La vera sharing economy non richiede app, solo gentilezza

Sam Bliss sta viaggiando da Seattle a Londra in bici e nave. Leggete l’intro al suo viaggio qui

Gli americani di provincia probabilmente ridono di quella moda urbana chiamata sharing economy. Nelle aree rurali depresse la gente condivide semplicemente perché ha senso e sente che è giusto farlo.

Al Jim’ Market di Lind, Washington – uno dei due esercizi commerciali ancora aperti tra la dozzina di vetrine una volta fiorenti della piccola città – un’attempata cassiera porta la carta di debito di un un cliente alla cassa dove si trova l’unico terminale elettronico del negozio. Striscia la plastica, fa una pausa, e strilla nel bel mezzo della bottega, “Qual è il tuo PIN, Harold?”

Harold recita il suo codice “segreto” e lo sentono tutti. Rido, facendo notare alla cassiera che solitamente la gente non urla il prorpio PIN in città.

Le cose – dice- sono diverse a Lind. “Ho i PIN di gran parte delle persone memorizzati qui”.

Certamente, è più facile condividere informazioni e tutto il resto liberamente in un posto dove tutti conoscono tutti. Le piattaforme di sharing economy – che siano di finta condivisione come Airbnb o vera condivisione come Couchsurfing – mettono i cittadini nelle condizioni di condividere con sconosciuti, creando potenzialmente fiducia e nuove relazioni sociali.

Ma la gente di campagna non riserva la generosità solo ai propri vicini. Lo abbiamo sperimentato il mio compagno di avventura Neil Baunsgard e io nella prima settimana della nostra avventura in bici attraverso il continente americano. Siamo stati inondati dall’apertura e dalla generosità della gente nei confronti di due sconosciuti su biciclette stracariche.

Il Jim’s Market è rimasto senza cartine stradali dello Stato di Washington probabilmente un po’ di tempo fa. Ormai nesuno compra più carte stradali, comunque, spiega l’altro commesso del negozio, un uomo brizzolato e ben piazzato che vuole aiutare dei viaggiatori lungo la loro strada indipendentemente dal fatto che spenderemo dei soldi nell’esercizio.

Mentre Harold è al registratore di cassa, il commesso gentile legge attentamente il grosso atlante stradale che ha recuperato dal suo furgone, cercando di mostrarci un percorso bike-friendly verso est, magari con un posto dove campeggiare. Decidiamo di dirigerci verso est per altri 15 miglia fino a Ralston. Dopo aver parlato del nostro viaggio omerico e della loro città morente per alcuni minuti ringraziamo i nostri nuovi amici e iniziamo a pedalalre attraverso una serie di strade di campagna impeccabilmente tranquille.

C’è decisamente poco traffico in questo tardo pomeriggio di sabato nel weekend del Memorial Day. A un certo punto saliamo su un silo di grano e spendiamo circa 20 minuti godendoci la vista dei campi di frumento. Non è passata un’auto durante la bravata.

Ci fermiamo a Ralston che, più che una città, sembra un gruppo di sei pickup e pochi edifici cadenti attorno a una stazione deserta. Le nostre gambe stanno piuttosto bene, ma abbiamo bisogno d’acqua, il sole tramonterà tra un’ora e non abbiamo idea di dove dormiremo.

Neil e io ci avviciniamo a un’auto bianca che sta uscendo dal parcheggio della Ralston Grange Hall. La donna al volante ci dice che vive a nove miglia, ma indica la casa bianca lungo la statale a due corsie e dice che conosce chi vive lì. “Se vedete un rubinetto da qualche parte, probabilmente è a posto”. Qui la gente condivide.

Andiamo con le bici dall’altra parte della strada e giù per un vialetto sterrato. Il cane sdraiato nel cortile non abbaia per annunciare il nostro arrivo. “Ciao!”, dice Neil con la sua tipica amichevole cantilena mentre bussa alla porta sul retro. Nessuna risposta.

Riempiamo le borracce al rubinetto del garage distaccato. Salutiamo quattro adorabili maiali che razzolano nel loro recinto, opposto alla casa a due piani. Attraversiamo di nuovo la strada, guardando attraverso l’erba alta la casa abbandonata dopo la Grange hall – un potenziale rifugio per la notte. Tutto è allucchettato, chiuso con assi di legno, in generale poco invitante. Torniamo alle biciclette per pedalare verso la sera. Non dovrebbe essere troppo difficile trovare un posto dove posare i nostri sacchi a pelo in questa remota campagna. Mentre risaliamo c’è qualcosa che trema dietro di noi nel vialetto. Andy Robbins, un uomo dai capelli scuri della stirpe dei Piedi Neri, ci saluta con sua figlia Olivia, 4 anni, che spunta da dietro le gambe di papà. Neil ringrazia Andy per averci inconsapevolmente prestato dell’acqua.

