Elettronica sulla bici: a chi serve e a chi no

Lontani, anzi lontanissimi, i tempi in cui la bicicletta era esaltazione pura e assoluta della meccanica, mezzo di locomozione essenziale e snello che permetteva in modo naturale di elevare all’ennesima potenza le velocità.

Oggi, assieme alle componenti meccaniche basilari che questo mezzo ha da sempre, c’è una commistione sempre più cospicua e importante di meccanica ed elettronica. E non ci stiamo riferendo tanto alle biciclette elettriche.

Parliamo piuttosto di tutti quegli apparati del mezzo sui quali gestione e funzionamento delegano sempre più all’elettronica aspetti che una volta erano solamente meccanici. Che poi questi apparati siano anche appannaggio delle biciclette elettriche questo è un altro discorso ancora, visto che su questa tipologia di bicicletta l’elettronica è senza dubbio l’architettura migliore per gestire e monitorare una propulsione che è sia muscolare sia elettrica.

Ma in questo articolo vogliamo dedicarci ad altro, all’elettronica impiegata sulle bici tradizionali, o se preferite “muscolari”, perché anche su queste oggi se ne vede un bel po’.

Servono competenze e cure maggiori

L’elettronica incide senza dubbio in modo positivo sull’efficienza dei “reparti” sui quali viene applicata; necessita però di un grado di competenza e conoscenza maggiori rispetto ai sistemi a gestione solo meccanica. Questo sempre affinché l’elettronica di una bici possa essere davvero fruita nel pieno delle sue potenzialità e se ne possa godere al meglio.

L’elettronica sulle bici richiede inoltre e senza dubbio attenzioni maggiori anche rispetto agli aspetti relativi alla manutenzione o alla corretta messa in opera delle parti coinvolte, quanto meno in relazione all’incombenza (quasi) ineludibile della ricarica delle relative batterie di alimentazione.

Infine, l’elettronica sulle bici comporta senza dubbio un aggravio sul costo complessivo della bici.

In questo articolo vi spieghiamo allora dove questa si può trovare e soprattutto per quale tipo di utente ha davvero senso e chi invece può farne a meno e preferire bici con architettura classica, ovvero interamente e completamente meccanica.

I costi in più

Prima di affrontare i vari reparti, però, consentiteci una premessa relativa all’ultimo punto, quello del prezzo: lo sviluppo di tecnologie sempre più affinate rende progressivamente più diffusi e disponibili sistemi fino a ieri appannaggio delle sole bici di alta gamma; oggi si può parlare di elettronica anche in merito a modelli di fascia media, in certi casi addirittura entry-level.

In fase d’acquisto, ancora tanti rifiutano a priori modelli del genere, perché giudicano l’elettronica solo una inutile complicazione. Crediamo che questo sia atteggiamento poco logico e fuori dal tempo, prima di tutto perché in certi casi i vantaggi che apporta sono oggettivamente superiori alle incombenze che (casomai) è necessario rispettare, secondo poi perché, appunto, oggi lo sviluppo tecnologico e le economie di scala rendono questa componente sempre più a basso costo e possibile per tutti.

Fatta questa necessaria premessa, ecco i vari reparti della bici sui quali si può trovare elettronica. Ed ecco per chi è indicata o meno.

Elettronica sui sistemi trasmissione

Negli ultimi quindici anni i cosiddetti “gruppi elettronici” hanno modificato radicalmente il modo di intendere la gestione il funzionamento dei principali organi di trasmissione e di gestione della trasmissione della bicicletta.

L’elettronica in questa fattispecie mette in comunicazione i deragliatori (o il solo deragliatole posteriore nel caso di sistemi monocorona) con i relativi comandi, che nella maggior parte dei casi comunicano in modo wireless, con protocolli dedicati, studiati appositamente per ogni specifica piattaforma.

L’architettura elettronica è il perno di un ecosistema che consente di gestire, personalizzare ed effettuare la diagnostica dell’intero sistema trasmissione.

L’alimentazione è con batterie ricaricabili, con durata variabile, indicativamente compresa tra 800 e 3.000 chilometri (ipotizzando l’utilizzo su strada).

  • adatti per: ciclisti agonisti che ricercano il massimo in prestazioni, precisione ed efficienza; chi cerca la possibilità di personalizzare le caratteristiche della cambiata, programmare modalità automatiche di cambiata e monitorare via app il tipo dei rapporti usati e il tempo che li si è tenuti ingaggiati; chi non ne vuole sapere di tornare periodicamente alla registrazione fine dei deragliatori e alla sostituzione di cavi e guaine.
  • meno adatti per: chi non vuole le incombenze della ricarica batterie; chi effettua lunghi raid, durante i quali può essere difficile la ricarica.

