Dalla bici all’innovazione, il tempo di una start up

Sempre più start up, sempre più crowfounding, sempre più idee. Così la bici si trasforma, si evolve, fino a diventare base creativa per tutti gli appassionati che non si accontentano di quello che offre il mercato. Nel turbinio di un settore in fermento e in continuo cambiamento, i giovani curiosi e un po’ “smanettoni”, sono il motore di questa rivoluzione italiana e non solo.


Ovunque nascono start up per implementare nuovi sistemi e crowfounding per raggiungere i budget destinati alla realizzazione. Di esempi sul nostro territorio ce ne sono tanti ma partiamo dal famoso Politecnico di Torino dove la passione per la pedalata assistita ha dato vita ad una vera start up che produce e-bike dal nome Zerounidici, ultraleggere in alluminio dal cuore elettrico. Un mix perfetto tra design e maneggevolezza del mezzo in grado di soddisfare i polpacci più esigenti.

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Ma la bellezza delle idee è che vanno oltre, anche oltre quello che possiamo immaginare come il risciò-tech BiciPop a pedalata assistita nato a Rovereto e Trento. Si tratta di un esempio virtuoso applicabile anche al cicloturismo o nel campo pubblicitario. Gli amanti della bici più tradizionale, invece, avranno trovato di certo interessante la start up Gioppino che permette di comporre la propria bici secondo la propria creatività. Bici su misura? In un certo senso sì, visto che online chiunque può comporre la propria bici, in ogni singola parte, compilando semplicemente un form e inviandolo via mail.


Sul fronte della sicurezza hanno lavorato i ragazzi universitari emigrati a Londra per studi di Winglights, ovvero segnalatori luminosi che vanno montati all’estremità del manubrio per segnalare la propria presenza strada oltre al cambio di direzione. Insomma, addio alla cara vecchia mano a destra e sinistra, sono arrivate le frecce per la bici. Un’idea semplice, se ci pensate, e che ha subito permesso ai due ragazzi di accedere al credito United Kindom Trade & Investment dello Stato e poter avviare una vera e propria start up a zero costi. È piaciuta così tanto che la stessa Università attraverso uno spin-off ha messo a disposizione un ufficio gratuito fino a permettergli di realizzare una piccola produzione in Cina.
Sul furto di biciclette, invece, è incentrato l’antifurto BiCiclope, un’app da scaricare sul cellulare che funziona un po’ come un piccolo grande paese che controlla le bici che però già in precedenza hanno installato l’antifurto. L’idea arriva da Bologna dove è già presente un vero e proprio database di bici rubate, il Bologna Bike Watch in cui vengono inserite tutte le due ruote non più in possesso. Dunque occhi aperti …

Marzia Caserio: giornalista, blogger e Mammaebici