Quanto ci piacciono i vostri racconti di viaggio. Questo è quello che ci ha mandato Luca Simeone e che è stato fatto nell’agosto dello scorso anno. Luca nel suo racconto ha dato tanti consigli utili e una traccia da seguire.
Come preparare il viaggio
Ci siamo divertiti da pazzi, è stata un’esperienza che consigliamo a tutti, un sogno che si è realizzato. Insomma, tutto bello e si sa la bellezza vale di più se condivisa. L’obiettivo di questo racconto è mettervi nelle condizioni migliori possibili per vivere un’esperienza unica, provando a sfruttare un po’ dell’esperienza fatta sul campo, qualche nostro consiglio e gli errori da evitare.
Quando inizia il viaggio? La domanda sembra banale, la risposta meno. Un viaggio inizia quando cominci a sognarlo, ed io di fare un viaggio in bici con tutta la mia famiglia l’ho cominciato a sognare quando sono nate Diana e Gaia e quando ne abbiamo cominciato a parlare con Marika. Cominci ad immaginare quale possa essere l’età migliore, che tipo di bici usare, quale possa essere la meta, quanto possa durare il viaggio, quali e quante tappe, quanti chilometri fare, etc. Nel mentre ci frullavano queste idee, abbiamo cominciato a viaggiare nei dintorni di casa, per far respirare alle nostre figlie aria di bici, muovendoci spesso a pedali nel quotidiano e facendo pedalatine ogni tanto nel tempo libero, coinvolgendo anche amici.
Viviamo a Napoli, città che adoriamo, ma che occasioni per pedalare in sicurezza soprattutto per bambini, non ne offre tantissime. Nonostante questo, con un po’ di sforzi ed un po’ di inventiva si riesce a ritagliarsi itinerari che sono capaci di offrire scorci di una bellezza infinita che possono far innamorare della bici chiunque.
Perché fare un viaggio in bici? Un viaggio in bici è una continua scoperta, sei sempre in movimento, annoiarsi è veramente difficile, nuove mete dietro l’angolo rendono il tutto un gioco magnifico. Se si riesce ad incrociare un bel percorso, fare le soste e pause nei punti giusti, non superare di troppo la soglia della condizione atletica della tua famiglia, si può riuscire a fare un capolavoro.
In un viaggio in bici in compagnia bisogna lavorare molto sullo spirito di gruppo, cambiare il più possibile i riferimenti di chi si trova in testa e in coda; coinvolgere tutti nelle scelte delle soste, quando e dove farle; offrire supporto nei momenti di stanchezza; essere pronti per assistenza nei problemini meccanici; assicurarsi che le misure delle bici dei vostri figli siano giuste; sincerarsi che le bici e l’abbigliamento sia confortevole; essere in grado di seguire le tracce e la segnaletica senza sbagliare percorso.
Banalità che fanno sostanza, che creano le condizioni perché il vostro viaggio sia un divertimento per tutti.
Ecco se siete pronti a giocare questo ruolo, allora siete pronti per un’indimenticabile vacanza in bici con la vostra famiglia.
Dove andare? La prima esperienza conta molto, se volete lasciare un segno positivo nei vostri figli scegliete l’opzione che vi garantisce più punti di forza. La sicurezza è il primo. Il vostro viaggio in bici, probabilmente coinciderà con la vostra vacanza, quindi giustamente vorrete trovare il giusto compromesso tra relax e divertimento, ecco quindi che non potrete non scegliere luoghi che vi consentano di viaggiare in sicurezza. Le ciclovie sono tra questi. Si tratta di percorsi articolati tra piste ciclabili in sede propria, strade a bassa frequentazione di auto, sentieri e strade sterrate. Alcune di queste come quelle che abbiamo scelto noi, sia per la Ciclovia della Drava, quasi tutta in Austria per la prima metà, sia per la Ciclovia Alpe Adria dal confine italiano fino a Grado rispondono a queste caratteristiche.
