Etna: come conoscere un vulcano in bicicletta

Se vi trovate a trascorrere le vacanze sulla costa orientale della Sicilia e volete provare un’emozione unica in bicicletta siete nel posto giusto. Io qualche giorno fa ero a Taormina in occasione dei Taomoda Awards e dalla terrazza panoramica dell’hotel che mi ospitava guardavo la lingua di fuoco dell’Etna visibile di sera con il buio e i lapilli dell’eruzione in corso. In quel momento ho deciso che sarei andata a pedalare proprio lì, ovviamente non proprio dove eruttava il vulcano.


Mi sono affidata ad un gruppo di guide esperte quelle di Etna bike tours che assieme ad un ex ciclista professionista, Paolo Alberati, hanno creato un vero e proprio parco ciclistico sull’Etna con percorsi sia di mtb che bici da corsa, a cui hanno dato colori diversi a seconda delle difficoltà. Centinaia e centinaia di chilometri per conoscere in lungo e in largo il vulcano.

Ma ci sono percorsi anche per le famiglie?

I percorsi sono adatti a tutte le esigenze e a tutte le gambe … dove non arrivano le gambe ma la curiosità, è grande consiglio, così come ho fatto io, usate una e-bike. I bambini devono avere una certa età o comunque devono essere un po’ esperti però ci sono e-bike anche per loro, qui i dislivelli non scherzano.

E come la mettiamo in estate con il caldo?

In realtà è un periodo perfetto, perché in quota rischia di esserci addirittura freddo. Anzi approfitto per ricordare a chi volesse avventurarsi di portarsi il classico abbigliamento a cipolla con una giacchina antivento soprattutto in quota.

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Di che altezze parliamo?

Io sono partita da quota 1.500 dallo Chalet Clan dei Ragazzi. E’ un vero e proprio rifugio in legno di montagna. Qui si può fare un’abbondante colazione con la mitica torta di Ugo e poi via di slancio. La prima tappa è stata Piano Provenzana a 1.800 metri. Si pedala tra boschi verdi di betulle, rari da noi in Italia, inebriati dal profumo delle ginestre. Poi il paesaggio cambia e diventa lunare, laddove il vulcano nel 2002 ha trangugiato un bosco e si vedono ancora le carcasse degli abeti che qua e là sono incastonati nella lava scura.

Più il terreno è scuro più recente è l’eruzione. Si pedala al fresco in una condizione surreale. Si vede in lontananza il mare e persino la costa calabra nelle giornate terse, e si pedala su di una montagna viva in movimento, in cui a tratti si ode il respiro che a volte diventa un boato inquietante.

Si può arrivare fino a quota 2.850 all’osservatorio vulcanologico e qui sono visibili i crateri. Un’esperienza che non dovete perdere per nessun motivo se vi trovate in questa terra meravigliosa.

Ludovica Casellati: Giornalista, esperta di comunicazione e appassionata di cicloturismo. Editore di Viagginbici.com