La Francigena al contrario: parte 2 Viterbo / San Quirico d’Orcia

La via Francigena nella Tuscia

Il tracciato della via dei pellegrini più famosa d’Europa insieme al Cammino di Santiago inizia a dare il meglio di sé nell’Alto Lazio, tra Viterbo e il confine con la Toscana. Questa è la seconda parte del percorso da Roma a Firenze lungo la Francigena iniziato qui, con la tappa fino a Viterbo.

In questa regione un tempo abitata dagli Etruschi la campagna inizia a farsi più dolce e affascinante, e i rilievi collinari scandiscono il percorso. Ma la piacevolezza del percorso non lo rende certo più facile: la traccia suggerita è piuttosto lunga per i ritmi del cicloviaggiatore, 120km, e a meno che non si abbia l’allenamento adeguato è consigliato anche spezzare questo segmento in due o più parti fermandosi a dormire prima di San Quirico.

Montefiascone e il vino Est! Est!! Est!!!

Una volta abbandonate le mura di Viterbo, riprendiamo il percorso della Francigena che in questo tratto si mescola al flusso veicolare della via Cassia. Il primo rettilineo fino a Montefiascone può sembrare noioso e trafficato, ma una volta raggiunti i primi rilievi in vista della città dell’Est! Est!! Est!!! il paesaggio migliora decisamente. Questo borgo affaccia sulla sponda sud del lago di Bolsena, e si sviluppa attorno alla stupenda Cattedrale di Santa Margherita, costruita da Papa Urbano V quando la città divenne sede vescovile.

Il borgo di Montefiascone, oltre che per secoli di storia etrusca, romana e medievale, è noto per la leggenda del suo celebre vino bianco, l’Est! Est!! Est!!! Secondo la tradizione, il vescovo Johann Defuk, amante del buon bere, durante i suoi spostamenti aveva l’abitudine di mandare avanti un messo di fiducia ad assaggiare il vino locale, che aveva il compito di scrivere all’ingresso di ogni paese “testato” la dicitura est (dal latino “è, c’è”), nel caso in cui le osterie fossero degne di essere visitate. Ebbene, giunto a Montefiascone il messo vescovile trovò il vino così buono da voler scrivere all’ingresso del paese non uno, né due, bensì tre volte la parola Est!, per avvertire il vescovo che lì davvero valeva la pena di fermarsi. E in effetti aveva ragione.

Il lago di Bolsena

Dopo una pausa enogastronomica a Montefiascone, ci possiamo rilassare in uno dei tratti più panoramici e piacevoli della tappa. Il percorso della Cassia Vecchia costeggia infatti il bel panorama del Lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico del Centro Italia. Il suo specchio d’acqua azzurra vanta due isole disabitate, la Martana e la Lepontina, e le sue sponde offrono molti campeggi ameni, utili anche per spezzare la tappa in segmenti più brevi. Oltre al lago, la città di Bolsena offre uno splendido centro medievale dominato dal Castello e il sito archeologico dell’antica Volsiniiche meritano senz’altro una visita.

La via Francigena continua a compiere deviazioni su sterrato nei boschi e a confluire sulla Cassia Vecchia, dove il percorso è asfaltato ma poco trafficato. Dopo il tratto pianeggiante del lago, riprendono le salite: quella per San Lorenzo Nuovo non è impegnativa, ma nel conto finale del dislivello si fa sentire. Fortunatamente i boschi di noccioli e lecci rendono la pedalata piacevole e affascinante.

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Acquapendente e la Casa del pellegrino

Per chi volesse accorciare la tappa, il borgo di Acquapendente è senz’altro un ottimo punto di riferimento. Oltre al suggestivo centro storico di tufo, il paese offre anche una delle numerose Case del Pellegrino dove è possibile pernottare con la relativa tessera a prezzi più che abbordabili. Nel frattempo ci avviciniamo al confine tra Lazio e Toscana, e la campagna assume quegli inconfondibili contorni ingentiliti dai filari di viti. La Tuscia verace e genuina cede il passo alle colline da cartolina della Val d’Orcia.

 

La Val d’Orcia e San Quirico

Nella prima parte toscana di Francigena, ci ritroviamo per colline a perdita d’occhio. Verde, giallo e marrone si contendono la scena ai nostri occhi, mentre i saliscendi continuano a ricordarci che la fatica è parte del viaggio. L’ultima parte di tracciato attraversa zone sulfuree ricche di terme e bagni, sia pubblici che privati: vale la pena una deviazione per San Casciano e soprattutto per Bagni San Filippo, dove delle cascate naturali di acqua sulfurea scorrono in mezzo a bianche formazioni calcaree, in un paesaggio quasi lunare.

Infine, l’arrivo. La meta di questa tappa lunga e impegnativa è il grazioso borgo di San Quirico d’Orcia, uno dei centri nevralgici della Francigena, da dove passano varie strade interessanti come quella del Vino Montalcino così come il tracciato dell’Eroica, la celebre ciclostorica su strade bianche. E non a caso anche qui è presente un delizioso Palazzo del Pellegrino in cui soggiornare.

 

distanza: 120km
dislivello: 1793m+

Claudio Mancini: Cicloturista per vocazione, ciclista urbano per necessità, sono felice del fatto che dove finiscano le mie zampe inizi sempre un paio di pedali. In sella a bici scassate ho attraversato l'Europa e valicato passi montani, e finora sono sempre tornato a casa. Mi piace scoprire in modo grottesco e poetico i posti che attraverso, dall'alto dei 20 km orari. Adoro il cibo locale e l'aggettivo "casareccio", le strade provinciali e i passaggi a livello. Scrivo diari di viaggio per ricordarmi per quali luoghi sono passato (www.abbondantiedozzinali.it).