E’ il momento di decidere. Noi non siamo molti bravi nel programmare, ma quando si decide di fare un viaggio in bici di gruppo è vivamente consigliato farlo. Quanto tempo prima? beh il prima possibile. Ovviamente dipende molto dalla meta, dal periodo dell’anno, ma nel nostro caso, con il viaggio programmato a metà agosto, riuscire a decidere la meta quasi due mesi prima è stato molto utile.
Inoltre per la Ciclovia della Drava ci siamo affidati a GiroLibero, tour operator specializzato in viaggi in bici ci ha supportato per la scelta dei pernottamenti e per il traporto bagagli. Per la seconda parte del viaggio, quello sull’Alpe Adria, abbiamo invece fatto tutto noi, scelto le mete, l’alloggio e trasportato i nostri bagagli. Si può fare, basta non sbagliare date di prenotazione.
Abbiamo deciso di fare un viaggio ad anello, con partenza ed arrivo nello stesso luogo, combinando due ciclovie, quella della Drava da Dobbiaco a Villach e poi la ciclovia Alpe Adria da Villach a Grado.
Arrivati a Grado abbiamo fatto due puntate, un giorno a Trieste in barca + bici ed infine due giorni a Venezia. Da Venezia treno per Verona, dove abbiamo ritrovato l’auto caricato le bici e siamo ritornati a Napoli.
Cosa portarsi. Noi abbiamo deciso di portarci le nostre quattro bici, comodamente trasportate con un portabici da gancio traino per quattro posti. Ognuno di noi aveva una borsa da bici autonoma. Marika portava la sua di borsa, io quelle delle ragazze più la mia, con un carrello, che ha trasformato la mia cinelli gravel, in un bici articolato, come definito da amici che hanno visto le prime foto. L’esperienza del carrello direi che è positiva. Fondamentale per la scelta, montaggio ed adattamento i ragazzi della Bicycle House di Napoli, mitico supporto partenopeo per ciclo viaggiatori.
Importante raccomandazione, il carrello vi offre la possibilità di portare tanta roba, voi non lo assecondate. I passaggi in treno sono stati un po’ complessi perché caricare quattro bici ed un carrello non è proprio una passeggiata. Conviene limitare il più possibile i cambi e riuscire a prendere il treno in orari in cui lo si trova più libero. Ovviamente questa è la teoria.
Relativamente all’abbigliamento vale il solito discorso della tecnica di utilizzare abbigliamento tecnico ed a strati, le ciabatte dopo una lunga pedalata una gioia indescrivibile, costume sempre a portata di mano ed anche il kway, per il resto less is more, ma spiegarlo alle figlie è un po’ complicato.
I numeri. 12 giorni; 8 giorni consecutivi di ciclo viaggio con arrivo ogni giorno in una meta differente; 2 giorni a Grado con visita a Trieste con nave + bici; 2 giorni a Venezia con visita alla città e trasferimento in treno + bici. 440 km; 1200 m di D+; punto più alto 1230 m.s.l.m; punto più basso 0 m.s.l.m; Ciclovia della Drava da Dobbiaco a Villach per circa 210 km; Ciclovia Alpe Adria da Villach a Grado per circa 230 km.
Dettaglio tappe: I Dobbiaco – Sillan 28 km; II Sillan – Berg in Drautal 65 km; III Berg in Drautal- Mollbrucke 45 km: IV Mollbrucke – Villach 65 km; V Villach – Tarvisio 50 km; VI Tarvisio – Venzone 65 km; VII Venzone – Udine 62 km; VIII Udine – Grado 60 km.
