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È oggi strumento praticamente immancabile sulle bici dei ciclisti professionisti, ma anche per gli amatori evoluti è ormai una costante, perché monitora lo stato di forma e soprattutto coadiuva gli allenamenti. Lo si può trovare integrato nella guarnitura o anche nei pedali. E tra le altre cose incide poco sul peso della bicicletta. Per tutta questa serie di motivi il rilevatore di potenza è stato eletto ad accessorio obbligato per chi il ciclismo lo pratica ad un certo livello.
Il rilevatore di potenza – o se preferite il “powermeter” – consente di rilevare la reale forza applicata mentre si pedala; fornisce un dato oggettivo sulla prestazione che per molti aspetti è molto più affidabile e stabile rispetto al dato della frequenza cardiaca, che era il parametro funzionale più utilizzato per monitorare la performance nel ciclismo fino a qualche anno fa.
Powermeter e principianti
Il powermeter rileva i watt, appunto: ma la domanda che ci facciamo è se e quanto la cosiddetta rilevazione del wataggio possa fare al caso del ciclista di livello medio, o addirittura del neofita.
La riduzione dei prezzi che questo strumento ha conosciuto negli ultimi tempi sembrerebbe il primo elemento che sdogana il rilevatore di potenza anche tra i ciclisti occasionali.
Ma, questione economica a parte, quanto realmente il powermeter può aiutare il ciclista della domenica? Come deve essere usato?
Potenza: un dato oggettivo
Siamo certi del fatto che oltre ad aiutare il ciclista professionista a primeggiare in gara, il misuratore di potenza è strumento nato prima di tutto per monitorare la performance, a qualsiasi livello esso sia. Perché no, può per questo fare al caso anche del ciclista alle prime armi.
Diremo di più: diversamente da quello della frequenza cardiaca, il parametro di potenza è un dato più oggettivo e meno influenzabile da fattori personali o soggettivi quali lo stato di affaticamento, il grado di recupero o il carico di lavoro che si è già effettuato. Per questo è anche più facilmente interpretabile anche senza troppe competenze tecniche specifiche, di solito appannaggio di tecnici o allenatori.
Con questo non stiamo dicendo che è possibile allenarsi con il powermeter senza avere certe competenze o senza l’ausilio di un allenatore; piuttosto che è molto meno difficile allenarsi con il parametro dei watt piuttosto che con quello dei battiti cardiaci.
Se, inoltre, si dispone degli strumenti, delle capacità (o ancora meglio i tecnici) in grado di interpretare in maniera congiunta sia il dato di potenza che quello cardiaco, allora il monitoraggio dell’allenamento sarà ancor più completo e preciso. In realtà in questo caso stiamo entrando in un ambito di pratica davvero evoluta, che forse non fa al caso di questo approfondimento.
L’utilità per il neofita
Utilizzare bene un misuratore di potenza può servire al neofita per aiutarlo a non arrivare a casa distrutto dopo l’allenamento, a completare un allenamento con una riserva utile per effettuare poi il training successivo in condizioni ottimali, producendo quegli adattamenti che la scienza dell’allenamento chiama “supercompensazione”, e che altro non sono che il progresso della condizione di forma.
Un test iniziale
Il modo migliore per approcciare l’impiego di un powermeter è fare un test iniziale per individuare i personali valori atletici, in modo da impostare di conseguenza un programma di lavoro, o se preferite un criterio di allenamento adeguato al caso personale.
Al giorno d’oggi è possibile eseguire test di valutazione funzionale basati sul wattaggio non solo e non più in un centro di allenamento o con l’ausilio di un allenatore, ma li si può anche effettuare in modo “fai date”, con l’aiuto dei software di cui sono dotati i moderni ciclo computer.
Si potrà in questo senso individuare la cosiddetta potenza FTP – o “potenza alla soglia funzionale” – e da questa derivare tutte le relative zone di lavoro di riferimento.
Potenza in relazione al peso
Qualsiasi sia il vostro livello atletico o la vostra FTP, ricordate anche che il dato assoluto del wattaggio ha poco senso se non viene parametrato al peso dell’atleta, secondo il cosiddetto rapporto peso/potenza, che in un certo senso rappresenta la reale cilindrata dell’atleta.
È facile capire che produrre 300 watt in salita è cosa differente se a erogarli è un atleta di 60 o 80 chili …
Potenza rispetto al tempo
I moderni ciclocomputer comunicano con i powermeter in modo wireless: riescono a fornirci una mole di dati notevole relativi alla potenza media, a quella massima e ovviamente alla potenza nell’unità di tempo, che di solito può essere quella rilevata sulla media di uno, tre, dieci o trenta secondi.
A tal proposito è importante ricordare che il modo migliore per monitorare la potenza durante lo sforzo è riferirla a un intervallo temporale medio non troppo stretto: il valore più affidabile in questo senso è quello della potenza media rilevata sui tre secondi; ma forse nel caso del ciclista di livello basico meglio affidarsi ai dieci secondi, perché in questo modo si avrà un intervallo temporale più adatto alla pedalata “meno costante” del neofita e avere di conseguenza rilevazioni né troppo repentine, né troppo “lunghe”.
Oltre ai watt ricordiamo le sensazioni
Ribadiamo che quello legato ai watt è il parametro più oggettivo per verificare l’intensità del proprio allenamento e di conseguenza valutare lo stato di forma.
Ricordiamo sempre, però, che non c’è cosa più sbagliata che considerare i soli parametri atletico/funzionali come unico metodo per impostare il proprio allenamento.
Questo è errore che spesso riguarda gli atleti evoluti, che in questo modo finiscono per accantonare elementi altrettanto importanti come le sensazioni personali o peggio il fiuto e l’esperienza che possono portarli in corsa a scegliere una tattica di gara piuttosto che un’altra
Il fiuto e le capacità tattiche poco hanno a che fare con i watt e le potenze di soglia …
Affidarsi troppo ai watt può appunto essere l’errore anche del ciclista alle prime armi, come minimo perché i powermeter sono sempre più diffusi ed economici, ma soprattutto perché chi inizia tende spesso a imitare (o emulare) chi è più bravo o forte di lui. E questo anche quando chi è più bravo sbaglia …