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CAMINO DE SANTIAGO IN BICICLETTA GIORNO 4.
DA BELORADO A BURGOS, 48 KM soli, (ma tosti) 6 ORE.
La sera precedente ero andato a letto presto, ma alle 1 ero già sveglio come fosse mattina, mannaggia… aspetto a letto poi mi alzo con il buio, faccio i bagagli e verso le 6.30 son pronto, bici caricata, pronto a partire…non faccio colazione, la farò lungo la strada. I camminatori sono già là che arrancano nel buio, una lampadina sulla fronte, le facce allampanate, ne riconosco e saluto alcuni di quelli con cui avevo cenato la sera precedente, alcuni giapponesi.
Da lontano si vedono nubi e fulmini che schiariscono il cielo, prego di riuscire ad evitarli. Sarà una tappa dura, breve, ma molto tosta e bellissima. Nel primo paesino che incontro mi fermo a fare colazione, caffelatte e tostada, ottimi! Faccio colazione con questo montanaro austriaco che non parla una parola di niente ma ci intendiamo a cenni. E poi su, a cercar di superare il passo a 1200 prima che piova. Piano piano sorpasso tutti i miei compagni della cena precedente; salgo verso la vetta passando tutto sul sentiero, in alcuni punti devo spingere a mano e poi arrivo infine, tutto sudato, in cima a un belvedere. Qui trovo una donna e ci facciamo foto a vicenda mentre soddisfatti guardiamo i monti a oltre 2000 mt davanti a noi…temporale scampato, per ora.
Poi si pedala per un po’ sul bel crinale e si trova il baracchino ambulante che ti rifocilla a offerta (santa donna, ma i teutonici non ci credono e pensano ci sia una fregatura dietro!), da lì si scende verso
St Juan de Ortega,
minuscolo paesino con una bella chiesa, ci entro, è fresca e accogliente, mi ci fermerei molto ma…
Bisogna ripartire, lì fuori si parla con i viandanti, Tom, dal Tennessee, è qua per la seconda volta (questa cosa al momento mi sembrerà strana).
Sono le 11, son partito da circa 4 ore e spero di arrivare a Burgos in fretta, quindi riparto, ma inizia il solito caldo e invece di prendere l’asfalto che porta a strade trafficate, continuo per il sentiero che diventa terribile;
la salita Puntuta:
sassi, sassi e ancora sassi a punta, sui quali non si riesce né a pedalare né a camminare, un patire, tutto sotto il sole, ci siamo io e la ragazza, i camminatori si sono dissolti…
Infine, trascinando le bici arriviamo in cima e da lì si apre un paesaggio enorme!
Si vede
Burgos in lontananza e la meseta tutta intorno a noi, bellissimo,
giro un mini video che però non rende l’idea..
Un ultimo attimo per godersi il panorama, Cristina lascia lassù un paio di scarpe nel cumulo che hanno creato in molti e poi via, si scende con il vento in faccia, che bello!!
Ci ritroviamo da soli in mezzo a una specie di deserto, una piccolissima strada ci porta in giu’, sempre costanti le ottime indicazioni. Ritrovo un asfalto che serpeggia nella campagna, poi piano piano si allarga e arriva alla periferia di Burgos. Lì saluto Cristina, lei prosegue saltando la città (è filosofia di molti evitare di dormire nelle città più grandi preferendo invece i piccoli paesi) , io mi ci fermerò invece. Vado dietro alla cattedrale dove so che c’è l’ostello ma, brutta sorpresa: c’è una coda lunga di persone in attesa e non si muove…mi parlano di un altro albergue lontano, lo cerco ma niente, è chiuso. Mi metto allora a cercare una stanza, ho molta fame , entro quindi nella stradina di maggior flusso turistico e chiedo, oplà, proprio loro hanno una camera, bella e nuova , cara, però (45 €), poso le mie cose e mi butto subito su una tapa de merluzzo fritto e una sopa de fajoles con due bicchieri di Rioja, ah ora si che son tornato semi-umano!
All’ufficio del turismo, mi dicono che il bus sia meglio del treno per arrivare a Leon. Si, perché avevo già deciso di saltare le due tappe della meseta, mi dicono che sono calde, eterne, diritte e polverose e poi a Leon dovrei ritrovare i Pineroles quindi nessun dubbio, compro il biglietto e materiale per imballare la bici.
Per oggi ho già finito il mio budget…mi concedo il lusso di un riposino in camera fresca poi vado a cercare il “sello”, entro nella bellissima cattedrale – non senza la soddisfazione di non dover pagare l’ingresso come richiesto ai turisti – poi cenetta con pizza italiana niente male.
Lì vicino ritrovo i 4 moschettieri spagnoli di st Juan de la Calzada che se la bevono a un ristorantino, facciamo 4 chiacchiere e poi a letto mentre la vita ferve ancora nella mia stradina…….
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Ma non è Belorado il nome corretto?
Silvia Lazzaretto