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Tutti pazzi per il monocorona, ma la “doppia” non è affatto morta

Il 2023 è stato l'anno della corona singola che "ha vinto" anche il Giro d'Italia. Ma guai a dare per spacciata la guarnitura doppia. Ecco perché

Maurizio Coccia by Maurizio Coccia
25 Ottobre 2023
in In evidenza, La Tecnica della bicicletta
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Cosa troverai in questo articolo:

  • Cosa propone il mercato
  • I vantaggi del monocorona
  • I vantaggi della doppia corona
  • Una soluzione per ogni utilizzo

Ci ha pensato il caparbio Primož Roglič a sdoganare la corona singola nel ciclismo “che conta”: lo scorso maggio il corridore sloveno ha fatto suo il Giro d’Italia ed è passato tecnicamente alla storia in quanto primo al mondo a vincere un grande giro a tappe montando una guarnitura con corona “1X”, al posto della canonica doppia corona che si usa ininterrottamente nel ciclismo su strada da oltre settanta anni.

Se poi dal mondo delle corse su asfalto ci spostiamo nell’ambito del gravel ci accorgiamo che la stragrande maggioranza delle bici sono montate di serie con guarniture a corona singola.

È la fine definitiva dei sistemi “2x”?

La bici di Roglic: guarnitura a corona singola

Cosa propone il mercato

La questione in realtà è più complessa, e non può essere liquidata semplicemente dal clamore mediatico suscitato dal fatto che un “big” del ciclismo su strada utilizzi il monocorona.

Tanto per cominciare, Roglič ha utilizzato la corona singola solo in alcune tappe del Giro d’Italia 2023, quando nelle altre ha continuato a privilegiare la classica doppia.

Seppur per meno tappe (due) rispetto a Roglic, anche il vincitore del Tour de France Vingegaard ha usato il monocorona

Inoltre, per passare in ambito di ciclismo gravel, dobbiamo ricordare che il più importante produttore al mondo di componenti trasmissione (Shimano) ha da poco presentato la sua nuova piattaforma componenti dedicata a questa specialità: bene nella sua famiglia di componenti chiamata Grx la guarnitura doppia continua ad essere l’opzione che affianca la “mono” nell’offerta prodotto.

Da parte loro gli altri due principali player di settore – Campagnolo e Sram – propongono solamente la soluzione 1X per quel che riguarda il mondo gravel, ma continuano come Shimano a considerare la doppia come soluzione sostanzialmente obbligata per il ciclismo stradistico competitivo.

Cassette pignoni sempre più ricche di ingranaggi depongono in favore delle “mono”

In generale possiamo dire che la diffusione sempre più ampia dei sistemi 1X risponde alla progressiva crescita degli ingranaggi disponibili alla ruota (diventati 12 per tutti i big della componentistica), con conseguente riduzione dello “scarto” metrico nel passaggio tra una moltiplica e l’altra e conseguente mantenimento del “colpo di pedale” a seguito della cambiata.

I vantaggi del monocorona

L’eliminazione della doppia corona ha in sé vantaggi tecnici innegabili: sono legati alla semplificazione meccanica connessa con l’eliminazione del deragliatore e del relativo cablaggio; e ancora sono legati alla semplificazione pratica di eliminare l’incombenza della deragliata.

I vantaggi della doppia corona

Resta il fatto che chi interpreta il ciclismo in una modalità prevalentemente competitiva preferisce non privarsi di quella progressione di scala fluida e costante che assicurano i sistemi “2X” (ancor più se a 12 velocità). Questo anche al netto del peso in più (circa 150 grammi netti) che comportano deragliatore e cablaggi e al netto della sovrapposizione nello sviluppo metrico che talvolta si può rilevare sulle 24 combinazioni possibili dei sistemi “2X” a 12 velocità.

In pratica, se la vostra cassetta dispone di un numero inferiore di velocità (undici, ma spesso anche dieci) optare per una guarnitura “1X” sarà ancora meno conveniente.

Le guarniture doppie hanno anche un impiego gravel

Una soluzione per ogni utilizzo

Ragionamenti del genere talvolta possono fare al caso anche dell’utilizzo gravel, ad esempio quando si parla di gravel race, o anche quando l’utilizzo che si intende fare della bici è prevalentemente su asfalto e meno sulla ghiaia: in entrambi i casi la progressione lineare di scala dei sistemi 2x12v risulta valida alleata sulla strada della performance finale o se preferite dell’efficienza generale di pedalata.

Diversamente, invece, ad oggi la soluzione “1X” in ambito di uso su asfalto può adattarsi a situazioni particolari: prima di tutto può adattarsi ai tanti pedalatori che il ciclismo praticano in modo rilassato e che non stanno certo a guardare troppo al “colpo di pedale”; per tornare in ambito di ciclismo su asfalto di alto livello, invece, il monocorona può adattarsi ad esempio alle salite ripide sulle quali load fluidità nella transizione di rapporto conta meno (come appunto è stato il caso del Giro d’Italia di Roglic); inoltre può fare al caso delle cronometro, dove la 1X è in effetti opzione prevalente per la maggior parte dei corridori.

Per le gare su strada la “doppia” rimane opzione preferita dalla stragrande maggioranza dei corridori

Questo ci serve per ricordare che il sistema monocorona al Giro d’Italia ha avuto grande clamore mediatico perché prima assoluta per un grande big; ma da qui a dire che la doppia rappresenti oggi un repertorio tecnico del passato ce ne passa: questo sia nel ciclismo su strada, ma come abbiamo visto anche un po’ nel ciclismo gravel.

Tags: doppia coronamonocorona
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Maurizio Coccia

Maurizio Coccia

Ex agonista, prima della mountain bike, poi della bicicletta da corsa, tuttora pedalatore incallito, soprattutto su asfalto. Ha scritto per oltre quindici anni sulle storiche riviste “La Bicicletta” e “ Bici da Montagna". Si occupa di informazione su riviste specializzate di biciclette e portali on-line, soprattutto di tecnica e di nuovi prodotti.

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