Il sentiero della bonifica Arezzo Chiusi
lunghezza: 62 km
dislivello in ascesa: 94 m
fondo stradale: sterrato
Le terre di bonifica portano sempre con sé dei segni di una battaglia ancestrale tra Natura e uomo: quando quest’ultimo riesce a strappare terreno alla Palude, rimane qualcosa di invisibile ma più che percettibile testimonianza di quella vittoria. E così l’aria si fa densa, l’umidità tangibile, gli acquitrini paiono reclamare il loro spazio perduto.
Il fosso Maestro della Chiana è un’opera di ingegneria umana che ha visto svariate epoche storiche, dai tempi degli Etruschi al Granducato di Toscana, passando per il Medioevo, i Medici e gli Asburgo, più una sfilza di nomi che con la sua realizzazione hanno avuto a che fare: ingegneri, matematici, idraulici, cartografi, agronomi e architetti, tra gli altri lo stesso Leonardo da Vinci e Vittorio Fossombroni, che vi lavorò fino alla sua morte, avvenuta nel 1844.
In epoca romana, il fiume Clanis era un affluente del Paglia, a sua volta vassallo del Tevere in direzione sud: il suo corso non riusciva a defluire in maniera regolare, creando paludi stagionali e aree malsane.
Oggi di questa antica battaglia è rimasto un bel sentiero ciclabile ed escursionistico di più di 60 km, che permette di raggiungere Arezzo da Chiusi, recentemente riconosciuto dall’European Greenways Award tra i migliori sentieri verdi d’Europa; e qualche nugolo di zanzare nei mesi più caldi (è infatti consigliabile di effettuare questo percorso in primavera o in autunno, dato che in agosto la regione è sia bike-friendly che mosquito-friendy). L’incedere tranquillo e pianeggiante della Val di Chiana, zona rurale del senese nota per le sue specialità enogastronomiche, lo rende un itinerario facile e sicuro alla portata di tutti, dalle famiglie con bambini ai ciclisti della domenica, dai viaggiatori a chi vuole semplicemente una passeggiata a piedi nella natura.
Un’altra caratteristica che lo rende particolarmente spendibile per il cicloturismo di livello facile è l’estrema cura con cui questo progetto è stato pubblicizzato e reso fruibile dalla Regione Toscana e dalle Province di Siena e di Arezzo: a partire dal sito ufficiale del sentiero, che è ricchissimo di contenuti (mappe gps, descrizioni, punti di interesse, zone attrezzate, informazioni sul trasporto bici in treno e noleggi lungo il percorso), fino all’estrema accessibilità dello stesso (potrà sembrare strano, ma in alcune regioni giacciono percorsi ciclabili semidimenticati o seminascosti, il cui corso è molto difficile da seguire), che ricorda quasi quella sensazione di viaggiare “coccolati” come accade in molti tratti dell’Avenue Verte da Londra a Parigi.
Le tappe sono scandite dalle stazioni della linea ferroviaria Chiusi-Arezzo, lungo il percorso del regionale Roma/Firenze, che consente il trasporto bici ed è quindi utilizzabile per raggiungere il tracciato; con brevi deviazioni di qualche km possiamo raggiungere dei luoghi di interesse storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico come Montepulciano, Cortona, i laghi di Chiusi e Montepulciano, Sinalunga e Civitella in Val di Chiana, nonché vari resti etruschi e di ingegneria idraulica (la Chiusa dei Monaci e il Chiusone di Valiano) e le curiose torri cinquecentesche di Beccati Questo e Beccati Quello (non è uno scherzo, si chiamano davvero così).
Dove alloggiare
Noi siamo partiti dall‘hotel Miralaghi di Chianciano che ci ha fornito tutto il supporto necessario per poter trascorrere un piacevole fine settimana. Ci ha affittato le biciclette, anche una e-bike che ha reso più divertente e facile la pedalata anche a chi non era allenato, e ci ha coccolati con massaggi e terme alla fine di ogni nostro tour.