Le tappe del viaggio
I tappa – Partiamo da Verona la mattina presto e con tre cambi treno siamo a Dobbiaco in primissimo pomeriggio. Scarichiamo le bici e si parte, la ciclovia corre in una vallata circondata dalle Alpi, tra cui quelle più famose delle tre cime di Lavaredo. La ciclabile è favolosa. Semplice. Una striscia di asfalto, senza alcuna segnaletica orizzontale a totale disposizione di chi pedala. La segnaletica è funzionale, basta prendere la direzione giusta ed andare. Dopo i primi km, Gaia mi ha fatto subito notare perché non l’avessi mai portata nei dintorni di Napoli in un posto del genere.
Dopo poco incontriamo subito la Drava, fiume di oltre 700 km che nasce in Italia, ed arriva fino in Ungheria.
Impareremo a conoscerci con la Drava, nostra nuova amica che ci accompagnerà con il suo suono rassicurante fino a Villach, passando da una larghezza di pochi metri, a diverse decine.
La prima tappa, ci offre subito la bellissima emozione di valicare il confine che ci porta in Austria. Ci giochiamo il primo adesivo di Napoli Pedala, che incolliamo sul cartello a futura memoria. Arriva una leggera pioggia, mettiamo i kway e si prosegue diretti alla fabbrica della Loacker. Ecco la sosta che ci voleva, cioccolata calda, buonissime torte e scorte di dolciumi di tutti i tipi. Si riparte ricaricati nello spirito, la pioggia si è placata, pochi km ed arriviamo alla nostra prima meta, con arrivo in salita.
Siamo in una frazione di Sillian, tre case compresa la nostra, con affaccio sulla vallata. Ceniamo lì, tutto molto autentico e buono, ospitalità un po’ rigida, ma gentile. A cena conosceremo i nostri futuri compagni di viaggio, Federica, Ricky, Simone, Ale, una famiglia di Milano, con cui subito decidiamo di condividere le tappe del viaggio.
II tappa – Si comincia a pedalare dalla mattina presto. Una tappa perfetta per cominciare a prendere coraggio con i chilometri da percorrere che si raddoppieranno rispetto a ieri. Oggi si scende tanto e ci giocheremo un bel po’ di dislivello negativo. Il primo tratto è divertentissimo, tratti in discesa, alcuni anche abbastanza ripidi, immersi tra abeti altissimi. Lungo il percorso ci fermiamo per un trekking ad una cascata, con un parchetto con giochi d’acqua molto divertenti. Si riparte alla volta di Lienz, cittadina più grandicella di quelle viste fin ora, che decidiamo di girare a piedi, ed abbinare la sosta pranzo.
Lasciamo Lienz, passando per un sottopasso pedonale e ciclabile meraviglioso, un intervento infrastrutturale ben fatto che evita di farci incrociare auto. Quindi comincia un tratto pianeggiante, con la ferrovia da un lato, ed il fiume dall’altro, un po’ monotono, ed infatti le ragazze cominciano a lamentarsi. In bici la bellezza del paesaggio riesce a far superare anche i tratti più ostici. Dove possibile conviene sempre trovare varianti, per evitare i tratti più noiosi, ed introdurre novità, imboccando magari sterrati. Il rischio di perdersi è nullo, si potrà allungare un po’ ma sarete ripagati dal percorso.
Finalmente arriviamo, oggi abbiamo percorso 65 km e si festeggia con un tuffo in piscina, gioia al cubo. A cena siamo insieme ai nostri nuovi amici di viaggio, tornei di ping-pong sotto un cielo stellato, ed eccitazione per la successiva tappa.
III tappa – Oramai ci stiamo prendendo gusto, la sveglia è la nostra carica, chiudiamo le borse, si scende giù per la colazione, carichiamo tutto e via. Tappa super panoramica, attraversiamo diversi villaggi, in uno di questi ci fermiamo a mangiare, il morale del gruppo è alto, ci meritiamo una birretta che ci porta in primo pomeriggio già alla meta. Oggi fa caldo ed allora andiamo alla ricerca di una piscina, troviamo quella comunale, biglietto di 2 euro per una struttura bellissima, con acquascivolo, giochi d’acqua, prato e lettini per un paio d’ore di totale relax. In camera, dopo la doccia altra cosa che non può mancare ascoltare un po’ di musica, almeno 4/5 pezzi, sparati a buon volume, da una cassa bluetooth leggera e potente, sono di un lusso che bisogna concedersi.