Elettronica sui rilevatori di potenza

L’elettronica è elemento connaturato con la nascita dei rilevatori di potenza per uso ciclistico, che si avvalgono di sensori in grado di rilevare la torsione applicata nella spinta di pedalata e trasmetterla in modo wireless al device che si è scelto di utilizzare. Oggi si possono trovare sul mercato rilevatori di potenza integrati nelle pedivelle, nelle corone, nei pedali e nel mozzo della ruota.

  • adatti per: il ciclista evoluto che vuole monitorare in modo puntuale la performance; chi ha capacità di spesa maggiori per sistemi che, rispetto agli omologhi componenti senza rilevatore di potenza, costano in media il 30% in meno.
  • meno adatti per: l’utente di livello cicloturistico, ma anche quello di livello amatoriale basico, visto che per chi riesce ad allenarsi non più di tre volte a settimana, dispositivi di questo tipo hanno poco senso; i ciclisti che non vogliono le incombenze della ricarica batterie.

Elettronica sulle sospensioni

Da qualche anno la gestione del comportamento elastico di forcella e ammortizzatore della mountain bike può essere demandato anche a sistemi elettronici “intelligenti”; in grado di “leggere” lo stile di guida del rider e adattare di conseguenza le caratteristiche elastiche degli elementi sospensivi; si tratta in pratica delle stesse funzioni che sulle sospensioni “tradizionali” sono gestite da ghiere/pulsanti/manopole di registrazione e attivazione/disattivazione delle caratteristiche elastiche.

  • adatti per: i rider davvero evoluti che vogliono semplificare, automatizzandole, le operazioni di taratura delle sospensioni.
  • meno adatti per: i rider davvero evoluti che ricercano la leggerezza estrema; i rider che non vogliono le incombenze della ricarica batterie.

Elettronica nei sistemi di rilevazione del traffico

Dalla lista di reparti bici costruiti integrando componentistica elettronica tralasciamo volutamente i ciclocomputer gps, non solo e non tanto perché in questo ambito le tipologie sono talmente tante e variegate da meritare molto più di un articolo, ma più che altro perché questi dispositivi sono talmente utili e “smart” da trovare difficile rilevarne inadeguatezza per gli utenti; lo stesso si può dire per i radar bici, dispositivi da qualche anno entrati nell’equipaggiamento necessario del ciclista (soprattutto che viaggi su asfalto): si tratta di dispositivi in grado di rilevare i veicoli in avvicinamento da dietro, avvertendo chi è in sella della loro presenza. Ancor più dei generici gps, questi sono dispositivi la cui utilità è fuori discussione, al punto che, anziché più o meno adatti per qualcuno, li si può definire necessari per tutti.

Tra l’altro, se fino a qualche tempo fa i radar gps per bici erano relativamente costosi, oggi si assiste ad un progressivo aumento dell’offerta e di conseguenza diminuzione dei prezzi.  Un motivo in piò per non farne davvero a meno.

Elettronica sui freni e prospettive future

Ci siamo volutamente dedicati solo all’argomento “elettronica” impiegato sulle bici tradizionali, ma permetteteci una rapida divagazione nel mondo “elettrico” per far menzione di un sistema di antibloccaggio ruota sviluppato da più di un costruttore che opera nel segmento e-bike: in pratica è una sorta di ABS applicato su alcune bici a pedalata assistita, che, attraverso un software, rende la gestione della frenata più efficiente e soprattutto più sicura.

È adatto in articolare per tutti gli utenti che non hanno particolare dimestichezza e sensibilità con la frenata di una bicicletta (in articolare quella  elettrica, che ha un peso sostenuto) ed è adatto anche per fondi stradali infidi, ad esempio ghiacciati o sdrucciolevoli.

Ad oggi è impegnato solo su (alcune) e-bike, ma depositati negli uffici preposti ci sono già numerosi brevetti che puntano ad estendere sistemi simil anche alle bici tradizionali.

Allo stesso modo, molti brevetti esistono anche nel campo della regolazione automatica (e in corsa) della pressione degli pneumatici della bici. E anche in questo caso il “cervello” del sistema sono sempre sensori con funzionamento elettronico.

Che piaccia o meno, insomma anche la bici “tradizionale” diventa sempre più tecnologica. O se preferite “elettronica”.

Maurizio Coccia: Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.