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La prima, ghiotta occasione, per capire dove sta andando l’industria della bicicletta noi italiani l’abbiamo avuta gli scorsi 11, 12 e 13 settembre a Rimini, dove si è svolta un’edizione davvero speciale dell’
L’italian Bike Festival si è confermato anche quest’anno come azzeccato evento dedicato sia al pubblico che agli addetti ai lavori: la formula con ingresso libero, gli stand all’aperto e la possibilità di provare le biciclette (ma in realtà le regole del momento hanno imposto ai tester di provare i nuovi modelli solo nella apposita Off Road Arena attrezzata all’interno dell’area fieristica) si sono rivelate soluzioni quanto mai indovinate ed hanno portato nella città romagnola un bel po’ di gente, compresi noi addetti ai lavori della stampa specializzata che lì in Romagna ci siamo fatti un’idea chiara di cosa dove l’industria e il mercato bici stanno andando.
Gravel, gravel, ancora gravel
Commercialmente parlando in Italia gli ultimi dodici mesi hanno visto letteralmente esplodere le “gravel bike”, ovvero un segmento che oltre confine aveva già avuto lo stesso riscontro anche prima. I grandi, ma anche i piccoli marchi, stanno per questo investendo sempre di più in questo genere, diversificando un’offerta prodotto che si fa sempre più ricca ed eterogenea. Viagginbici.com
Quando la gravel è “full”
Non era presente a Rimini ma chi scrive ha comunque avuto il modo di provarla qualche giorno dopo: anche la Niner MCR 9 RDO ben rappresenta il sempre più ricco sottosegmento di gravel bike biammortizzate, con la differenza che in questo caso, più che di sistemi per assorbire i colpi, abbiamo a che fare con una vera e propria architettura di sospensione, ovvero con un quadrilatero oscillante proprio come accade sulle mtb full suspended.
Gravel a pedalata assistita? Sì, grazie
Per tornare a quanto visto a Rimini, un altro modello che documenta quanto il gravel stia sempre più propendendo verso l’off-road (e meno verso l’asfalto) è la Frontier del giovane marchio italiano Vent: anche questa è una full, con uno schema elastico proprietario e per di più con una natura a pedalata assistita, gestita strategicamente da un’unità della Fsa posta nel mozzo posteriore.
E-road bike, un segmento che fa discutere
Sempre in ambito “elettrico” degne di nota sono le novità che due importanti marchi hanno presentato rispetto al segmento forse più dibattuto dell’industria ciclistica, quello delle e-road bike, cioè delle vere bici da corsa ma con assistenza elettrica.
Una nuova generazione di motori da Mtb
Se c’è un settore dove invece l’assistenza elettrica ha davvero centrato nel segno, beh questo è il mondo della mountain bike, dove ormai da anni le vendite di “e-mtb” hanno surclassato quelle delle mtb muscolari (almeno nel segmento di media e alta gamma). Non a caso proprio nelle unità destinate al fuoristrada di registra un grande fermento tecnico da parte dei produttori; uno di questi è Shimano, che con il suo nuovo EP8 ha introdotto un motore specifico per le mtb elettriche.
Bici da corsa: si torna a investire sulla leggerezza
A Rimini è stato Mario Cipollini in persona a svelare per la prima volta al pubblico la Dolomia, modello super leggero del marchio che porta il suo nome: la Dolomia è un modello che da della leggerezza estrema suo il punto di forza. Questa bici, lei e i suoi 780 grammi per un telaio in taglia grande, più che altro fanno notizia perché rimettono al centro dell’attenzione la riduzione di peso dopo molte stagioni in cui il requisito più ricercato dai produttori era stata l’aerodinamica, la capacità del mezzo di fendere l’aria. La Dolomia non è certo la bici più leggera la mondo, ma il fatto che metta la riduzione di peso in cima alle sue priorità assolute fa notizia e siamo sicuri che a breve, dopo di lei arriveranno altri modelli “piuma”, perfetti per gli scalatori e per i corridori leggeri.