LOMELLINA: PASSEGGIARE TRA CASTELLI E CASCINE

Un anello lungo più di 150 chilometri da percorre in bicicletta, ci porta alla scoperta della Lomellina, pianura lombarda rimasta miracolosamente intatta e costellata di straordinari monumenti.

La Lomellina è una terra famosa per i castelli, le opere idrauliche e la gastronomia: sono molte le eccellenze racchiuse in questo lembo di terra lombardo, e ben si presta  grazie alla morfologia pianeggiante e allo scarso traffico delle sue strade di campagna, ad essere attraversata in bicicletta. Numerosissimi sono i punti d’appoggio ferroviari, grazie alla capillare rete delle Ferrovie dello Stato.

In questo viaggio, diviso in quattro tappe, faremo un tuffo nella cultura delle campagne lombarde, della gente che qui ci abita, abituata a seguire i ritmi della natura e della fede.

 

DA PAVIA A VIGEVANO(45 KM)

 L’arte e la cultura sono sovrane a Pavia e Vigevano, inizio e fine della nostra prima tappa.

Pavia fu capitale dei Longobardi e fiorente città tra il medioevo e il rinascimento; rimangono importanti  testimonianze del passato nel Castello Visconteo come nelle fitte stradine urbane, nel Ponte Coperto come nelle splendide chiese di San Michele e San Pietro in Ciel D’Oro.

Celeberrimo è anche il Castello di Vigevano, in cui però spicca Piazza Ducale, irraggiungibile esempio di perfezione urbanistica.

 

 Il nostro percorso tra questi due centri, è all’inizio su strade secondarie che, parallele al corso del Ticino, conducono al pittoresco ponte di barche di Bereguardo, uno degli ultimi esistenti di questo tipo.

Quando arriviamo al ponte, abbiamo percorso circa 20 km, siamo quindi a circa metà del tratto che percorreremo il primo giorno e possiamo rifocillarci in uno dei ristoranti che ci sono qui intorno.

 

La cucina della Lomellina è,come spesso accade, una cucina povera, fatta di piatti semplici e ovviamente influenzata dalla natura circostante.

Ecco allora che gli antipasti sono soprattutto a base di salumi, due in particolare da non perdere: il salame d’la duja (tipico salame di maiale conservato sotto grasso nelle olle, caratteristici recipienti in terracotta dall’imboccatura ristretta) e, soprattutto, il famosissimo salame d’oca, d’obbligo assieme ai prelibati patè.

Nei primi piatti la fa da padrone il riso, che troviamo nei minestroni e, soprattutto, nei risotti. Caratteristici della zona il delicatissimo risotto con le rane.

Lumache e rane sono la base dei piatti più tradizionali della Lomellina, tanto raffinati e prelibati da divenire quasi introvabili. Pietanze a base di maiale, manzo e oca e gustosi pesci del Ticino (anguille, trote, tinche, carpe e le tanto decantate bottine) completano il sostanzioso quadro.

 

Dopo aver recuperato le energie con tutte le prelibatezze appena descritte, ricominciamo a seguire l’itinerario E1, uno dei percorsi del sistema sentieristico europeo che parte dal lago di Costanza e arriva fino a Genova, che ci conduce all’interno del bosco , nel cuore del Parco del Ticino, per un’indimenticabile escursione nel verde. La ciclabile in questo tratto è su sentieri sterrati, è quindi consigliata una MTB.

 

A Vigevano giungeremo dopo  pochi chilometri  dall’imponente mole della Sforzesca, magnifico esempio di cascina rinascimentale lombarda, che Ludovico il Moro, fece costruire per farne dono a sua moglie Beatrice d’Este e alla cui realizzazione partecipò anche Leonardo da Vinci.

Nel nostro primo giorno abbiamo percorso circa 45 km.

 

 VIGEVANO MORTARA(35 KM)

 

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Il secondo giorno prevede una biciclettata di circa 35 km praticamente tutti in pianura, tranne una piccola salita dopo qualche chilometro.

Usciti da Vigevano incontriamo subito un tratto di ciclabile lungo il Naviglio Sforzesco, seguito da tranquilli sterrati che conducono prima a Villareale e poi a Cassolnovo, il comune più a nord della provincia di Pavia.

Seguiamo una strada asfaltata poco trafficata fino a Villanova, nucleo rurale avvolto da un fitto reticolo di rogge, i tipici canali della campagna lombarda che servono per irrigare i campi. Sulla stessa falsariga prosegue il resto della tappa, tra sentieri immersi nella campagna e strade pavimentate dallo scarso traffico. Attraversiamo i paesi di Gravellona Lomellina, Cilavegna e Parona giungiamo a Mortara.

Oggi la cittadina è un moderno centro agricolo, famoso per l’allevamento delle oche, da cui si ricava il salame d’oca di Mortara, un IGP.  Mortara va giustamente fiera di un suo illustre concittadino Luigi Mangiagalli, che fu sindaco di Milano e tra i fondatori dell’università degli studi di Milano e ne fu anche il primo Rettore.

 

MORTARA LOMELLO(45 KM) 

 

La terza tappa è lunga circa 45 km e si svolge in parte sui sentieri sterrati e in parte su strade asfaltate e il filo conduttore della giornata sono  le garzaie; si tratta di zone umide in cui nidificano gli aironi, luoghi protetti e spesso non facilmente accessibili  dunque, ma se si è fortunati si può sperare di vedere qualche esemplare volteggiare sopra le nostre teste.

Il primo paese che incontriamo usciti da Mortara è Olevano, poi Zeme e quindi Cozzo.

