Vorreste – voi e le vostre famiglie – attraversare in bici la Valle del Rodano seguendo la mitica Rhode Route scoprire villaggi straordinari, profumi e degustare i vini della regione, visitare mostre d’arte internazionali (ricordate la magia della “Notte stellata sul Rodano” di Van Gogh?), fotografare una intera collezione di auto inizio secolo e poi magari tornarvene a casa con un bel cucciolo di San Bernardo?
Giuro che è tutto possibile. E in meno di una settimana: io l’ho fatto in quattro giorni (il cucciolo non l’ho preso, il cane già c’è l’ho …) Ma tutto il resto, sì: 200 chilometri – metro più’, metro meno – partendo da Oberwald, il luogo magico a 1.400 metri d’altezza, ai piedi del ghiacciaio da cui ha origine il Rodano.
E dove si arriva con un trenino incantato che sembra quello delle favole e quando scendi quasi ti dispiace. Ma poi inforchi la bici e ci ripensi. E pazienza se piove: giubbino e via. Il tour nella Valle del Rodano è cominciato. E siccome è una vacanza e vale la pena prendersela comoda e dedicare qualche attenzione anche alla ristorazione locale, prima di iniziare a scendere lungo la Valle di Goms, decidiamo di concederci un pranzetto.
Oltre al sottoscritto c’è’ Eugenio, il nostro simpaticissimo comandante poliglotta, Stefano, fotografo raffinato e curioso, un tutt’uno con la bicicletta, poi c’è’ Albano, profondissimo conoscitore – anche per ragioni professionali – della zona (con lui sicuro che non ti perdi …) e Maurizio, pedalatore instancabile e piacevolissimo conversatore. Unanimità’ sul menù : ravioli al pomodoro che prima di assaggiarli fai l’italiano spiritoso e poi, quando li assaggi, scopri che sono buoni per davvero. Un messaggio con foto a Francesca e Laura di Svizzera Turismo e agli amici di “viagginbici” e via, sotto la pioggia.
Per arrivare a Brig, capoluogo dell’Alto Vallese, 700 metri di altezza, sono una cinquantina di chilometri. Tutti in discesa – diresti tu che non ha fatto i conti con le diaboliche deviazioni di Albano e di Stefano: fatichi qualcosina in più, certo, ma il risultato è straordinario: ecco dietro l’angolo il villaggio che non ti aspetti, ecco la casa magica mimetizzata nel verde, ecco la fontana con l’acqua ghiacciata che quasi spacca i denti. Scendere con le MTB dalle ruote larghe e le sospensioni morbide è un piacere, soprattutto adesso che è uscito il sole.
Tre ore e mezzo in tutto – soste comprese – per arrivare a Brig, la città’ che apre le cime alpine del Passo del Sempione, un posto davvero unico, dal 2001 patrimonio naturale dell’Unesco, nodo di comunicazioni e punto di partenza per escursioni. Un aperitivo a Brig c’è lo siamo guadagnato? Certo che ce lo siamo guadagnato! E siccome qui siamo in terra di vini (più di quaranta i vitigni autoctoni della valle considerata un po’ come “la cantina della Svizzera”), cominciamo con un “Petite Arvine” che sa di frutta e di bosco; di montagna e di sole. A cena però vince il rosso. Anche perché al centro della tavola è stato posto un monumentale tagliere con prosciutto, lardo, salami, formaggi e varie altre squisitezze …
Segue …
Per tutte le informazioni: www.svizzera.it
Reportage di Giancarlo Feliziani