La sella giusta: dieci modi per trovarla

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“Non esiste la sella migliore in assoluto, ma quella più giusta per ognuno”: ci ricolleghiamo a un concetto che un autorevole tecnico ci aveva spiegato qualche tempo fa per spiegarci i risvolti tecnici e biomeccanici che stanno dietro il più personale, il più diretto e sotto certi aspetti il più importante componente della bicicletta, quello sul quale scarichiamo oltre il 50 per cento del peso corporeo e che interfaccia direttamente il nostro fisico con il mezzo meccanico. Parliamo della sella, appunto: come la dobbiamo scegliere? Quali i criteri per orientarsi in base alla specialità, in base al livello di pratica e soprattutto in base alle caratteristiche anatomiche? Ve lo spieghiamo affrontando punto per punto tutti i parametri legati alla scelta di questo importante componente e stilando un vero e proprio ordine di priorità tra questi ultimi. Lo facciamo non prima di precisare che i parametri che leggerete si riferiscono soltanto alle caratteristiche dimensionali, strutturali e morfologiche delle varie selle, ovvero non affronteremo le implicazioni relative al posizionamento della sella, che – pur essendo strettamente legate alle prime – sono però di esclusiva pertinenza della biomeccanica e per questo meritano un altro servizio sul quale torneremo prossimamente.

1 – La larghezza

La larghezza è parametro biomeccanico fondamentale nella scelta di una sella. La regola praticamente condivisa dalle principale “scuole” di biomeccanica è quella per cui la larghezza della sella (che si misura nella parte posteriore del componente, misurando i millimetri che separano margine e margine) deve essere uno/due centimetri maggiore rispetto alla interdistanza tra le ossa ischiatiche del soggetto. Come misurare questo valore? Basta poggiare un cartone su una sedia, sedersi e poi esercitare una pressione aiutandosi con le braccia, per imprimere in questo modo due segni sul cartone, la distanza tra i quali sarà esattamente la distanza tra le ossa ischiatiche. A quel valore, appunto, aggiungete circa 1.5 centimetri e quella sarà la larghezza di sella per voi più indicata.

2 – Il profilo longitudinale

La conformazione che la sella presenta di profilo è strettamente legata alle caratteristiche anatomiche dei vari utenti: selle con un profilo più incurvato al centro saranno più adatte per utilizzatori dotati di un grado limitato di mobilità lombo-sacrale; al contrario selle con profilo longitudinale piatto saranno più indicate per individui con un elevato grado di mobilità dorsale e che per questo motivo sono più portati sia a cambiare frequentemente posizione del busto durante l’azione, sia a muoversi in senso intero-posteriore lungo il piano di appoggio della sella.

3 – Il profilo latitudinale

Osservato dalla parte posteriore lo scafo della sella può avere un profilo più o meno curvo: ci sono modelli con un design più arrotondato ed altri con una conformazione “piatta”. Generalmente – ma non necessariamente – la prima tipologia permette di distribuire più omogeneamente il peso corporeo, mentre la seconda circoscrive la pressione corporea su aree più limitate, per questo predispone a cambi di posizione e/o di stile di pedalata più veloci.

4 – Il grado di flessibilità/rigidità

Sul mercato si trovano selle con caratteristiche strutturali delle più eterogenee: l’impiego di materiali compositi consente di ottenere modelli provvisti di un livello di rigidità estremo; sul versante opposto, sempre la tecnologia sui materiali e i progressi negli standard tecnologici, consentono di realizzare modelli provvisti di livelli di rigidità/flessibilità calibrati strategicamente in modo da soddisfare esigenze di seduta delle più specifiche. Generalmente possiamo dire che la prima categoria di selle – ossia quelle “rigide” –  si addice più per le esigenze dell’utente agonista, mentre modelli con rigidità più contenuta – o calibrata – sono più adatti per utenti meno evoluti o per i cicloturisti.

5 – La punta

La punta della sella può avere larghezze diverse: modelli con un “naso” più pronunciato in larghezza sono adatti non solo e non tanto a chi è abituato a cambiare spesso la posizione rispetto all’arretramento e avanzamento, ma più che altro si addicono a quelle discipline in cui è spesso richiesta una stazione più avanzata sulla sella: prima di tutto ci riferiamo alle cronometro e al triathlon, ma anche a determinate specialità del mountain biking (ad esempio il cross-country) dove nelle salite ripide è giocoforza avanzare la posizione in punta di sella per mantenere aderenza ed equilibrio. Sul versante opposto, selle con punta più rastremata, sono ideali per chi ha a causa della particolare conformazione fisica ha problemi di sfregamento dell’interno coscia sulla sella.

