ALTO ADIGE IN 4 GIORNI CON E-MTB: NATURNO-SARENTINO

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Scoprire l’Alto Adige con la

E-mountain bike: quattro giorni di pedalate sulle Dolomiti!

Nei mesi scorsi, per quattro giorni, abbiamo partecipato alla shimano e-mountainbike experience, una innovativa manifestazione turistica aperta a chiunque voglia pedalare. Era possibile testare per l’intera giornata, una delle e-bike messe a disposizione direttamente dai costruttori, avendo anche il supporto dei loro tecnici per ogni curiosità (tanta) o problema (nessuno). Quando, qualche mese prima ho ricevuto per la prima volta il comunicato, ho avuto subito la tentazione di partecipare, sia per il piacere di attraversare l’intero Alto Adige in mtb, sia per i test ai mezzi che erano messi a disposizione. Spero che scrivendo, io sia in grado di farvi capire quanto sia stata esaltante questa avventura aperta a tutti, tra panorami unici, biciclette elettriche fantastiche e un organizzazione (Bike&More e Plan-B) che sono state davvero super.

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Ma torniamo alla manifestazione..

La Partenza

Qualche settimana prima della partenza, attraverso il sito web della manifestazione,oltre il tipo di pernottamento desiderato,

è stato possibile vedere e prenotare le e-bike

che i partner

(Focus, Cannondale, Bulls, Scott, Ghost, Haibike, Centurion, Merida)

avevano messo a disposizione.

Da qui in avanti, l’attesa dei quattro giorni è stata ancora più faticosa.

Arrivati a Naturno in Val Venosta, la sera precedente la partenza tutti i partecipanti

(eravamo in circa 100) hanno ricevuto le istruzioni per come suddividersi nei gruppi, in base alla capacità e allenamento.

Ogni gruppo era accompagnato da alcune guide di mtb, una di esse era anche un esperto di pronto soccorso.

Per fortuna sono rimasti praticamente quasi senza lavoro.

Come sempre succede la mattina della partenza, tutti eravamo svegli all’alba. Alle 8.00 puntuali abbiamo preso le e-bike che avevamo scelto (io ho optato per una “Bulls“), rapide istruzioni da parte dei team, pedalate di “ricognizione” per prendere confidenza, primi approcci con Bruno, Marco e Roberto, futuri compagni (fantastici) di gruppo e  alle 9.00 puntuali siamo partiti.

Ogni livello il suo gruppo, ogni gruppo il suo percorso,

apparentemente sulla strada divisi, ma tutti uniti dalla voglia di condividere questi quattro giorni di pedalate, fatica e divertimento. Le prime tre ore da Naturno a Merano, passando per le strade semi deserte delle montagne, sono servite a calibrare bene i gruppi di appartenenza, a renderli omogenei per livelli di preparazione. Dopo un veloce pranzo a Merano, dove mentre noi eravamo comodamente seduti alle terme, i team facevano i check alle bici, siamo saliti in funivia a Merano2000 e qui è iniziata la vera Shimano e-mountainbike experience.

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Partiti dall’arrivo della funivia, ci siamo subito infilati in mezzo al bosco

per due piccoli assaggi di passaggi tecnici, tanto per scaldarci, tra radici e sassi, siamo saliti al rifugio di Merano, per continuare fino ai 2074 metri della doppia croce del Maiser Rast, dove si ha un panorama a 360° su tutte le cime della zona.

gli “omini di pietra”

Dopo le foto di rito, abbiamo ripreso le nostre mtb e siamo prima discesi e poi risaliti verso uno dei luoghi più magici dell’intero Alto Adige: gli”Stoanernen Mandln” (omini di pietra) della Val Sarentino.

Più di 100 cumuli di pietra che si ergono come torri ad altezza d’uomo,

da almeno mezzo millennio sono lì, attorno alla croce, a sorvegliare la “Hohe Reisch”, così si chiama questa cupola rocciosa da cui si scorge l’intero SudTirolo.  Le incisioni nella roccia e gli attrezzi di pietra focaia rinvenuti nella zona rendono speciali gli “omini di pietra” della Val Sarentino, le cui origini risalgono molto probabilmente all’età della pietra.

Qui si narra che durante l’inverno, quando una nebbia fitta ricopre la vetta del monte, gli “omini di pietra” sono come avvolti da una misteriosa atmosfera che rievoca antiche storie e leggende. Si racconta infatti che il diavolo e le streghe fossero soliti incontrarsi in questo luogo per scatenare violenti temporali. Una di queste era la strega “Pachlerzottl”, la più nota della Val Sarentino. Il suo vero nome era Barbara Pachlerin, venne rinchiusa nella torre del Castel Reineck dove il 28 Agosto 1540 venne condannata al rogo perché sospettata di stregoneria.

L’arrivo a Sarentino

Lasciato alle spalle questo luogo magico e di magie,

con un single track di circa 5 km siamo arrivati prima alla strada asfaltata

e poi dopo qualche altro minuto, con circa 50 km e 1300 metri di dislivello percorsi,

siamo arrivati a Sarentino il nostro primo arrivo di tappa,

dove ad accoglierci abbiamo trovato tutta la “carovana” del giro che vegliava su di noi. Si perché arrivare, lasciare ai tecnici le bici, discutere con loro delle sensazioni provate, informarsi su alcuni aspetti tecnologici, rende più interessante questa esperienza e fa sentire quasi come quelli che il Giro d’Italia lo corrono davvero.

La cena tipica sarentinese

Dopo una bella doccia e aver utilizzato qualche prodotto al pino mugo della val sarentino per recuperare la stanchezza, ci attendono per la cena le

“Ollerhond Selbergmochts” che in tedesco significa: un po’ di tutto, fatto da sé.

Sono un gruppo di

donne sarentinesi che vestite nei bellissimi costumi offrono piatti tipici

con prodotti semplici, saporiti e genuini, caratteristici della cucina contadina. A cena il gruppetto della mattina si ritrova compatto e anzi si allarga con Christian, Mara e alcune guide.

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Oltre a mangiare è tutto un racconto di sensazioni, di episodi che hanno segnato la giornata.

La serata scorre veloce tra la visione delle foto e dei video realizzati durante la giornata dall’organizzazione fino a che la stanchezza non ci chiama a recuperare. Domani ci attende una nuova pedalata sempre tra panorami bellissimi e percorsi che solo con la bici è possibile raggiungere….

Reportage di Giordano Roverato

 

giordano roverato: Appassionato di bicicletta, vita all'aria aperta e comunicazione digitale