Il Cammino di San Tommaso #1 Ortona / Manoppello

Il Cammino di San Tommaso

Il Cammino di San Tommaso è solo una delle tante vie di pellegrinaggio che attraversano il nostro Paese, utile ai camminatori quanto ai cicloturisti. Dopo la ben più nota Francigena e il Cammino di San Benedetto, abbiamo così deciso di provare questo itinerario stupendo che taglia l’Italia centrale da una costa all’altra. Il nostro percorso parte infatti dalle belle coste adriatiche di Ortona, valica tutto l’Appennino abruzzese a zig zag per poi entrare nel Lazio attraverso i Monti Simbruini, e infine entra a Roma. In pratica, il nostro è una sorta di viaggio a ritroso di quello che era il pellegrinaggio medievale, che dal XIII secolo, dopo la traslazione delle reliquie del Santo a Ortona, si muoveva dalla Città Eterna fino al borgo marinaro della costa teatina.

La prima tappa del Cammino

Ortona e le reliquie di San Tommaso

Come già detto, spesso i cammini di fede sono un’ottima occasione per scoprire il nostro Paese in bicicletta. Piuttosto che di percorsi ciclabili, si tratta di strade a bassa percorrenza lungo itinerari tematici, che ci portano a visitare borghi nascosti e poco turistici.

La cattedrale di San Tommaso

Secondo la tradizione, le reliquie dell’Apostolo Tommaso sono conservate nella Cattedrale di Ortona in una teca di oro massiccio. Esse resistettero sia al saccheggio saraceno del 1566, che alla distruzione dei nazisti nella famosa battaglia di Ortona del 1943. La basilica fu fatta persino saltare in aria, in quanto obiettivo sensibile e strategico per gli Alleati. Le reliquie e il tesoro di San Tommaso rischiavano di essere vendute dai tedeschi, ma fortunatamente furono tumulate dai monaci all’interno del campanile, unica parte della cattedrale rimasta in piedi.

La fortezza aragonese di Ortona

Il percorso da Ortona a Manoppello

Partendo dal Castello Aragonese, attraversiamo il centro di Ortona per spingerci verso l’interno. Dopo qualche corsia ciclabile e rotatoria, il paesaggio dell’entroterra abruzzese ci dà subito il benvenuto con i primi dislivelli. Lievi all’inizio, più nervosi poi. Attraversiamo così vigneti e campagne fino a Orsogna, piccolo borgo semidistrutto dalle azioni belliche del 1943. Il suo nome curioso deriva dall’antica forma dialettale Orsonia, probabilmente originato dalla frequente presenza di orsi della vicina Majella. E proprio la Majella, con le sue forme morbide e quasi sempre innevate, dominerà l’orizzonte di questa prima tappa.

Nei pressi di Ortona
I vigneti nei pressi di Ortona
La Majella nei pressi di Manoppello

Nei pressi della Majella

L’Antica Madre Maja, sede di tante leggende abruzzesi che affondano le origini nella mitologia greca, sa come farsi amare col suo frescore, ma anche come rendere le cose difficili. Dopo Orsogna, infatti, anche se questa prima tappa non si avventura a quote molto alte, i dislivelli si fanno più nervosi. Ricordiamoci che stiamo partendo dal livello del mare, e che abbiamo fatto soltanto 25 km, che ci hanno portato a quota 400 m circa. Perdiamo un po’ di quota in qualche discesa ripida, per poi riacquistarne altrettanta in maniera altrettanto brusca.  La controparte positiva è che il traffico diventa pressoché inesistente: a che servono ciclabili quando abbiamo già una rete stradale semi-inutilizzata?

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Sfilano così davanti a noi paesini che senza la bicicletta e un po’ di curiosità non avremmo mai occasione di conoscere. L’anima più genuina e autentica di Abruzzo si palesa in nomi come Rapino, San Leonardo, Pretoro, dove il tempo pare essersi fermato.

Verso la meta: Serramonacesca e Manoppello

La salite in direzione di Serramonacesca è scandita dalla vista della bellissima Abbazia di San Liberatore a Majella, uno dei tanti luoghi di fede e di eremitaggio che solo in un complesso montuoso possono trovare la loro tranquillità. Risalente all’epoca di Carlo Magno, è una delle più antiche abbazie d’Abruzzo, e merita senz’altro una piccola deviazione per una visita.

Dopo l’Abbazia, inoltre, la parte importante dei dislivelli ce la siamo lasciata alle spalle: non ci resta che goderci la discesa per il bellissimo borgo di Serramonacesca, e gli ultimi piccoli saliscendi prima di arrivare a Manoppello, città del Volto Santo, altra reliquia importantissima per la cristianità. La natura religiosa dei luoghi lungo il cammino ha permesso a paesini come Manoppello di dotarsi di una serie di strutture ricettive spartane ma accoglienti, e anche di convenzioni per i pellegrini e i viaggiatori in sosta lungo il Cammino. Sul sito ufficiale del Cammino di San Tommaso sono così presenti alcuni b&b e affittacamere adatti a fermarsi una notte da queste parti.

La cucina abruzzese

E se la pedalata vi ha messo appetito, le tradizioni culinarie abruzzesi sapranno ristorarvi al meglio! La cucina abruzzese è generosa e saporita, e vale davvero la pena pedalare anche solo per bilanciare il conto delle calorie bruciate con quelle acquisite. Tra le specialità imperdibili di queste regioni abbiamo senza dubbio le sagne coi fagioli o coi ceci, le pallotte cacio e ove e Sua Maestà l’Arrosticino.

Le pallotte cacio e ove
Le sagne e ceci
Arrosticini!
Manoppello

 

Specifiche tecniche

  • distanza: 60 km
  • altimetria: 1366 m+
  • fondo stradale: asfalto (strada provinciale secondaria)
Claudio Mancini: Cicloturista per vocazione, ciclista urbano per necessità, sono felice del fatto che dove finiscano le mie zampe inizi sempre un paio di pedali. In sella a bici scassate ho attraversato l'Europa e valicato passi montani, e finora sono sempre tornato a casa. Mi piace scoprire in modo grottesco e poetico i posti che attraverso, dall'alto dei 20 km orari. Adoro il cibo locale e l'aggettivo "casareccio", le strade provinciali e i passaggi a livello. Scrivo diari di viaggio per ricordarmi per quali luoghi sono passato (www.abbondantiedozzinali.it).