6 – La lunghezza

Qualche anno fa questo paragrafo non avrebbe avuto senso né luogo: praticamente tutte le selle per bici sportive avevano una lunghezza standard, compresa tra 28 e e 30 centimetri. Oggi invece sono presenti sul mercato selle con sviluppo in lunghezza contenuto, orientativamente tra 23 e 25 centimetri, che hanno inaugurato il nuovo (e ricco) segmento delle selle cosiddette “corte”. Una sella corta ha implicazioni legate sia allo stile di pedalata, sia alle caratteristiche anatomiche: in ambito agonistico, ad esempio, selle del genere sono molto apprezzate dai cronoman, dai biker o da chi preferisce un assetto in bici molto avanzato; allo stesso modo le selle corte risolvono definitivamente l’eventuale problematica dello sfregamento dell’interno coscia, mentre nell’ambito del ciclismo su strada questi modelli favoriscono una transizione veloce dalla presa alta sul manubrio a quella bassa. Qualsiasi sia il caso, è importante ricordare che tutti modelli appartenenti a questo genere non ripropongono la stessa contrazione dimensionale anche in relazione alla larghezza. Questo significa che il criterio che porterà eventualmente a scegliere una sella di questo genere è totalmente svincolato dal (più importante) parametro della larghezza.

7 – Forma dello scafo e fori eventuali

Per scaricare e distribuire nel modo migliore possibile la pressione corporea si possono trovare sul mercato morfologie dei vari piani di appoggio che abbandonano l’omogeneità della superficie, e che al posto di questa presentano “depressioni”, avvallamenti che percorrono lo sviluppo longitudinale dello scafo oppure veri e propri fori realizzati sullo scafo. Forme del genere possono effettivamente incontrare le preferenze e/o l’anatomia di determinati utilizzatori, ma è importante ricordare che prerogative simili hanno un’importanza molto minore rispetto allo sviluppo dimensionale dello scafo, ancora una volta prima per quel che riguarda la larghezza, poi la lunghezza. A tal proposito, diciamo che proprio selle di questo genere possono diventare persino dannose o fonte di dolori qualora le si vada a scegliere con dimensioni inadeguate alle proprie caratteristiche, o qualora le si vada montare male sia rispetto all’arretramento sia rispetto all’inclinazione, perché in questi casi la morfologia particolare del loro piano di appoggio non riuscirà a svolgere la funzione per cui è stata progettata.

8 – Il grado di imbottitura

Alcuni dicono che, se la sella è dimensionalmente e morfologicamente giusta e se inoltre è stata posizionata bene sulla bicicletta, non ci sono grosse differenze a utilizzare modelli con diverso grado di imbottitura, perché in entrambi i casi il corpo avrà un piano adeguato e proporzionato sul quale poggiare. In realtà, l’evidenza dei fatti e anche la logica ci dice che solo gli individui più allenati – o meglio i più “abituati” – riescono a tollerare selle con imbottitura minima (o addirittura pari a zero, come accade sulle selle full-carbon), mentre per chi allenato lo è meno è più indicata un’imbottitura generosa. In realtà, anche in questo secondo caso, bisogna tenere presente che talvolta un eccessivo qualitativo di schiuma o di gel possono essere controproducenti, perché creano eccessive frizioni con il corpo, ottenendo alla lunga un risultato opposto rispetto al comfort che si andava a cercare.

9 – Il peso

La leggerezza è parametro che soprattutto gli agonisti oppure chi vuole la bici “piuma” dovrebbe guardare, ma anche per questi ultimi non dovrebbe mai e poi mai essere ai vertici dell’ordine di priorità tra i requisiti di scelta di una sella. Semmai, se proprio alla leggerezza non sapete rinunciare, pensate prima alle caratteristiche morfologiche della vostra sella; poi, una volta individuate queste ultime, potrete scegliere la versione più leggera dei quel modello, che però rispetti la forma che più si addice alla vostra corporatura.

10 –  Le protezioni

Modelli con imbottitura rivestita da cover antigraffio o antiabrasione sono più indicati per discipline “off road”, nelle quali abrasioni o contatti sono più frequenti. Talvolta, inoltre, particolari finiture dello scafo o specifiche porzioni del rivestimento possono anche avere un’utile funzione antiscivolamento, che aiuta a stabilizzare la posizione del ciclista.

Maurizio Coccia: Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.