Cosa troverai in questo articolo:
I cicloturisti romani lo sanno bene: se vivi nella Capitale o nel suo esteso hinterland, la cosa migliore da fare è caricare la bici in auto oppure in treno se in testa hai un bel “lungo” lontano da traffico e rumori.
Fatto questo ti basterà poi dirigerti almeno a venti, trenta chilometri fuori dal caos della grande città, partire da lì e scoprire itinerari ciclistici a dir poco suggestivi.
Così ho fatto un giovedì intero di fine settembre, con una giornata dedicata interamente alla bici, alla scoperta dell’area a sud est di Roma.
Colli e catene montuose di media altezza, corsi di fiumi ancora limpidi, laghi che ti ci puoi specchiare e soprattutto borghi incantevoli sono stati il menu di questa bella “cavalcata” di centocinquanta e più chilometri che mi ha portato a pedalare nel quadrante centro orientale del Lazio, prima nell’area dell’alta Valle del Sacco, dell’Alta valle dell’Aniene, rasentando poi i Monti Simbruini e i Monti Ernici, ancora lo spicchio più settentrionale della Ciociaria, per poi chiudere questo itinerario circolare esattamente da dove ero partito: Valmontone.
Partenza raggiungibile anche in treno
Valmontone è borgo a 40 chilometri a sud di Roma: è un punto strategico come inizio di tour ciclistici vicino la Capitale. Come ho fatto io ci si può arrivare in auto uscendo dall’omonimo casello autostradale sulla A1, oppure si può raggiungere in treno, partendo da Roma Termini, per un viaggio di appena cinquanta minuti.
In una o due tappe in base all’allenamento
L’itinerario che ho fatto in un giorno è oggettivamente per ciclisti molto allenati; o quantomeno così è per chi ha in mente di farlo tutto in una giornata.
Più che la distanza, 151 chilometri, è il dislivello complessivo ad aumentarne la difficoltà (oltre 2.700 metri).
L’“anello” si potrebbe anche accorciare per ammorbidirne la difficoltà, ma a mio avviso così verrebbe snaturato della sua eterogeneità di paesaggi, perdendo così anche la sua spiccata connotazione di giro per chi ama la salita, pur se questa non è mai presente con pendenze importanti o con lunghezze “dolomitiche”.
L’alternativa per chi è meno allenato, a mio avviso, è dividerlo in due tappe, con sosta la prima notte nell’abitato degli Altopiani di Arcinazzo o al massimo presso il paese di Guarcino, ovvero due località poste grosso modo alla metà altimetrica e di lunghezza di tutto il giro.
L’itinerario, tra l’altro, ripercorre parte delle tappe conclusive del Cammino di San Benedetto, una via molto nota per l’escursionismo a piedi o in sella dell’Italia centrale, e di cui in passato ci eravamo già occupati qui.
Percorribile praticamente tutto l’anno
La quota minima del giro è 230 metri, quella massima quasi mille, ma buona porzione del percorso è ad altezza collinare: considerando gli inverni miti degli ultimi tempi, potremmo in questo senso dire che il giro è percorribile tutto l’anno, anche in pieno inverno, così come in estate il caldo torrido difficilmente attanaglia la cospicua porzione pedemontana che disegna il giro.
Al netto di quanto appena detto, ovviamente, i momenti migliori dell’anno per effettuare questo anello sono comunque l’inizio autunno o la primavera inoltrata.
Sul percorso si trovano inoltre numerose fontane o soste idriche, se non altro perché quella dove si va a pedalare è area verde e rigogliosa, storicamente nota come l’area da cui l’antica Roma si approvvigionava d’acqua.
Tutto su asfalto, traffico raro
Il percorso di cui riportiamo in fondo la traccia Gpx è interamente su fondo asfaltato, per questo più adatto alle biciclette da corsa.
L’asfalto è in condizioni ottime praticamente su tutto l’anello.
Se si effettua il giro nei giorni infrasettimanali il traffico veicolare è praticamente assente se si considera tutta la porzione centrale del percorso; un po’ di traffico si potrebbe infatti trovare solo nei chilometri finali, quando si percorrono dieci chilometri della Strada Statale Casilina.
Per essere precisi, qualche “motore” in più lo si può incontrare il sabato e la domenica, visto che queste zone sono spesso metà della classica gita fuori porta di tanti laziali.
Anche porzioni ciclabili
Insomma, se si ha l’occasione di percorrerlo in giornate infrasettimanali, l’itinerario è in pratica come un’estesa ciclabile naturale, dove si può pedalare senza l’assillo e il pericolo dei motori.
