Palermo, pedalando tra mare e storia e delizie culinarie

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Non potete andare a Palermo e non vedere la Cattedrale, la Chiesa della Martorana, le Catacombe dei Cappuccini, il Palazzo dei Normanni, la Cappella Palatina, la Fontana Pretoria e il Duomo di Monreale. Messo in chiaro questo sappiamo che la bici può essere un alleato preziosissimo per conoscerla al meglio.


In centro storico

Se volete concentrarvi nel centro storico cittadino è possibile seguire un percorso di 17 chilometri che ve lo svelerà completamente. Con la due ruote potete toccare piazza Castelnuovo verso il Teatro Politeama e la Chiesa Valdese. Su via Maqueda troverete il Teatro Massimo, e incrociando corso Vittorio Emanuele, Fontana Pretoria e San Giuseppe dei Teatini e più avanti la Chiesa del Gesù. Pedalando lungo corso Tukory e poi sulle mura di Porta Moltalto, vi imbatterete su San Giovanni degli Eremiti. Fino a piazza Indipendenza: qui si trova Palazzo d’Orleans, la Cappella Palatina, la chiesa della Madonna dei Rimedi, Palazzo dei Normanni. Lungo Corso Vittorio Emanuele incontrerete Santa Maddalena e San Giacomo La Mazara, villa Bonanno. Se percorrerete tutta via Cavour arriverete al mare. E ancora il viaggio su due ruote tocca il Borgo Vecchio e i Giardini inglesi.

Sul lungomare

Se volete sentire il profumo del mare mentre pedalate, il lungomare da Palermo a Mondello, propone un percorso ciclopedonale percorribile completamente in quattro ore circa.

piazza Pretoria Palermo

Fino a Capo Gallo

Un’altra idea bike è quella di seguire un percorso ciclopedonale che dal centro di Palermo raggiunge la costa, passando per il Parco della Favorita. La partenza è viale della Libertà, dove c’è una pista ciclabile, fino a piazza Vittorio Veneto. Si pedala fino a Mondello e costeggiando la spiaggia fino alla Torre del Borgo di Mondello. Per entrare nel Parco di Capo Gallo, si deve pagare un biglietto.

Da provare

Se avete pedalato è giusto concedersi anche qualche piacere culinario e la Sicilia offre tante prelibatezze. Ve ne consigliamo due in particolare che non potete assolutamente non assaggiare. La cassata siciliana nasce come dolce pasquale, nata durante la dominazione araba dell’isola. Canna da zucchero, limone, arancia amara, mandarino, cedro e mandorla, pan di spagna, cioccolato e canditi: una delizia! Non da meno è il cannolo, indiscusso re della pasticceria dell’isola. Tipico del periodo di carnevale, oramai lo trovate ovunque ed è composto da una cialda fritta con crema di ricotta, granella di pistacchi, canditi e gocce di cioccolato.

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Marzia Dal Piai: giornalista professionista con esperienza ventennale in diversi campi del giornalismo sportivo, enogastronomico e non solo.