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Cosa hanno in comune il foliage, la bicicletta, delle panchine giganti e il paesaggio vitato? Il Monferrato! Da queste terre arrivano delle proposte di uscite fuori porta multicolor per l’autunno. Nella provincia di Alessandria vi segnaliamo un’esperienza bike tra il paesaggio vitato e gli infernot Patrimonio Unesco, sulle big bench e tra i filari del Gaviese terra dell’omonimo vitigno, sui tralci del passito dell’Alto Monferrato acquese o sui Colli tortonesi sulle tracce di Pellizza da Volpedo.
Rosignano Monferrato – Cella Monte – Sala Monferrato
Il percorso bike “Unesco” parte dal punto più alto di Rosignano Monferrato, dalla chiesa della Madonna delle Grazie vicino alla famosa “big bench” del paese, e giunti nella parte bassa del borgo si svolta a destra in direzione di Cella, tra le vie delle caratteristiche case in pietra da cantone a fare da cornice alla pedalata fino in cima al paese con il bellissimo scorcio panoramico sul paese di Rosignano. I due paesi infatti sono il tipico esempio dei bric e foss, ovvero il saliscendi di colline in cima alle quali si erge un borgo. E seguendo il percorso in direzione di Sala Monferrato, è tutto un susseguirsi di colline e vigneti che arrivano fino all’orizzonte “contornato” dalla catena delle Alpi Marittime, sino alla big bench poco dopo il cimitero e vicino alla suggestiva chiesa seicentesca di San Grato, circondata da vigneti. Si prosegue in direzione di Ottiglio dove poco prima di entrare nella parte bassa del paese, seguendo le indicazioni del sentiero “valle dei Frati”, si raggiunge la piccola frazione di Cella Monte chiamata Coppi. Qui si trova la chiesetta campestre di Sant’Anna posta sulla cima della collina da cui si può godere dei panorami del Patrimonio Unesco e della divertente vigna coi matitoni colorati.
Pedalare tra colori e vigneti
Se volete andare a caccia di colori in bicicletta potete farlo sulle colline Patrimonio Unesco del Monferrato casalese che hanno ottenuto questo riconoscimento nel 2014 per il connubio speciale tra paesaggio vitato e gli infernot, ovvero le specule vinarie sotterranee scavate nella pietra da cantone. Come? Provate ad individuare il giallo delle uve a bacca bianca del Cortese, del Sauvignon o del Chardonnay, così come il rosso delle più numerose uve a bacca rossa, in primis Barbera e Freisa. E non fatevi imbrogliare dalle uve del Grignolino, vino rosso le cui foglie in autunno diventano gialle, come nelle uve bianche, confermando la scarsa dotazione di antociani di questa varietà (i pigmenti rossi). Dopo aver pedalato potete starvene per un po’ seduti appollaiati sulle big bench cioè le panchine giganti, nate proprio per godere del paesaggio vitato, sentendosi piccoli come bambini, col cui occhio incantato ci si perde nel paesaggio.
Un fantastico foliage tra i vigneti dal sellino della bicicletta lo si può fare sulle colline ove regna a incontrastato il Cortese nell’anno ad esso dedicato dalla regione Piemonte insieme al Dolcetto. L’itinerario parte da Piazza Dante a Gavi, borgo bandiera arancione sovrastato dall’antico forte militare, simbolo del paese. Siamo a ridosso dell’appennino ligure-piemontese e le sue colline sono famose per la produzione dell’omonimo vino e per le numerose cantine presenti nell’area. Scendendo per via Voltaggio si prende la SP 170 in direzione di Bosio e dopo circa 4,6 km si svolta a sinistra in strada Val Pagani, alla sommità della quale (5,8 km) si trova una big bench da cui godere un suggestivo scorcio panoramico sulle vigne di Cortese e Dolcetto. Si scende a destra verso il paese di Parodi Ligure e, dopo aver attraversato la frazione di Cadimassa e Cadepiaggio è consigliata una piccola sosta al Monastero di San Remigio dalla storia ultramillenaria. Lasciato il monastero e proseguendo lungo la SP 168 , si raggiunge il paese di San Cristoforo il cui centro storico è impreziosito dalla presenza di un bellissimo castello circondato da un piccolo parco. Lasciato il centro del paese, si prosegue in direzione Capriata d’Orba (SP 177) per poi svolgere subito a destra verso via Rondanino e percorrere strada delle Parodine, una lunga strada bianca panoramica di circa 5 km circondata a destra e sinistra da filari di vigne. Al termine della strada bianca si scende a destra verso Francavilla Bisio lungo la SP 178 e subito dopo il ponte si prosegue lungo la strada comunale fino al paese di Tassarolo. Il percorso ad anello volge quasi al termine e sarà semplice raggiungere nuovamente il centro storico di Gavi seguendo la segnaletica ordinaria, proseguendo prima lungo la SP 159 ed percorrendo la SP 158 sempre circondati dalle colline del Gavi e del Dolcetto. Se avete tempo visitate il sito archeologico di Libarna, con i resti della antica città romana www.libarna.al.it.
