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In Puglia una vacanza sostenibile
In sella ad una bici per raggiungere un angolo d’Italia che non ti aspetti: è Torre Guaceto, in Puglia. Qui, la sostenibilità è cultura che scorre nelle vene. Un modello di turismo innovativo che con disarmante semplicità svela storia, storie, paesaggi, natura e tradizioni.
Quante sono le rotte di mare e di terra che si possono tracciare? Infinite. Come infinita risulta la bellezza laddove mare e terra si incrociano in uno scambio continuo di sguardi, di colori, di intense profondità e di leggere sfumature. Siamo in Puglia, nel Parco Naturale Riserva di Torre Guaceto, Oasi del WWF. Se arrivate in questo posto unico e pensate che sia tutta magia, allora avete l’animo predisposto ad accogliere i racconti che Torre Guaceto vi vorrà sussurrare.
Scegliete un abbigliamento comodo, salite in sella alla vostra bici e iniziate il viaggio alla scoperta di un territorio che sa sorprendere per i suoi paesaggi costieri, per un entroterra culturalmente frizzante, per la storia, i panorami, per le tradizioni, per i piatti di cucina genuina e mai banale, ma anche per la genialità, l’impegno e le ambizioni delle comunità locali, attente alla sostenibilità ambientale, e a giovani decisi a mettere in pista professionalità e passione, un binomio vincente per fare dell’accoglienza e dell’ospitalità un segno distintivo di qualità.
Tra Alto Salento e Valle d’Itria
Il territorio che abbraccia Torre Guaceto è quello che coincide con l’Alto Salento e che confina ad est con la Valle d’Itria. Il clima di quest’area consegna una meta fruibile dodici mesi all’anno. Le temperature, infatti, anche in inverno, difficilmente scendono al di sotto dei 10 gradi mentre le medie in autunno e primavera oscillano tra i 18 e i 24 gradi, il che fa di questo tratto di Puglia, un Oasi di nome e di fatto. Un paradiso, dunque, che diventa la destinazione ideale per degli indimenticabili tour in bici. Mappa alla mano si possono facilmente individuare i percorsi ciclabili e tra una pedalata e l’altra sarà facile farsi avvolgere da questi luoghi carichi fascino.
2.227 ettari marini di Area Marina Protetta e 1.116 ettari di Riserva Naturale proteggono la macchia mediterranea, la zona umida, il litorale, le praterie di Posidonia oceanica, il Coralligeno. Il canneto che corre fino alla costa, si alterna ad acqua risorgiva e accoglie flora e fauna terrestre e marina. La visita al Parco Naturale Riserva di Torre Guaceto si traduce in un’esperienza poetica; a prendere per mano i visitatori ed incantarli con narrazioni emozionali, vi sono gli instancabili ragazzi della Cooperativa Thalassia. A gestire il Parco Naturale Riserva di Torre Guaceto è il Consorzio di Torre Guaceto presieduto da Rocky Malatesta con la direzione di Alessandro Ciccolella.
Il mare di Torre Guaceto ha colori intensi e fondali spettacolari sui quali vigila dall’alto una Torre aragonese completamente ristrutturata. All’interno della torre, una fantastica istallazione ricostruisce un’antica nave romana, imbarcazione che era solita varcare questi mari. Il ritrovamento di reperti archeologici di notevole valore fa ritenere Torre Guaceto uno tra gli approdi più importanti dell’epoca romana.
L’entroterra
L’entroterra di Torre Guaceto è un semi-cerchio magico: Brindisi, Ostuni, Mesagne, Carovigno, San Vito dei Normanni cingono la Riserva Naturale e il Parco Nazionale come a proteggere la bellezza di questi luoghi.