IV tappa – Il gruppo è collaudatissimo, Ale e Ricky sono simpaticissimi e hanno trovato affinità con Diana e Gaia, pedalano, chiacchierano, insomma si divertono. Con Federica e Simone ci troviamo molto bene, c’è sintonia. Quindi ci sono tutte le condizioni per una tappa epica. Nella splendida caffetteria Moser di Spittal, decidiamo il piano! Deviazione alla tappa, con meta a Millstatt am See, un lago enorme, dove ci fermiamo in una meravigliosa spiaggetta per tuffarci in acqua.
Riprendiamo a pedalare lungo un percorso sterrato ai margini del lago, con numerosi saliscendi, che si fanno sempre più impegnativi. Lasciamo il lago e comincia un salitone, con pendenze a doppia cifra. Qui ci accorgiamo di aver osato un po’ troppo quando vediamo scendere nel senso opposto, diversi ciclisti in bici da strada a velocità sostenuta, che ci lasciano immaginare una salita ancora lunga. Ed infatti sarà così, arrivano i momenti di crisi, piede a terra e bici spinta a mano, ma finalmente si arriva quasi alla vetta del valico, qui troviamo la festa di un gruppo di pompieri locali in abiti tirolesi, musica, balli, cibo e birre in quantità. Ci riposiamo ed il morale del gruppo si riprende, parte un discesone infinito, ma siamo contentissimi della nostra piccola grande impresa. Riprendiamo la Drava che ritroviamo grandissima e ci porta fino a Villach. La sera passeggiamo per la città, meravigliose le aiuole pubbliche realizzate con piccoli orti, con bietole, torzelle, basilico, ed insalatine.
V tappa – Oggi salutiamo i nostri compagni di viaggio, salutiamo la ciclovia della Drava, si vira verso sud sulla ciclovia Alpe Adria. Si sale e fa caldo, la prima parte del percorso è ombreggiata, ma poi il sole arriva diretto, allora sosta in un paesino perlopiù disabitato, dove incontriamo uno dei pochissimi abitanti, con cui il primo approccio non è dei migliori. Poi ci saluterà con affetto, dopo averci invitato anche a casa sua.
La tappa di oggi ci riporta in Italia, attraverso il Valico di Coccau, con il passaggio attraverso la vecchia dogana. L’emozione di ritornare in Italia è forte, seconda solo al desiderio di caffè nostrano che Marika corre a prendere all’unico bar nel piazzale.
Siamo ufficialmente sulla ciclovia Alpe Adria in territorio italiano. Meraviglioso, semplicemente meraviglioso. Il primo tratto è durissimo pendenze che superano il 10%, ma è tutto stupendo, siamo sul tracciato di una ferrovia dismessa, di quelle di una volta che si inerpicavano sulle montagne, con tornanti super panoramici che ci portano a Tarvisio centrale.
Usciamo dalla ciclovia ed arriviamo alla nostra dimora. Qui ci accorgiamo di aver sbagliato di un giorno prenotazione, ed a cascata per tutte le successive tappe fino a Grado. Il nostro locandiere è uomo del Sud e ci trova una soluzione per la notte, noi ci mettiamo al telefono e risolviamo questo leggero problemino alla grande.
Sarà stato il ritorno in Italia; sarà stato il Tarvisio Napoli Club con i colori dello scudetto ad accoglierci; il pasticciotto leccese del nostro amico locandiere; le difficoltà superate; le sorprese che il percorso ci avrebbe riservato; insomma, questa tappa ci è rimasta nel cuore.
