Lubrificazione bicicletta: come farla, quando e cosa usare

Statistiche alla mano, sono quasi tre milioni in Italia ad utilizzare la bicicletta in modo “sportivo”; a questi dobbiamo aggiungere quel milione abbondante di utenti che la due ruote a pedali la usa per andare a lavorare o come strumento di mobilità.

Che tipo di biciclette hanno sia gli uni che gli altri? Sempre più tecnologiche, sempre più “hi-tech”, sempre più costose.

Non serve infatti scomodare il cosiddetto segmento “premium” della bike industry (ovvero quello delle bici che arrivano anche ai diecimila euro) per accorgersi che le biciclette attuali sono sempre di più un concentrato di tecnologia meccanica. Ed anche elettronica.

Una bici non lubrificata perde fino al 25 per cento della sua efficienza

E troppo spesso si assiste al paradosso per cui chi compera biciclette di questo lignaggio non presta le necessarie attenzioni per quel che riguarda la manutenzione, la cura e anche le operatività sulle funzioni di cui è capace.

Ancora troppi sono quelli che comperano modelli da quattro, cinque mila euro e poi trattano le parti come fossero quelle di una bici “da supermercato”. Per carità, tutto il rispetto per queste ultime e per chi le acquista, perché anche queste andrebbero manutenute come si deve (o come si può…. ). Ma va da sé che il bagaglio tecnico di una bici d’alta gamma necessita di più attenzioni e più cura affinché le sue funzionalità possano essere garantite nel tempo.

Il ragionamento calza a pennello se oltre alla bici tradizionale si considera quella a pedalata assistita, le cui parti sono soggette a una usura ancora maggiore se si considera l’elevata forza di coppia cui sono soggetti prima di tutto gli organi di trasmissione. La questione della lubrificazione, in questo senso, risulta essenziale, nonostante tanti non la considerino neanche …

Esistono lubrificanti specifici per e-bike

Una lubrificazione ben fatta degli organi di trasmissione può incidere fino al 25 per cento sulle reali capacità di scorrimento delle parti. Quella sulle componenti di trasmissione è la lubrificazione per antonomasia se si parla di manutenzione della bici, ma altrettanto importante è l’utilizzo di lubrificanti (ad hoc) se si parla di parti rotanti (movimento centrale e cuscinetti delle ruote) e organi elastici (forcelle e sospensioni). Di queste, però, parleremo in una prossima occasione.

Questa volta ci concentriamo sulle parti trasmissione: ecco, dunque, come effettuare una corretta manutenzione.

Pulizia, prima di tutto

Prima di dire cosa fare forse è meglio elencare ciò che non è opportuno fare quando tratta di lubrificazione della catena: per pulire le parti evitare nella maniera assoluta solventi troppo aggressivi, che deteriorano seriamente il trattamento superficiale cui sono sottoposti tutti gli organi di trasmissione.

Un prodotto specifico per la pulizia degli organi trasmissione

Pulire catena, pignoni e corone con i solventi chimici per vernici è prassi frequente, ma è quanto di più sbagliato se si vuole preservare la longevità delle parti. Per questa funzione è essenziale utilizzare prodotti specifici, generalmente poco aggressivi.

A tal proposito esistono soluzioni specifiche pensate per assolvere con un prodotto unico sia alla funzione di pulizia ed eliminazione di grasso e sporco, sia a quella di lubrificazione delle componenti di trasmissione. Si tratta di soluzioni indubbiamente molto pratiche, veloci ed economiche, ma vanno usate solo quando il livello di sporco da rimuovere è limitato. Nel caso in cui lo sporco depositato sia molto, è bene prima pulire con uno sgrassante specifico e poi lubrificare con i prodotti ad hoc.

Gli utensili specifici per la pulizia costano poco ma aiutano molto

Attenzioni ancora maggiori vanno riservate alle componenti elettroniche: cambi e deragliatori di questa tipologia richiedono necessariamente detergenti specifici si vuole rischiare di minare (irreparabilmente) le loro funzionalità.

Cosa accade in assenza di lubrificazione

Oltre a penalizzare scorrevolezza e scorrimento, la mancata lubrificazione (o peggio l’utilizzo di organi di trasmissione sporchi e secchi) aumenta notevolmente l’usura delle parti: in questo caso corone e pignoni vengono consumati anzitempo da maglie e rulli che in assenza di lubrificante tendono ad allungarsi.

Lo stesso effetto sortisce l’utilizzo di moltipliche sbagliate, ovvero di moltipliche che obblighino le maglie della catena a lavorare in modo disallineato. Approfittiamo per dire che in questo senso possono aiutare molto le moderne funzioni di cambiata automatica o sincronizzata disponibili su tanti reparti trasmissione elettronici (sia di bici muscolari che di e-bike). Si tratta di valide funzioni per assicurare al praticante cambiate che efficienti lo sono non solo dal punto di vista meccanico, ma anche da quello della linea di lavoro dei componenti.

Lubrificazione umida o secca?

Una volta puliti, gli organi di trasmissione (catena, corone, pulegge) andranno opportunamente lubrificati: per procedere bisogna prima di tutto verificare e aspettare che sulle parti non ci siano residui delle soluzioni detergenti. A questo punto le soluzioni possibili sono principalmente due, corrispondenti a due grosse “famiglie” di lubrificanti. Quelli cosiddetti “secchi” e quelli “umidi” , rispettivamente (e generalmente) adatti per condizioni di asciutto o di bagnato.

Nel primo caso il lubrificante è composto principalmente da acqua e particelle di ceramica: una volta applicata alla catena, la base d’acqua evapora mentre le parti ceramiche penetrano nei piolini, formando una pellicola protettiva che respinge polvere e detriti, lascia le parti pulite e di conseguenza riduce le frizioni nel contatto tra catena e ingranaggi.

In linea teorica i lubrificanti a base di cera si addicono anche a condizioni di bagnato, se non fosse che l’azione degli schizzi d’acqua tende a rimuoverli velocemente dalle parti di applicazione. Lo stesso effetto, seppure in misura minore, lo svolge il vento o in genere la distanza percorsa; è per questo che i lubrificanti “secchi”, a base di cera, sono più indicati per condizioni di asciutto, pur se il loro impiego obbliga ad una applicazione frequente, indicativamente ogni 70 – 80 chilometri percorsi.

Diverso è il caso dei lubrificanti a base di olio, genericamente indicati “umidi”: a differenza delle cera, l’olio aderisce alla catena molto più a lungo e rimane attaccato a maglie e piolini anche dopo che la catena è stata lavata con acqua o anche se dopo l’impiego con la pioggia. Gli oli, però, non hanno la stessa capacità della cera di rimuovere i detriti, al contrario la attirano, formando nel tempo gli inevitabili accumuli di sporco di cui parlavamo prima.

La scelta in base alle condizioni

Insomma, se si pedala prevalentemente su terreni asciutti, sarà meglio utilizzare lubrificanti a cera: ci si dovrà aspettare una durata inferiore nel tempo, ma per procedere con una nuova lubrificazione con cera (o se le condizioni cambiano con lubrificante umido) non sarà sempre necessaria effettuare la pulizia di tutte le parti. Diversamente, se si pedala in condizioni di pioggia o “umide” (o anche se si pedala su fondi bagnati) il lubrificante ad olio sarà senza dubbio da preferire. La lubrificazione delle parti sarà sicuramente più duratura, ma una volta che la parti saranno sporche servirà più tempo per il ripristino.

Maurizio Coccia: Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.