In Spagna, nel paradiso del cicloturismo su strada

Da qualche tempo lo chiamano “l’eden dei ciclisti”, in particolar modo quelli che vanno in bici da strada, sia cicloturisti, sia corridori professionisti. Questi ultimi, da qualche anno, questo spicchio della penisola iberica lo hanno eletto a meta preferita dei loro allenamenti invernali. E se è così è sia per via del clima incredibilmente mite nella stagione fredda, ma anche perché qui i costi di soggiorno vantaggiosi sono un’attrattiva in più per i gruppi sportivi, che i “camp” dei grandi team agonistici devono finanziarli.

Ma prima di questo ci sono strade lisce come un biliardo, che dalla costa si inerpicano sui monti con salite per tutti i gusti e tutti i gradi di allenamento; ci sono panorami fantastici e scenari suggestivi, che spaziano dai centri di piccola o media grandezza sul mare e poi passano ai paesini semisperduti nell’entroterra. E in qualsiasi caso qui c’è un rispetto e un’attenzione assolute degli automobilisti nei confronti dei ciclisti sulla strada, un rispetto che – ahi noi – non è frequente trovare in tante zone della nostra pur bella Italia …  Qui prima di superarti chi è al volante aspetta, aspetta quel che serve, aspetta che ci siano le condizioni giuste per passarti a fianco, e farlo anche a più di un metro e mezzo di distanza da te …

Dove siamo? Siamo in Spagna, siamo in Costa Blanca, in particolare in quel lembo di costa tra Calpe e Benidorm, città che per noi italiani è ciclisticamente famosa perché qui Gianni Bugno vinse il campionato mondiale di ciclismo nel 1992.

Proprio in questa zona abbiamo avuto l’occasione di percorrere un affascinante itinerario ad anello di quasi ottanta chilometri e 1.380 metri di dislivello, con partenza ed arrivo ad Altea, paese rivierasco dove in inverno la temperatura raramente va sotto i dieci gradi.

L’itinerario che vi suggeriamo in questa occasione è per ciclisti su strada con un buon livello di allenamento, è perfetto per le e-bike stradistiche o da trekking ed è percorribile esclusivamente da ottobre a maggio, perché da queste parti – ci dicono – in estate il caldo è feroce. E c’è da crederci a giudicare da quanto secche siano queste zone interne anche in inverno. Aggiungiamo che di fontane qui non è facile a trovarne, e quelle poche che ci sono, in estate sono tutte secche …

La stessa regola vale per tutti gli altri tanti itinerari ad anello che in questa regione della Spagna si possono disegnare, itinerari che possono essere dedicati ai cicloturisti alle prime armi oppure ai ciclisti professionisti, esattamente come i tantissimi che abbiamo incontrato durante la nostra uscita, che queste strade le considerano come perfetta palestra invernale.

Il giro nel dettaglio

Abbiamo effettuato il nostro giro in senso orario; ma anche nel senso opposto avrebbe ugualmente fascino, anzi, in questo caso si affronterebbe l’unico vero “colle” di giornata in modo più secco, dando più soddisfazione ai grimpeur che potranno sfidare i 625 metri del Puerto de Rates (o Coll de Rates), che è l’asperità principale di questo “anello”.

Solo nei primi dieci chilometri e poi negli ultimi venti di rientro per la Nazionale costiera ci si deve imbattere in un po’ di traffico con le automobili, ma abbiamo già detto del rispetto che chi è al volante ha verso i ciclisti da queste parti. Aggiungiamo, che il tratto finale sulla carretera nacional è molto ampia, e a destra della delimitazione della carreggiata c’è così tanto spazio che sembra una pista ciclabile …

Dopo 11 chilometri, oltrepassato l’abitato di Callosa, si incontra la porzione più panoramica dell’itinerario: qui inizia una “ruta ciclista” di quasi trenta chilometri, ovvero una delle tante strade che da queste parti sono appositamente dedicate ai ciclisti; qui le autorità locali, al mattino dei giorni festivi, raccomandano ai pochi automobilisti che vi passano ancor più rispetto e attenzione verso i ciclisti sulla strada.

La salita verso il Col de Rates è a “gradoni”, nel senso che si sviluppa in due porzioni, la prima, più lunga, che sale dal piccolo “pueblo” di Bolulla a Tarbena, da dove si scende per qualche chilometro per poi effettuare l’ultimo, panoramicissimo, tratto di salita verso il colle.

A questo punto vestire un antivento o una mantellina è d’obbligo, perché cominciano i 7 chilometri di ripida discesa verso Parcent. La discesa è veloce ma mai pericolosa, ha pochi tornanti sulla destra ti riserva un panorama verso la vallata sottostante che vale da sola tutti i 76 chilometri del giro.

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Superato Parcent, una sosta “ciclistica” obbligata è al Velosol, nel paesino di Xalò: è un bike cafè gestito da una signora belga, che ha arredato il suo locale con memorabilia, biciclette vecchie e nuove, trofei, e targhe di gare ciclistiche appese al muro. Imperdibile per ciclisti e non! Nello stesso locale c’è anche una ciclofficina per eventuali necessità o emergenze meccaniche.

Con un sali-scendi comodo la strada torna poi a perdere progressivamente di quota e dirigersi di nuovo verso la costa.

Si ritocca il mare presso nei vicinanze di Calpe, da dove voltando a destra si torna a dirigersi verso sud per raggiungere in 16 chilometri l’arrivo ad Altea, sulla strada rivierasca leggermente ondulata. In realtà, proprio da Calpe, una variazione consigliata rispetto all’itinerario ad anello potrebbe essere quella di allungare per i cinque chilometri verso sinistra, per dirigersi verso la bella Playa de Moraira da dove una foto con il Peñón de Ifach sullo sfondo è immancabile.

 

Dove mangiare

Cafè Ciclista Velosol (Bike Cafè), Carrer Església, 14 – Xalò

Ca’s Pelut, Tarbena, cucina tipica valenciana, Partida Poblet de Dalt, 12 -Tarbena

Ciclofficine

Cafè Ciclista Velosol, Carrer Església, 14 – Xalò

TopBikes Rental, Cap negret 17 – Altea

Noleggiare una bici

TopBikes Rental, Cap Negret 17 – Altea

Aeroporti più vicini

Alicante (30 chilometri)

Valencia (150 chilometri)

Planimetria e altimetria generata con la piattaforma Komoot

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Maurizio Coccia: Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.