VI tappa – Non sapevamo ancora quello che ci aspettava, no. Ora però possiamo dirlo, la tappa Tarvisio – Venzone è stata spettacolare. Un sogno. Scrivo questo racconto sei mesi dopo ed ho i brividi. Percorso meraviglioso, abbiamo attraversato ex stazioni riconvertire in bar e ristoranti, treni dismessi trasformati in bistrot, oltre venti gallerie ferroviarie freschissime ed illuminate; ponti; passanti ferroviari. Un paesaggio meraviglioso, un lungo tratto lungo il fiume Tagliamento, luogo della grande guerra, l’ex confine italiano e poi una marea di ciclisti di ogni tipo. Gruppi, viaggiatori solitari, quelli in bici da strada, famiglie con bimbi piccolissimi, quelli con le grazielle, di tutto. Menzione speciale per il Comune di Chiusaforte, la sua ex stazione trasformata con gusto, stile e memoria storica è riuscito a diventare un luogo carico di energia. Vogliamo parlare delle cascate, per tutti i gusti ed a due passi dalla ciclovia, si lascia la bici per un piccolo trekking e si arriva sotto un getto d’acqua gelata con salti di oltre venti metri.
L’arrivo a Venzone è un sogno, paesino completamente distrutto dal terremoto del Friuli, ricostruito perfettamente oggi è il paradiso per cicloturisti. Non c’è nulla fuori posto, il gelato in piazza meraviglioso. Cena buonissima, agriturismo ed accoglienza genuina.
VII ed VIII tappa – Il cuore l’abbiamo lasciato nelle ultime due tappe è evidente, oggi si riparte alla volta di Udine, finite le discese e le salite, ci aspetta tanta pianura e tanto caldo. Il percorso non è male, ma non ha i sussulti che ci hanno travolti nei giorni precedenti, passiamo per Palmanova, la città fortezza con il bar più bello d’Italia. Arriviamo ad Udine, città carina, con un Bike Hotel strepitoso, gentilezza e consigli super. Colazione da paura, cena alla Ghiacciaia, tagliolini al San Daniele ed amore incondizionato per lo spritz bianco. Salutiamo Udine, che ricorda ovunque Giulio Regeni, che qui ha studiato.
Ripartiamo alla volta di Grado, la nostra meta è vicina, poco meno di 60 km. Anche oggi fa molto caldo, si soffre, ogni fontanella pubblica è salvezza, beviamo litri su litri e ci facciamo docce per strada. Sosta ad Aquileia, dove incontriamo un pizzaiolo campano simpaticissimo per pausa pranzo.
Tanta pianura, le ragazze per renderla meno noiosa si esercitano nel pedalare senza mani e sfidarsi a vicenda.
Finalmente siamo sull’istmo che collega a Grado, una strada con acqua ai due lati. L’emozione è tanta, oltre 400 km, ed una discesa dai 1230 m.s.l.m ai zero di Grado. Non ci possiamo credere, ci siamo riusciti, siamo contenti ed increduli. Finalmente arriviamo al mare, per fare un tuffo dovremmo camminare a lungo per la bassa marea, questa è l’ultima fatica.
Da Grado, il giorno dopo andiamo in visita a Trieste con il servizio di bici più nave e poi il giorno successivo in treno fino a Venezia, per gli ultimi due giorni da turisti rigorosamente a piedi.
Conclusione. E’ stata una magia, ci siamo divertiti, entusiasmati, c’è stata anche fatica, qualche disavventura, ma tanta soddisfazione e gioia. Esperienza da ripetere. Ovviamente siamo di parte, la bici occupa una parte importante della nostra vita, a partire da quello che facciamo con l’associazione Napoli Pedala, ma quest’esperienza è alla portata di tutti. Vederci pedalare insieme, ognuno con il suo ritmo, il suo stile, le sue motivazioni, era da non credere. Ogni tappa una conquista, nulla di già visto, niente uguale a prima. Quello che sarebbe successo lo decidevamo solo noi, spingendo su pedali mossi da amore.
Grazie mie compagne di viaggio, mi avete fatto realizzare un sogno.