Ciclocross: ecco l’equipaggiamento necessario

Torniamo sull’argomento “ciclocross” dopo averne trattato qui.

Ma se in quella occasione ci siamo dedicati ai benefici della specialità in un’ottica allenante, in questo articolo ci soffermeremo a parlare dell’attrezzatura tecnica necessaria per praticare questa disciplina prettamente invernale delle due ruote.

Anche questa volta ci rivolgiamo al praticante non professionista, magari anche a chi intende avvicinarsi al ciclocross in modo amatoriale, e in questo senso non vuole – o non può – spendere troppo per una disciplina che nella totalità dei casi (anche quelli dei “prof”) è sempre e comunque da intendere in modo addizionale – o se preferite complementare – alla disciplina ciclistica che si pratica in estate.

Le differenze con i professionisti

L’equipaggiamento per un ciclocross “amatoriale” evidentemente cambia rispetto a quello in dotazione ad un professionista. La differenza sta sia nella qualità che nella quantità del materiale di cui si dispone.

I “prof” hanno infatti in dotazione numerose bici da ciclocross: due, tre anche quattro; sono quelle da portare ai box, dove i relativi meccanici degli atleti organizzano i vari cambi in corsa (a volte anche tre, quattro durante una singola competizione).

Naturalmente l’amatore “comune” non può permettersi un’attrezzatura simile, ed è per questo che deve organizzarsi al meglio per una disciplina comunque estremamente tecnica, che richiede materiali e un equipaggiamento di base che non possono non avere le caratteristiche basilari che ora andiamo a illustrare.

La bici: per chi sceglie la mtb

Nelle gare di livello locale o regionale, e in genere nella maggior parte delle competizioni dedicate agli amatori, i regolamenti federali o dei vari enti di promozione sportiva autorizzano l’utilizzo di mountain bike nelle competizioni ciclocross.

La condizione è però che la bici abbia un manubrio di larghezza non superiore ai 600 millimetri (ovvero molto meno del manubrio di una mtb “standard”). Questo serve a ridurre i rischi di contatto nelle concitate fasi iniziali delle gare, dove gli atleti si trovano spesso “spalla a spalla”.

Related Post

Correre una gara di ciclocross con una mtb è di certo la soluzione più economica per il biker che vuole tenersi in forma durante l’inverno, ma di certo non è la soluzione migliore per essere competitivo e riuscire al meglio in questa specialità che è essenzialmente competizione: a parte la modifica necessaria sul manubrio, le bici da mtb  “adatte” al ciclocross dovrebbero avere una forcella rigida, non ammortizzata; dovrebbero essere equipaggiate con coperture decisamente meno “grasse” di quelle che le moderne mtb montano di serie. Aggiungiamo che le ruote con cerchio largo delle mtb rendono comunque il mezzo più pesante e meno “snello” di una bici da ciclocross, rendono la bici meno adatta a quei rilanci di ritmo che sono un aspetto tecnico immancabile nel ciclopratismo.

Insomma, a meno di non utilizzare una vecchia mtb “muletto” riadattata specificamente e precisamente all’utilizzo, l’impiego di una mountain bike nel ciclocross è poco pratico e di certo non è conveniente. Questo anche perché le sensazioni e il feeling che vi darà una mtb adattata al ciclocross non potranno mai essere quelle di una vera bici da ciclocross, perché diversa è la geometria con cui è strutturata una mtb, di conseguenza diversa è la resa sui circuiti da ciclocross.

La bici per chi sceglie la gravel

Il discorso cambia se si decide di praticare ciclocross con una gravel bike, che è bici decisamente più imparentata a una “ciclocross” nativa: questo soprattutto nel caso in cui la gravel in oggetto sia una “race”, ovvero uno di quel modelli con geometria e impostazioni “aggressive”, adatte per fare agonismo (ed oggi la maggior parte delle gravel sono impostate così).

Gli adattamenti necessari, in questo caso, sono davvero pochi, visto che il telaio della maggior parte delle gravel ha una geometria molto simile (in tanti casi uguale) a quella di una “ciclocross”; servirà allora sostituire il manubrio “flare” – ovvero con “corna” larghe – con le curve manubrio standard; potrebbe servire sostituire le coperture da gravel con  gomme specifiche per il ciclocross, dove la sezione massima consentita è 33 millimetri.

E la bici da ciclocross?

Gareggiare con una vera bici da ciclocross è evidentemente la soluzione migliore: la geometria in questo caso è ad-hoc, e il telaio è strutturato per ospitare le coperture con sezione più usuale nel ciclocross (32, 33 mm). In questo senso, però, il limite in un’ottica di utilizzo amatoriale è che una bici da ciclocross nativa ha uno spettro generale di utilizzo meno ampio rispetto ad esempio a quello di una gravel bike, nel senso che se quest’ultima è facilmente adattabile al vero ciclocross, più difficile è il caso contrario.

La ciclocross rimane dunque una bici specialistica e di nicchia, che reputiamo adatta e ci sentiamo di consigliare solo ai ciclocrossisti amatoriali evoluti.

Abbigliamento e scarpe

Gli accessori necessari nel ciclocross attingono in gran parte nel repertorio tecnico della bici da corsa e in minima parte in quello della mtb. Quest’ultima è chiamata in causa per le scarpe, che per l’utilizzo ciclocross sono esattamente quelle da mtb, ma dovranno necessariamente essere provviste dei due ramponi anteriori: serviranno ad avere più presa nei tratti nel fango da fare a piedi. Anche i guanti del ciclocrossista sono in molti casi identici a quelli che usa il biker, visto che in questa specialità sono fortemente consigliati i guanti a dita lunghe, per avere maggiore protezione sulle dita.

Maglia, pantaloncini ed eventuali accessori termici per combattere il freddo sono invece quelli dello stradista (o al massimo dei rider di mtb cross-country). In corsa il ciclocross obbliga ad un vestiario “agile”, che potrebbe sembrare sottodimensionato rispetto alle temperature invernali.

Ciò che accade, infatti, è che la disciplina è caratterizzata da breve durata ed altissima intensità. Per questo gli accessori termici da privilegiare in corsa sono spesso i manicotti, le ginocchiere o i gambali. Giacche termiche o calzamaglie saranno comunque utili, ma più che altro nelle fasi di riscaldamento e di prova del percorso.

Maurizio Coccia: Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.