Aggiungiamo che in alcune porzioni il giro interseca porzioni di ciclabili perfettamente agibili, per percorrere le quali è però necessario deviare dal nostro itinerario originale, ma che possono comunque essere valide alternative per chi volesse modificare in poco questo giro: ci riferiamo prima di tutto alla bella ciclabile che collega il paese di Fiuggi a quello di Acuto (ma che accorcia l’itinerario di qualche chilometro e qualche centinaio di metri di dislivello) e poi alla pista ciclopedonale realizzata nell’area prossima agli altipiani di Arcinazzo.
I punti tecnicamente più difficili
Consigliamo di effettuare questo anello in senso orario: in questo caso la prima metà dell’itinerario è oggettivamente la più difficile a livello altimetrico, visto che concentra le salite più lunghe e anche quelle con maggiore consistenza di dislivello positivo.
Ai più allenati che sceglieranno di effettuare il giro in un giorno solo, consigliamo inoltre di dosare sapientemente le energie anche per il finale, in previsione dei due “denti” arcigni poco prima del lago di Canterno (al centesimo chilometri circa) e infine per affrontare i 7 chilometri della salita che sale da Fiuggi agli Altopiani di Arcinazzo, che è salita oggettivamente pedalabile (5% medio), ma che viene affrontata dopo 105 chilometri.
Discese sicure
L’itinerario non presenta invece discese degne di essere definite pericolose e/o tecniche: esattamente come quella in salita, la pendenza media delle varie discese che si incontrano è raramente oltre il sei/sette per cento di pendenza media e l’otto/nove di pendenza puntuale nelle singole porzioni di discesa; quest’ultima generalmente si sviluppa sempre con una planimetria con pochi tornanti o curve “secche”.
Le strade paesaggisticamente più belle
Pur se è difficile stilare una ideale “classifica” di bellezza delle varie porzioni dell’itinerario ci sentiamo di assegnare alla cosiddetta “Via dei Monasteri” la palma di porzione paesaggisticamente più bella del percorso: si percorre questo tratto di strada in salita, dopo circa 30 chilometri dal via. La salita è dolce ed è lunga otto chilometri: risale il versante sud dei Monti Simbruini, lasciandosi a sinistra il corso del fiume Aniene, che da queste parti è ancora un ruscello.
La strada attraversa numerose gallerie scavate a mano nella roccia, lasciando poi spazio a tratti nel bosco che tagliano il pendio verde di monti dove la presenza di centri abitati è assai rara. E pensare che siamo ad appena cinquanta chilometri da Roma …
Qui inizia l’alta Valle dell’Aniene, corso d’acqua che poco più avanti, dopo l’abitato di Jenne, l’itinerario torna a lambire per una porzione altrettanto bella che scorre parallela al fiume.
Molto più avanti, siamo circa al centesimo chilometro, l’anello torna ancora a lambire l’acqua, questa volta di lago, con il Lago di Canterno, bacino di origine carsica sul quale si specchia il profilo dolce dei bei monti Ernici.
Infine, per gli amanti della speleologia, nella prima parte l’itinerario si trova esattamente a pochi metri dall’ingresso delle grotte dell’Arco, suggestivo sistema di grotte originate da un emissario sotterraneo.
Cosa visitare
Le attrazioni naturalistiche dell’itinerario non sono affatto seconde ai borghi e ai siti storico/culturali attraversati da questo anello. Proprio sull’itinerario (o al massimo a qualche centinaia di metri da esso) si possono incontrare nell’ordine:
- Monastero di Santa Scolastica: è uno dei monasteri fondati a Subiaco da San Benedetto da Norcia
- Sacro Speco di San Benedetto: antico monastero benedettino, uno dei più significativi luoghi spirituali per la Chiesa
- Jenne: borgo montano alle pendici meridionali dei Monti Simbruini, prossimo alle sorgenti del fiume Aniene
- Altipiani di Arcinazzo: località turistica montana situata a 850 m s.l.m., a cavallo delle province di Frosinone e Roma
- Guarcino: caratteristico borgo posto a 680 m.s.l.m., su un costone dei Monti Ernici
- Alatri: l’antica “Aletrium”, fu in origine uno dei principali centri del popolo osco-umbro degli Ernici
- Fiuggi: antico borgo della Ciociaria settentrionale, rinomato centro termale fin dal Medioevo grazie alle acque che sgorgano dalle sorgenti naturali e dalle montagne
- Piglio: borgo medievale in posizione panoramica su una propaggine del monte Scalambra
- Paliano: alle pendici dei Monti Prenestini ed Ernici, in posizione strategicamente dominante sulla Valle del Sacco.
La traccia: Alto Aniene, Simbuini, Ernici e alta Ciociaria in bici.gpx