Sveglia presto per questa nuova giornata di viaggio in bicicletta. I chilometri da Salgesch a Martigny, passando per Sierre, sono una cinquantina (alla fine ne conteremo 55) e c’è da arrivare in tempo per gli appuntamenti che abbiamo preso.
Cominciamo di prima mattina con una lunga, meravigliosa discesa con il sole e l’aria frizzante. Poi ci infiliamo nella ciclabile che affianca il Rodano. Pedalare e parlare; pedalare e scherzare; pedalare e guardare il paesaggio che scorre lento. È’ una meraviglia. Grazie a Svizzera Turismo. Grazie a Viagginbici.
Arriviamo a Martigny in perfetto orario per le nostre visite, con le auto del traffico cittadino che ci rispettano e ci cedono il passo: mai nessuno in questo piccolo tour ha provato a suonarci da dietro; mai nessuno ha tentato un sorpasso azzardato; mai nessuno ha avuto un gesto di fastidio per il nostro incedere lento. Rispetto, sempre. È sempre precedenza.
Prima tappa a Martigny al Museo del San Bernardo, i cani da salvataggio con la botticella di cognac al collo (“ma quella della botticella è una favola …”, ci spiega Carina, la responsabile del museo arrivata sin qui nientemeno che da San Paolo del Brasile!) E loro? I cuccioloni? C’è n’è uno di appena sei mesi che già sta sui quaranta chili … Ciondola placido sotto l’occhio attento della sua istruttrice. Volete portarvelo a casa uno di questi cuccioli? Nessun problema: basta mettersi in lista e aspettare.
Nel frattempo vale la pena di infilare di nuovo il casco e spostarsi verso quella che qui a Martigny rappresenta una vera e propria istituzione, la Fondazione Pierre Gianadda, organizzazione di livello internazionale nata grazie all’ingegnere e mecenate Leonardo Gianadda che nel 1976 decise di costruire la sua casa a Martigny. Ma proprio dove cominciò a scavare scoprì il più antico tempio gallo-romano della Svizzera.
Gianadda invece di coprire tutto e continuare a scavare per la casa, decise di fermarsi e invece della casa costruì attorno al tempio una fondazione. Che dedicò alla memoria del fratello Pierre, appena scomparso. È’ qui , in questa Fondazione che abbiamo potuto ammirare la straordinaria esposizione “Matisse en son temps” (per chi interessa: aperta fino a novembre). E sempre qui per gli appassionati da non mancare la mostra permanente delle automobili d’epoca, con Bugatti, Zagato, Isotta Fraschini e tanti altri marchi dei primi anni del Novecento.
Tempo scaduto: le bici ci aspettano al parcheggio. Anche per loro la fatica è terminata. Domani si rientra. Il tour è finito. È’ il momento di restituire le biciclette, salutare il gruppo, pensare a qualche altro progetto insieme (“i grandi passi alpini svizzeri”, suggerisce pronto Albano). Viaggiare in bici è una meraviglia. Meraviglioso seguire il ronzio leggero delle ruote e quello dei propri pensieri. Viaggiare in bicicletta in Svizzera è fantastico! Grazie a tutti! Un saluto agli amici di Viagginbici e di Svizzera Turismo. E alla prossima!
Per tutte le informazioni: www.svizzera.it
Reportage di Giancarlo Feliziani