In bicicletta sulle orme di San Benedetto

Da Norcia a Montecassino, sulle strade dove è nato e si è diffuso l’ordine benedettino: quello dedicato a San Benedetto è uno dei cammini di fede più famosi in Italia: trecento chilometri in tutto, con la doppia opzione del percorso a piedi oppure quello in bicicletta. La prima è di sicuro la soluzione più gettonata dai viaggiatori: il Cammino di San Benedetto a piedi è tutto segnalato, è in grossa parte su sentieri o strade secondarie, ma non meno fascino ha l’alternativa ciclistica, pur se in questo caso la segnaletica è meno strutturata ed è meglio abbinarla ad una traccia gps.

L’occasione di percorrere in sella un bel tratto di questo cammino ce la ha data un recente viaggio stampa organizzato dal GAL, Gruppo di Azione Locale della Valle dell’Aniene che ci ha permesso di scoprire su due ruote la parte centrale di questo lungo viaggio che si può intraprendere a tappe (sette in tutto), ma che in mancanza di tempo o possibilità nessuno vieta di goderselo pedalando su porzioni singole.

Dal lago del Turano a Vicovaro

È esattamente quel che abbiamo fatto noi, che in una bella giornata di metà ottobre ci siamo goduti il tratto che va dal Lago del Turano fino a Vicovaro. Questa porzione parte dalla provincia di Rieti, lambisce per pochi chilometri l’Abruzzo e la Provincia de L’Aquila per poi rientrare nel Lazio e nella provincia di Roma.

È la parte centrale del Cammino, come per il resto del percorso, ci si muove per zone prevalentemente montuose, tipiche dell’Italia centrale.

La porzione percorsa è tutta su asfalto, abbastanza impegnativa: i chilometri sono relativamente pochi – poco più di sessanta – ma i metri di dislivello sono poco più di 1.000.

Partiamo di buon ora, dalla diga che serra il bacino del Turano, prima torrente, ora lago artificiale di montagna.

La scarsità delle piogge della primavera e dell’estate che ci siamo lasciati alle spalle ne hanno abbassato molto il livello, ma questo non toglie il fascino a questo bacino lungo e stretto, nel quale si specchiano le vette dolci della riserva naturale del Monte Cervia e Navegna.

Costeggiamo il lago sulla sponda sinistra per una decina di chilometri, prima di attraversarlo su un ponte alto e snello che ci conduce a Castel di Tora, primo borgo di giornata, che si presenta nella sua suggestiva veste medievale. Castel di Tora domina come una vedetta il lago che lo circonda dal 1939.

Dopo Castel di Tora il Cammino riprende la direttrice sud, prosegue costeggiando il lago per poi lambire il confine tra Lazio e Abruzzo.

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Vivaro Romano

Qui finiscono i primi 25 chilometri praticamente tutti pianeggianti della nostra “tappa”; qui ha inizio la prima ascesa, verso il paese di Vivaro Romano, che ci accoglie con una vista mozzafiato sulla sottostante Piana del Cavaliere. Un intenso arcobaleno è la buona scusa per prendere fiato e goderci il panorama, tanto più che su queste strade non passa un’auto, neanche la domenica. E pensare che – via autostrada che si scorge guardando in basso – qui siamo a soli quaranta minuti dal caos della Capitale …

Orvinio

Il primo “gpm” è a 850 metri di altitudine, nei pressi del borgo di Vallinfreda. Di qui si comincia a scendere verso una valle brulla e aspra; neanche il tempo di prendere fiato e siamo di nuovo in salita, per fortuna leggera, che in quattro chilometri ci porta verso il terzo borgo di giornata, un borgo di montagna, l’incantevole Orvinio, a 850 metri di altitudine.

Orvinio è il punto più alto della Valle Ustica, propaggine secondaria della Valle dell’Aniene; è un posto incredibilmente verde e fresco, in estate meta prediletta da tanti romani in cerca di fresco e di aria buona.

Percile

Ricominciamo a scendere: il secondo paese della valle che incontriamo è Percile, che tra i “borghi più Belli d’Italia” lo è non solo formalmente: il paese è interamente compreso nell’area protetta regionale del Parco Regionale dei Monti Lucretili; ha una concentrazione di palazzi signorili, edifici religiosi e chiese medievali e rinascimentali che ci ricordano quanto importanti e nevralgici furono questi centri nei secoli che furono. La sorte che invece li accomuna oggi è invece ben diversa; incredibilmente belli, ma sempre più soggetti al progressivo spopolamento.

Ancora in sella e ancora in discesa, per raggiungere il paesino di Licenza, da dove effettuiamo una deviazione rispetto al cammino, per andare a visitare il Museo dell’Aquila Reale, a due passi dalla località di Civitella di Licenza, quasi un avamposto che fa guardia sulla Valle Ustica. Proprio qui è sorto il Museo dell’Aquila, perché è a due passi da qui, sulle falesie dei monti Lucretili, che nidifica l’Aquila chrysaetos. Per vederla ci sono punti specifici di birdwhatching predisposti in mezzo ai monti, dove con un po’ di pazienza, a inizio estate, è possibile vedere la femmina del rapace con i suoi piccoli che presto si involeranno. Per chi come noi va più di fretta, invece, il museo e i suoi allestimenti espositivi spiegano bene perché abbia scelto di nidificare proprio qui.

San Cosimato

Risaliamo in sella e dopo una giornata “piena” come questa ci godiamo gli ultimi dieci chilometri tutti in discesa, che ci conducono all’arrivo posto Vicovaro, più precisamente presso la località San Cosimato e L’Oasi Francescana che ci ha ospitato la notte precedente: ex convento convertito una decina di anni a suggestiva struttura ricettiva, il complesso su cui insiste questa struttura è nato su resti di età romana e si trova al di sopra di una profonda gola naturale scavata nel tempo dal fiume Aniene; qui i romani antichi facevano scorrere i loro acquedotti imperiali che conducevano l’acqua a Roma, qui grossi ambienti scavati nella roccia in parte per opera dell’azione carsica, in parte per opera dell’uomo ospitano eremi benedettini; alcuni di questi sono affrescati e abbelliti con portali scavati nel  roccia.


Proprio qui c’è anche la cappella dedicata a San Benedetto, perché ritenuta la sua cella personale. Insomma, senza dubbio l’Oasi è il posto migliore per soggiornare o riposare per chi vuole intraprendere un cammino affascinante come è questo.

 

La traccia gpx: Sulle Orme di Benedetto_ Castel di Tora – Vicovaro

Maurizio Coccia: Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.