Ultime ore prima della partenza per questa nuova avventura di Rita Sozzi, da sola in bicicletta fino a Mosca
Ormai mancano poche ore alla partenza.
La Signora, la mia fedelissima bici che ha viaggiato come per tutta Europa, è pronta. Non so chi delle sue sia più carica: io, che non vedo l’ora di saltare in sella, o lei, appesantita da un bagaglio che sarà la mia casa per 40 giorni.
Domani inizia la vacanza a pedali che dalla provincia di Milano, dove vivo, mi porterà fino a Mosca. La Terza Roma. La porta settentrionale sull’Asia, capitale d’impero dove il logos bizantino è sopravvissuto dopo quel fatidico 1453. Dopo Istanbul, “presa” nel 2014, questa è la seconda grande città-simbolo verso cui pedalo. Un luogo di (non)barbari, un baluardo delle radici della nostra cultura, tra icone e quell’alfabeto che era greco ed è mutato in gola slava a contatto con preghiere ed alcool. Però oggi ci sembra tutto così lontano…
Sono quasi 3000km, in effetti.
Questa vastità di spazi un po’ spaventa: resto appesa ad un sottilissimo filo rosso, quella traccia gpx sullo smartphone, un filo d’Arianna attraverso un tale labirinto. Ma il Minotauro è amico mio e si chiama solitudine.
Il programma di viaggio è a dir poco allettante e costruito con precisione da orologiaio per potermi meravigliare il più possibile. Dopo i primi km di grigiume padano milanese, percorrerò tutta la sponda destra del lago di Como; poi mi attendono le Alpi, con il passo del Maloja, e sarà già Svizzera. Di lì attraverserò l’Austria, senza tralasciare Innsbruck e Salisburgo, per poi passare un lembo di Germania. Via verso est, valicata la Selva Boema, con i suoiboschi antichi, punterò su Praga.
Da questo punto in poi ho immaginato una linea che collega le capitali Varsavia, Minsk e ovviamente Mosca; da un rudere di castello all’altro, in quelle vaste pianure battute dal vento, sarà il sorgere del sole a guidarmi, per sfogliare tramonti come pagine, lasciandoli sempre alle spalle. Notevole sarà la Bielorussia: lì pare quasi che la Cortina di Ferro non sia affatto caduta; ci sono il KGB, una democrazia fra moltissime virgolette e un orgoglio nazionalistico fatto di spighe, fonderie e bambini rubizzi che salutano il presidente sventolando bandierine.
Russia e Belarus si sono fatte a lungo desiderare: ottenere i visti non è semplice, per chi viaggia in bici. Ti chiedono, in consolato, se arriverai in auto, in aereo, in treno, in bus… Ma in bici no, non è previsto. E bisogna convincere tutti questi uomini incravattati che la Signora non trasporta nè armi nè esplosivi.
Insomma, il viaggio in un certo senso l’ho già fatto, studiando il percorso e disegnando le tappe. Ora non resta che trasformare questo sogno in una realtà di cieli e polvere, scommettendo ogni giorno sulla bellezza di questo granellino di universo. Come cantava il grande Gaber: “C’è solo la strada/ su cui puoi contare/ la strada è l’unica salvezza”…
E quindi tra poche ore si parte.
Per imbrogliare il Minotauro, perchè la solitudine non si infiltri nel cuore come una muffa (la Signora è di poche parole, solo qualche cigolio), quest’anno ho deciso di scrivere. “Happiness is only real when shared”. Ed ecco che io condividerò così, con le parole silenziose, per non incrinare il silenzio che mi farà da ombra per il prossimo mese. Una volta alla settimana su www.viagginbici.com e ogni giorno, connessione permettendo, pubblicherò alcune impressioni di viaggio sul mio blog: http://volpeapedali.blogspot.it/.
Foto e, perchè no, qualche video, andranno poi sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/volpeapedali/
per essere un po’ meno a-social.
Il resto è strada, che mi aspetta, con l’orizzonte sempre un passo oltre.
Rita Sozzi