Il sentiero della La Montà di Bogino è ideale sia per una passeggiata slow che per una escursione in bike. Punto di partenza Volpedo tra i borghi più belli d’Italia, dall’antica storia, testimoniata dalla incantevole pieve che sorge ai margini del centro abitato, che da sola vale la visita. E’ il luogo del pittore Giuseppe Pellizza, famoso per il Quarto Stato, a cui l’associazione “Pellizza da Volpedo”, nell’ambito di un progetto di valorizzazione dei luoghi legati alla vita e alle opere del pittore, ha realizzato il comprensorio escursionistico “I Percorsi Pellizziani”. Questo si snoda sul territorio dei comuni di Volpedo, Monleale, Montemarzino e Berzano di Tortona e comprende diversi sentieri, tra cui il sentiero 150 “La Montà di Bogino”. Sul tracciato diversi pannelli illustrativi riportano riproduzioni di alcune opere dell’artista, collocate nei punti esatti dove furono realizzate. Il percorso parte dalla piazzetta Quarto Stato e tra le vie del paese giunge al bivio per Pozzol Groppo, per poi svoltare a destra e lasciate le ultime abitazioni, si raggiunge su strada campestre, la “Montà di Bogino”, una breve rampa in salita raffigurata da Pellizza in una delle sue opere, e che dà il nome al sentiero. Al termine della salita il percorso segue la stradina sterrata che piega sulla destra snodandosi tra i vigneti e offre splendide vedute panoramiche sulle colline circostanti, con il castello di Nazzano che domina la Valle Staffora. Giunto nei pressi della frazione Cà Barbieri il sentiero svolta a destra, seguendo la strada campestre dalla quale è ben visibile il Monte Brienzone o Poggio di Volpedo, il punto più elevato del territorio. Il percorso aggira la località Cascinetta e, al termine della recinzione di una abitazione, lascia l’asfalto e svolta a destra su una strada campestre che con un ampio tornante conduce all’abbandonata cascina Boffalora, nei cui pressi sorge una quercia di imponenti dimensioni. Superata la cascina, il sentiero scende repentinamente di quota attraversando un’area boscata e sbuca su una strada asfaltata dove gira a sinistra: oltrepassati i campi coltivati il percorso arriva alla periferia del paese dove ci sono le scuole, si riaggancia all’itinerario dell’andata per tornare alla piazzetta del Quarto Stato.
Qualche altra idea
Dalla Valle Ghenza, a pochi chilometri da Casale Monferrato, potete percorrere la strada panoramica detta della Mandoletta, coi borghi di Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, Vignale. E se si scollina si raggiunge il piccolo borgo di Lu e di Cuccaro. Da Rosignano prima di andare a Vignale sono imperdibili i borghi di Cella Monte (borghi più belli d’Italia e sede dell’ecomuseo della pietra da cantone), Moleto (con un bosco interno verso Ottiglio) e Olivola, borghi incastonati sui bricchi e dal candore bianco della pietra da cantone. Se volete fare anche un percorso a piedi suggestivo è quello di Sala Monferrato “Sala tra santi e vigne”, un itinerario ad anello di 9 km che passa nel punto in cui vi è la panchina gigante, posta vicino alla bella chiesa barocca di San Grato. E’ un percorso aperto e altamente panoramico che si snoda in gran parte tra le vigne, per godere delle infinite sfumature di colori. Invece la big bench di Strevi è stata ribattezzata “dell’amicizia” e si trova in mezzo a vigneti che producono vini passiti pregiati, con vista sulla vigna «Scrapona» dal dialetto “arrampicata”.
foto A. Sgarito