Terza tappa del cammino di Santiago in bicicletta 75 km
La luna si staglia sulla mia finestra ancora alle 7 ma io parto solo alle 8,30, stavolta me la prendo comoda ma sbaglio perché c’è un certo traffico in uscita ed un po’ di difficoltà a trovare l’itinerario sui lunghi vialoni..poi però si entra su un parco sulla destra e da là sono finalmente
sul Camino, in mezzo ai tanti pellegrini. Si passa attraverso una bella riserva con laghetti e vigne. Con una bellissima strada, si arriva prima a Navarrete e poi a Najera e poi da lì comincia una zona desertica, non si vede più nessuno, ci son vari bivi e alla fine abbandono il Cammino cercando di fare prima , grosso sbaglio! Mi ritrovo presto in una meseta sconsolata, abbagliato dal sole e con qualche salita…arrivo in una cima, si è fatta l’una e non ce la faccio a proseguire, mi fermo per fare un misero pic-nic in una strada polverosa ai margini di un distributore abbandonato;mi metto all’ombra di un alberello rinsecchito e mangio un pomodoro con il tonno ( lo inforco con lo spazzolino da denti!) Sono così sudato che nemmeno le formiche e le zanzare mi considerano, anzi, mi evitano….penso anche di mettermi a dormire lì e lasciar passare un po’ la calura, ma fa davvero troppo caldo, quindi mi faccio forza e riparto. Sorpresa: dopo soli 300 mt inizia una lunga discesa che quasi senza pedalare mi porta a quello che da lontano sembra un paesone industrializzato, Santo Domingo della Calzada; -nome altisonante penso, per tre case e una zona artigianale, ma mi dovrò ricredere. Arrivo infatti nel centro, sempre guidato dalle onnipresenti frecce – sul Camino non si perde mai nessuno ! – e mi ritrovo tra fresche viuzze piene di pellegrini che pasteggiano contenti all’ombra di belle chiese. Decido subito di fermarmi al volo in un ristorantino e di farmi un menù del pellegrino ( in genere si cena con questi menù completi per meno di 10 € ) . MI siedo accanto a degli spagnoli , sono in bici anche loro e hanno voglia di chiacchierare, mi raccontano che fanno il Cammino ogni anno, vanno piano e bevono vino, se la prendono comoda insomma, antitesi dei tanti nordici che vedo sfrecciare sull’asfalto con i loro satellitari e cartine e…si perdono tutto il bello del Cammino e non lo sanno.
Passa un torinese e lo invito al mio tavolo, anche lui viaggia in bici da solo, parliamo un bel po’ scambiandoci le esperienze, mi concedo anche io un po’ di vino col baccalà, ottimo, poi faccio un giro nel paese, faccio foto ed entro nel Parador, anche quello molto bello e interessante; infine si fa l’ora di ripartire, a malincuore ( le gambe fanno ancora male).
La mia meta serale è Belorado ma arrivarci sarà lungo dato il caldo e la stanchezza accumulata , ci arrivo alla fine verso le 6 quando gli altri son quasi a mangiare e non riesco a trovare posto dove dormire; mi sarebbe piaciuta la casa parrocchiale, con la sua chiesa rupestre, chiedo ma è pieno anche lì…alla fine, gira gira riesco a trovare posto in un alberghetto, spendo 40 € ma va bene lo stesso, ho il bagno privato. Una rapida doccia e poi vado in paese , scelgo un ristorantino col menu del pellegrino. Bella scelta perché ci trovo quelli della casa parrocchiale che fanno festa per salutare una loro compagna che parte, mi unisco al tavolo di gente di tutte le parti del mondo, ci sono tedeschi australiane, romane, spagnoli e Paul l’inglese, passiamo una bella serata poi si fa l’ora di andare a letto, tutti siamo desiderosi di ripartire presto l’indomani quindi ci salutiamo .
Alessandro Madiai