico Duomo, la chiesa di San Francesco, la cosiddetta “Rotonda”, chiesa mariana della Beata Vergine del Soccorso, il Museo dei Grandi Fiumi.
Per i ciclisti che si vogliono soffermare in questi luoghi vi consigliamo anche, partendo da Monselice il giro dei colli Euganei: 66 km, difficoltà media, 220 metri di dislivello in salita. Oppure da Monselice a Lozzo Atestino, difficoltà media, 260 metri di dislivello in salita 44 km.
Oppure un giro ad anello tra le città murate di Monselice – Este e Montagnana. Leggi anche il nostro articolo su Anello dei Colli Euganei: da Vo a Praglia.
Anello Camposampiero – Quinto di Treviso – Camposampiero: 70 km, ciclabile, fondo misto, adatto ai bambini. Si parte sulla ciclabile Muson dei Sassi fino ad Castelfranco Veneto, quindi si passa su stradine di campagna sino alle risorgive del fiume Sile. Da Quinto di Treviso, si percorre parte della ciclabile dei mulini, e si ritorna a Camposampiero lungo la ciclabile Treviso Ostiglia.
Gli altri cammini:
1. Via Claudia Augusta e https://www.viagginbici.com/cicloturismo/la-claudia-augusta-veneta/
2. Via Romea Germanica e https://www.viagginbici.com/cicloturismo/la-romea-germanica-in-veneto/