LA VIA FRANCIGENA EMILIANA: IL GUADO SUL PO

La via Francigena tra il Po e l’ Emilia

Il Grande Fiume è confine naturale, e attraversarlo vuol dire lasciare il vecchio cammino e avviarsi verso un orizzonte nuovo. Per questo il guado sul Po è un passaggio di grande fascino sul percorso della Via Francigena.

 

E’ il “Transium Padi”, il guado di Sigerico, segnalato da una colonna di mattoni col simbolo del pellegrino. E’ il punto in cui, da Corte Sant’andrea, si traghetta per l’altra sponda accompagnando il fiume verso valle per circa mezz’ora, con approdo a Soprarivo. Un tratto in cui il Po sembra danzare con la Pianura Padana, curvando dolce a destra e a sinistra fino a Piacenza e oltre. Da Soprarivo a Piacenza si arriva pedalando su rettilinei di strade statali adatti a qualsiasi tipo di bici. Con un po’ di attenzione si arriva fino al ponte sul Trebbia, dopodiché si prosegue su pista ciclabile per un totale di una quindicina di chilometri. Per traghettare con le biciclette sul Po è meglio prenotare che non si sa mai, perchè di spazio non ce n’è tanto.(0523-771607risponde l’associazione culturale Caupona di Sigerico). Si può altrimenti considerare un percorso alternativo quasi interamente sull’argine del Po senza attraversarlo, in sicurezza fino all’ingresso a Piacenza. In città si entra su una pista ciclabile che passa sopra il Po e sotto l’autostrada, per poi correre fino a piazza dei Cavalli che è centro città.

PIACENZA

Piacenza, tappa numero trentotto del cammino di Sigerico, che pare sostò nell’Ospitale di S.Brigida, infatti riservato ai pellegrini anglosassoni. Piacenza tra il Po, il Trebbia e il Nure. Con la nebbia del nord, l’afa della bassa e i colli che si alzano verso l’Appennino Ligure. Da sempre incrocio di strade e di percorsi, qui il dialetto emiliano sa di lombardo, di piemontese e anche di ligure, nelle valli. Piacenza ha raccolto i pellegrini che arrivavano dalla Via Francigena del Monginevro e del Gran San Bernardo per lasciarli andare verso Fiorenzuola, sulla Via Francigena oggi Emilia. Città d’arte a vocazione turistica, con la splendida Piazza dei Cavalli – le statue equestri di Ranuccio 1 e Alessandro Farnese – e il Palazzo Pubblico in stile gotico. Altrimenti lo stile romanico del duomo di Santa Maria Assunta e la Basilica di Sant’Antonino, che merita di essere visitata da fuori per la torre ottogonale e dentro per gli affreschi dell’ XI secolo.

 

L’uscita da Piacenza è in direzione sud-est, per Fiorenzuola D’arda, lontana  poco più di trenta chilometri da percorrere su strade pianeggianti, adatte a mountain bike e city bike. Si devono fare circa tre chilometri di via Emilia, che vuol dire molto traffico e quindi molta attenzione, ma dopo il ponte stradale sul Nure si svolta a destra e si va via per una serie di sterrati. Si passa da Montale, dove ci si può fermare alla parrocchia di S.Lazzaro che qualche posto a dormire ce l’ha, oppure proseguire fino a Pontedure, piccolo centro che merita più di uno sguardo, importante dai tempi dei romani.

 

Qui si attraversa piazza Re Amato con la chiesa di S.Pietro, nel centro del paese. Poi ancora l’asfalto trafficato della via Emilia, la familiarità con gli sterrati e la novità dei guadi, Sul torrente Chero e sul Chiavenna: se non è periodo di piogge sono passaggi semplici, che al massimo fanno scendere dalle bici e togliere le scarpe. Un po’ più difficile è trovare la ciclabile che alle porte di Fiorenzuola introduce la passerella sull’Arda: è sulla destra della via S.Protasto, dopo le prime case della città.

 

I pellegrini uniti dalla fede si dividevano a Fiorenzuola. C’era chi continuava verso sud, per la Via Francigena che portava fino a Gerusalemme; e chi invece risaliva la Val d’Arda per il passo del Brattello, scendendo poi a Pontremoli. Da questa direzione arrivava Sigerico, che annota Fiorenzuola come tappa numero trentasette del suo tragitto. La collegiata di San Fiorenzo, patrono della città, è la chiesa principale; non è l’edificio originale del XIV secolo ma gli affreschi del ‘500 e l’altare in marmo del ‘700 la rendono comunque molto preziosa. Ma lo è anche il teatro Verdi, di metà ‘800, perchè Busseto è davvero molto vicina.

Related Post

 

Da Fiorenzuola verso Fidenza è l’ultimo tratto di pianura, un ventina di chilometri tra sterrato e asfalto stretto, per le geometrie creative dei campi. E’ percorrendo circa sei chilometri di queste strade che si arriva alla splendida Abbazia di Chiaravalle della Colomba, di stile Romanico-Gotico, con un chiostro del XIV che è un capolavoro. Per sapere queste e tante altre cose, a cominciare dall’orario di apertura e modalità delle visite, è utile consultare il sito specifico  www.chiaravalledellacolomba.it.

Poi si riprende a pedalare per i campi passando per Castione Marchesi. E’ ancora pianura ma non è più infinita. I colli piacentini e gli appennini, non è  solo nord. Si continua passando la frazione Bastelli e seguendo la prima svolta a sinistra per Fidenza ma non la seconda  indicazione che dà a destra, piuttosto si pedala dritto per Chiusa. La via giusta passa per un ponte sul torrente Stirone dedicato a Sigerico e si avvicina al centro abitato tramite due sottopassi – tangenziale e ferrovia -per i quali è sempre meglio avere gli occhi aperti e le luci accese.

Poi Fidenza. Trentaseiesima tappa del cammino di Sigerico. Città dei miracoli e delle leggende che meritano di essere ascoltate, perchè narrano anche di pellegrini in cammino. Invece da vedere c’è il duomo del XIII secolo in Romanico Lombardo con tre campanili, dedicato a San Donnino, e anche uno splendido palazzo comunale.

Ma per questioni più pratiche suggeriamo anche una sosta in via dei Mille, da Cicli Pellegrini, per una bella ripassata alla bicicletta. Fuori dalla città il paesaggio cambia e si comincia a salire; è la fatica che sa di piacere, meglio essere preparati.

 

Alessandro Avalli

 

alberta schiatti: Alberta Turbolenta Schiatti, creativa sempre in sella. A volte turbo, più spesso lenta, comunque contenta del proprio equilibrio instabile. Creative and Communication Consultant @Not Combing Dolls. Previously @S&S. Cyclist. Cook. Mom.