Andy è dispiaciuto per non averci sentito bussare più che infastidito dalla nostra intrusione. “Se tornate da queste parti di nuovo, sappiate che normalmente siamo nel seminterrato”, dice. “Aprite la porta e tirate un urlo”.

Sono le sette e tre quarti, il sole sta giusto dietro all’orizzonte occidentale quando Andy ci chiede dove abbiamo pianificato di fermarci. Non aspetta neppure che Neil finisca il nostro incoerente “non lo sappiamo”. I viaggiatori in bici stanno spesso là nel parco dice Andy, indicando un fazzoletto d’erba verdissima a confronto con la terra secca coltivata attorno. Ci istruisce su come spegnere l’impianto di irrigazione che altrimenti ci inzupperebbe a mezzanotte e ci chiede di riaccenderlo al mattino o quando ce ne andiamo.

Decidiamo rapidamente che sì, passeremo la notte nel parco inspiegabilmente ben curato di questa città fantasma, compreso di monumeto commemorativo alla medaglia d’onore Reinhardt J. Keppler, un eroe della seconda guerra mondiale a cui venne nominato un cacciatorpediniere nel 1946. (Più tardi ho scoperto che il parco pubblico fu creato e ora mantenuto dal Ralston Grange, un gruppo di cui fanno parte quasi 100 membri).

“Volete una birra?”, chiede Andy. Neil e io sorridiamo assetati. Gli dico che vogliamo sistemarci la tenda mentre c’è ancora luce e poi staremo con lui.

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Prima ancora che riusciamo a togliere tutte le borse dalle bici, Andy, Olivia e il cane Gracie arrivano al tavolo da picnic del parco con cinque lattine di Rainier. Ci dice che è la bevanda ufficiale di Ritzville, la cittadina dieci miglia a nord. Immagino che Ralston non sia abbastanza importante da avere una bevanda ufficiale. Carenti di vitamina R dopo una giornata bollente in sella, siamo grati per il rinfrescante ristoro.

Andy ci racconta cosa sa della storia di Ralston, uno snodo ferroviario al boom un secolo fa che ora non è neppure una fermata della interstatale nord. Dove una volta correva la via ferrata per Milwaukee ora c’è una pista che non è neppure in condizioni per poterci andare in bici.

Descrivo il silos di grano che abbiamo incrociato qualche ora prima. Se ne sta inutilizzato lungo la vecchia linea per Milwaukee, triste a vedersi. Andy guarda in basso alla sua lattina di birra e dice come una questione di fatto, “C’è un sacco di roba triste da queste parti”.

Quando i primi treni transcontinentali della via ferrata per Milwaukee passarono nel 1909 l’insediamento aveva il suo mulino, due depositi di legname, un negozio di alimentari, due botteghe di fabbri, un hotel a due piani, una scuola, e almeno una dozzina di altri edifici, secondo la placca nel parco. Ma il declino di Ralston iniziò ben prima lo spostamento della linea ferroviaria. “L’avvento dell’automobile e di strade migliori ha portato più facili punti di accesso a centri commerciali più grandi, come Ritzville, e ha causato un improvviso esodo da Ralston”, si legge sulla pietra commemorativa del centenario, datata 2009.

La spettacolare infrastruttura automobilistica che ci permette di andare in bici attraverso la campagna su strada asfaltata, incrociando un’auto di rado, è stata la vera rovina di città come Ralston. Quando sembrava che il petrolio non sarebbe mai stato una risorsa scarsa (o destabilizzante per l’ambiente) gli Stati Uniti hanno costruito il miglior sistema di strade statali del pianeta. Anche se le auto private sono il sistema di circolazione meno efficiente per persone e beni, l’eredità di decisioni prese a metà del Novecento ha reso il nostro Paese dipendente da questo: non c’è strada per uscire dalla crisi climatica senza decine di milioni di auto elettriche, camion e bus che attingano il loro carico da una rete più verde. O cargo bike, un rallentamento dell’economia e cosce robuste.

Queste città hanno certamene rallentato, ma non per scelta. L’economia orientata alla crescita di oggi necessita accelerazione costante per raggiungere qualunque sembianza di prosperità. La decrescita non è un’opzione fattibile per una piccola comunità che non è stata integrata nel competitivo mercato globale.

Quando ho rapportato la caduta di Ralston alla vicina Lind, la nostra fermata pomeridiana, Andy mi risponde che Lind non ha mai vissuto un boom economico, al massimo è stata una fiorente cittadina agricola. “Lind diventò sempre più grande quando 100 acri potevano sostenere una famiglia” dice. “Ora servono 3000 acri”.