Cozzo attualmente è abitato da poco più di 350 persone, ma nei secoli passati è stato una delle basi più importanti per il commercio, essendo all’incrocio tra le direttrici per la Francia e la Svizzera. Ci sono tracce documentate già nel primo secolo dopo Cristo. Da visitare il castello che nel 1499 ospitò il Re di Francia che con le sue truppe di dirigeva su Milano.

Dopo Cozzo, superiamo Candia e per qualche chilometro costeggiamo il fiume Po, fino ad arrivare a Sartirana il cui castello, probabilmente il più famoso della Lomellina dopo quello di Vigevano, fu fatto costruire da Gian Galeazzo Visconti e attualmente ospita numerose e interessanti esposizioni.

Appena fuori Sartirana, troviamo Il Monumento Naturale Regionale Garzaia Lago di Sartirana, in cui sono presenti almeno sette specie di aironi nidificanti e  la nidificazione regolare del Falco di palude, del Martin pescatore, della Folaga, della Gallinella d’acqua e del Germano reale.

L’ultima cittadina  raggiunta in questa tappa è Lomello, graziosa località sviluppatasi intorno ai suoi straordinari monumenti, dal Castello alla Basilica di Santa Maria Maggiore fino al Battistero, eccezionale testimonianza di arte paleocristiana.

 

Per una cena tipica vi consiglio  ravioli ripieni di arrosto e conditi con il sugo, le lasagne con le rigaglie, i tagliolini con gli asparagi per quanto riguarda i primi, per i secondi: le erbe della campagna vengono cucinate al tegame con burro o nelle più svariate frittate (poco conosciuta, ma tipicamente locale la frittata con “luvartis”, il luppolo selvatico), mentre gli asparagi, altro prodotto tipico della zona,vengono affiancati alle uova.

Ed infine non possiamo dimenticare la regina dei dolci lomellini, una prelibata bontà fragrante e genuina:

le Offelle di Parona. Uno squisito biscotto, dal gusto unico e dall’inconfondibile forma ovale, nato da un indovinato incontro degli ingredienti più semplici e nutrienti. A inventare abilmente l’originale biscotto due sorelle paronesi, che sul finire dell”800 crearono questa specialità senza mai rivelare a nessuno la ricetta.

LOMELLO PAVIA (50 KM)

La quarta e ultima tappa prevede una percorso di circa 50 km e chiude l’anello della Lomellina, scoprendo altri scorci bucolici e tornando a costeggiare il corso del Ticino. Da Lomello imbocchiamo uno sterrato che ci conduce al Castello di Scaldasole, ennesimo capolavoro architettonico di una terra che vide molti eserciti avvicendarsi sul proprio territorio e una delle più importanti architetture fortificate della Lombardia.

Per evitare il traffico del  percorso principale per Pavia, pedaliamo in tranquillità su strade secondarie: e incontriamo  Mezzana Rabattone, Sommo o Travacò Siccomario che non offrono molto agli amanti dell’arte, ma conquistano con le loro corti rurali e le tipiche cascine lombarde poste a breve distanza dagli argini di Po e Ticino. Continuando a pedalare arriviamo a Travacò, da dove ricomincia la pista ciclabile che ci riporta a Pavia, passando dal famoso ponte coperto sul Ticino.

Abbiamo così finito questi quattro giorni in sella alla nostra bicicletta attraverso una delle zone meno conosciute della Lombardia, ma più vere, lontano dai grandi flussi del traffico e che proprio per questo ci permette di pedalare in tranquillità e senza fretta.

Tutta la Lomellina è percorsa da una fitta rete ferroviaria, che permette di modificare a piacimento il percorso che abbiamo descritto, accorciando o saltando completamente alcuni tratti del viaggio.

Giordano Roverato

giordano roverato: Appassionato di bicicletta, vita all'aria aperta e comunicazione digitale

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  • Nelle vie del centro storico sono numerosi i palazzi signorili gotici e rinascimentali che scoprono continuamente le tracce del passato: qui una colonna e un arco a tutto sesto, la un capitello, poco distante un bel portale rinascimentale, quindi i grandi cortili, i pozzi, le verande, le capaci cantine. Tra i palazzi, citandone alcuni: Casa Romano, Casa Montaldo, Casa Scribanis poi Ayroli (nel 1520 ospito Francesco I, re di Francia), Casa Como, Casa Borlasca (nel 1529 ospito' Carlo V), Palazzo Pinelli poi Serra. Sulle colline le splendide ville rinascimentali, al centro di vaste tenute, sontuose dimore tutte di proprieta' privata, fra cui la Cheirasca, villa castello edificata nel seicento dalla famiglia Ricchini, la Toledana costruita nel cinquecento dalla famiglia Imperiale, la Centuriona, fatta erigere nel 1556 da Adamo Centurione ambasciatore di Carlo V, le Colombare, complesso architettonico appartenuto agli Spinola, la Giustiniana, antica costruzione rimaneggiata nel settecento da Francesco Maria Brignole, ultimo doge di Genova, e la Lomellina, la splendida villa al centro di una vastissima tenuta (conto fino a 65 cascine) sull'antica strada che dalla Bocchetta portava a Tassarolo e poi a Novi. Nota particolare per la strada Lomellina, bellissima da percorrere, che attraversa, immersa nel verde, luoghi di raro fascino. Rinomato centro di villeggiatura dotato di complessi sportivi e ricreativi e raro esempio di conservazione urbanistica: case, palazzi e chiese appaiono ancora nel loro splendore originario, lungo la riva del Lemme.