Brindisi, la seaty, si presenta sul mercato nella sua nuova veste di destinazione per i nomadi digitali e per chi cerca luoghi speciali per lo smart-working. Del resto, salire in sella ad una bici per perdersi nella bellezza del centro storico e leggere le tracce di storia che si respirano in ogni vicolo diventa un viatico per rigenerarsi dopo un’intensa giornata di lavoro. Il territorio intorno a Brindisi è ricco di vigneti e anche di Cantine vitivinicole che trasformano gli acini di uva in magnifici vini, apprezzati e richiestissimi sul mercato internazionale. Assolutamente da visitare le Cantine Rubino, emblematico esempio di un riuscitissimo mix tra cura delle tradizioni e visioni innovative. Prima di un giro in barca con i vogatori del Circolo Remiero Brindisi sugli “schifarieddi”, le tipiche imbarcazioni brindisine, riportate in auge da ragazzi dal DNA marinaro, è d’obbligo una tappa ‘stuzzicante’ presso la storica Enoteca Anelli nel cuore della città mentre per un pranzo o una deliziosa cenetta l’Antica Osteria Le Sciabiche sul lungomare di Brindisi è sicuramente il luogo ideale.
A Ostuni, passeggiando in bici si può visitare il suggestivo centro storico e fermarsi poi a pranzo all’Osteria Le Monacelle per gustare i sapori tipici della cucina locale.
Proseguendo per Mesagne e prima di scoprire una città culturalmente vivace, con uno sguardo europeo e un cuore mediterraneo, la tappa obbligatoria è il Parco Archeologico di Muro Tenente. Del centro storico di Mesagne colpiscono le stradine illuminate da eccellenti ristorantini e trattorie tradizionali; da provare I’Osteria il Vicoletto.
Continuando in bici, si raggiunge Carovigno, qui dopo la visita al Castello Dentice di Frasso, immergendosi nelle viuzze del centro non sarà raro incontrare ragazzini intenti ad esercitarsi da sbandieratori. A Carovigno, infatti, gli sbandieratori sono una vera istituzione che trae origine dal tradizionale “Battimento della Nzegna”, una tradizione tra le più antiche d’Italia nel gioco delle bandiere. A fine serata, una cenetta gourmet nel ristorante Casale Ferrovia dove piatti tradizionali si riscoprono innovativi grazie all’estro creativo di chef e proprietari.
Tappa finale a San Vito dei Normanni per una visita al Circolo Mandolinistico di San Vito prima di una cenetta alla Locanda di Nonna Mena.
Il Consorzio di Torre Guaceto sta tessendo una rete virtuosa tra questi centri dell’Alto Salento per mettere a sistema gli elementi identitari di un territorio che si presenta a turisti e visitatori come una destinazione ideale per degli short break rigenerativi o per delle vacanze ‘istituzionali’.
La cultura della sostenibilità, tra mare e terra
La storia dei pescatori di Santa Sabina, la marina di Carovigno, merita un ascolto attento. Per questo vi consigliamo di arrivare qui in bici e di mettetervi in relax perché sarà affascinante ascoltare dalla loro viva voce il percorso difficile e tortuoso che ha poi, però, condotto alla bella Torre Guaceto. I pescatori che vent’anni fa furono costretti a tirare in secco le proprie barche per consentire al mare di ripopolarsi, sono oggi in prima linea per insegnare, anche ai colleghi albanesi e greci, che il rispetto per il mare è un’arma per difendere e salvaguardare il futuro. L’altra arma, è l’amore per il proprio territorio, ed è quello che anima queste comunità di pescatori.
La sostenibilità è la pietra angolare di questo territorio che si connota di una bellezza indiscutibile che si lascia accarezzare dagli sguardi e dal vento. E se pensate di aver visto tutto, sappiate che non è così. Continuate a pedalare tra la macchia mediterranea del Parco Naturale della Riserva fino a scoprire il Centro di Recupero per tartarughe marine; questo Centro è situato a Punta Penna Grossa ed è gestito dal Consorzio di Torre Guaceto con la collaborazione del WWF, sezione di Brindisi, presieduta da Giovanni Ricupero. Presso il Centro di Recupero per Tartarughe Marine, le tartarughe ferite vengono curate per poi essere rimesse in mare.
E che dire delle buone merende all’aria aperta che si possono consumare nel Parco Riserva Nazionale di Torre Guaceto; olio, sottoli, farine, sono prodotti da aziende agricole biologiche certificate. Ma la vera eccellenza è la produzione del pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto, una varietà di cui si era persa memoria a favore di varietà ibride più produttive e che è divenuto un presidio Slow Food apprezzato e venduto in tutta Italia.
Tiziana Protopapa