Neil aveva chiesto all’attempata cassiera di Lind cos’aveva causato quei cambiamenti lì. Lei inizialmente aveva risposto il Walmart di Ritzville, ma poi ha iniziato a parlare di politiche che avevano rovinato le fattorie di medie dimensioni. Quando la sua famiglia si trasferì lì negli anni Sessanta erano operai agricoli. La maggior parte dei proprietari terrieri avevano bestiame, quindi avevano bisogno di gente che li aiutasse nelle loro aziende agricole.

Poi il governo americano iniziò a incoraggiare la coltivazione di grano, recinto dopo recinto, con macchinari agricoli a petrolio e prodotti chimici piuttosto che con il know-how ecologico e l’energia umana per ripristinare i nutrienti e controllare gli insetti infestanti. Anche peggio, la legge sulle fattorie ha iniziato a includere pagamenti per gli agricoltori per non far crescere il grano, con l’obiettivo di manipolare i prezzi delle derrate nel mercato internazionale. Questa ha davvero distrutto Lind, ha aggiunto la cassiera sconsolatamente. Non ci sono più lavori per i braccianti agricoli oggi.

Comunque c’è qualcosa nelle comunità piccole e lente, o nella contrazione economica, che rende sicuramente la gente pronta a condividere con gentilezza. Quando Neil e io ci siamo messi in viaggio per White Pass, a sud del monte Rainer, alla terza mattina del nostro viaggio ci siamo fermati a Packwook Lodge per risolvere i nostri problemi idraulici e ci sono stati offerti mini muffin banana e noci della colazione continentale – carburante decisamente necessario per la successiva salita mozzafiato (il gioco di parole è voluto). La sera prima, la piccola capanna di tronchi che fa da biblioteca a Packwood era felice di condividere la sua connessione internet e le prese elettriche mentre decidevamo la nostra strada. I bibliotecari mi hanno informato diverse volte che la wifi funziona dalle 6 a mezzanotte, anche quando l’edificio è chiuso.

Come Andy Robbins, sua figlia e il cane si erano alzati a fatica per fare quei 30 passi che li dividevano da casa, il bibliotecario ora ci dice che lascerà dello spray insetticida nel portico per noi se riesce a trovarlo, giusto nel caso arrivino le zanzare. Ci lascia con altre due Rainier e ci dice che il vecchio distributore di Pepsi nel suo garage è un frigo per le birre, incoraggiandoci a servirci se ne avessimo voluto dell’altra.

Neil sta a 20 yard, raccontando i fatti della giornata alla sua ragazza Jane con lo (stupido) telefono. Gli chiedo di avvicinarsi perché la sua conversazione mi aiuta a scrivere. Ecco come collaboriamo; Neil è un narratore, io uno scrittore.

Ora è buio. Le stelle punteggiano di luce l’oscurità sopra le nostre teste, mentre un magnifico spettacolo di luci nasce nel cielo verso est. I grilli che friniscono e la bandiera americana che ondeggia nel vento sono gli unici suoni che sentiamo oltre lo sporadico passaggio di auto.

“Tutto a posto. Sono pronto per la cena” dice Neil. “E a parlare a mia madre allo stesso tempo”. Il resoconto questa seconda volta è solo meglio.

Stiamo cucinando i pezzi di patate intatti che abbiamo trovato sul ciglio della strada da Lind a Warden – una di quelle superbe strade secondarie -, di certo fatte cadere da camion carichi. Abbiamo trascorso la prima parte della giornata guidando attraverso “patatalandia” dopo essere partiti dalla casa di mia nonna a Othello, un posto che puzza di patate fritte quando il vento soffia da nord-ovest, dove ai margini della città sta una fabbrica di processori.

Neil ha ipotizzato che questi rugginosi tuberi possano essere patate di McDonald per la loro forma quadrata – perfetta per tagliare patatine uniformi. Le mangeremo direttamente dalla pentola comune che ora sta sopra il fornello ad alcol riempito di antigelo.

“Lo adoro” sento Neil dire a sua madre del viaggio in bici. “Non posso credere di non averlo fatto prima”.

Dopo sei giorni, 350 miglia, un’alta catena montuosa e innumerevoli ecosistemi – un’autentica giungla; la foresta di Cascade; i Channeled Scablands; il deserto irrigato; i Rangelands punteggiati da artemisia tridentata; altipiani ricoperti da frutteti; foreste di pini gialli assetati; il luppolo rampicante a perdita d’occhio nella Yakima Valley – mi sento allo stesso modo anch’io.

Sam Bliss
(Traduzione di Silvia Ricciardi da Grist)
Foto di Neil Baunsgard  

silvia ricciardi: