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Il primo premio all’Italian Green Road Award del 2016, l’Oscar del Cicloturismo ideato da Viagginbici.com, assieme a CosmoBike Show e Bosch, è andato alla Ciclovia dell’Alpe Adria da Tarvisio a Grado.
L’aria è frizzantina e pungente la mattina presto quando decidiamo di partire dall’Hotel Spartiacque di Camporosso, e si avverte chiaramente il profumo dell’erba, dei fiori e dell’aria pulita.
Siamo ai piedi della foresta Tarvisiana la più grande foresta demaniale italiana, e abbiamo appuntamento con Mario Saccomano la guida che ci condurrà fino a Grado con una comodissima Recumbent bike.
Scegliamo chi delle mountain bike, chi delle city bike, ma tutte a pedalata assistita con motore Bosch, così da goderci la pedalata senza troppo affaticare le nostre gambe poco allenate.
In men che non si dica ci troviamo a pedalare sul sedime della vecchia ferrovia oggi dismessa e trasformata in ciclabile, che qua e la ci schiude scorci e apre viste mozzafiato come quella del Montasio. Abbiamo percorso a gran velocità, perchè in discesa, un bel po’ di chilometri senza neppure accorgercene fino ad un borgo da fiaba: Malborghetto. Qui vale la pena sostare alla casa Oberrichter un vecchio negozio di giocattoli trasformato in locanda: “è un rifugio per l’anima, dove ogni volta che lo si desideri, puoi godere della nostra ospitalità rilassandoti, ascoltando della buona musica dai vinili di Silvano, sorseggiando una fra le tante bevande-pozioni di Marina, assaggiando i piatti fantasiosi di Alessio e leggendo ai bimbi uno dei racconti illustrati di Pietro, circondati da un’atmosfera surreale e fiabesca, con camini scoppiettanti e caldissime stufe pronte ad avvolgervi in caldi abbracci. Qui il tempo scorre più lento”.
Usciti da questo mondo parallelo riprendiamo la ciclabile che da questo momento in poi assume sempre più le caratteristiche del tracciato ferroviario con le gallerie illuminate e i ponti di ferro sospesi nel vuoto fino ad arrivare alla stazione di Chiusaforte, una vecchia stazione ferroviaria trasformata in punto ristoro con alcune camere a disposizione dei cicloviaggiatori.
E’ una sosta che consiglio magari per il pranzo. Siamo stati accolti a braccia aperte dal gestore della stazione che ci ha servito piatti appetitosi e poi riaccompagnato alle biciclette salutandoci con un fischietto da capostazione! A noi è stata servita una pasta condita con delle erbette selvatiche del luogo irripetibile in tutti sensi anche a detta del cuoco che non saprebbe trovare l’esatto equilibrio tra i vari sapori, perchè ha utilizzato quello che la natura quel giorno gli offriva. Il tutto annaffiato da un vino profumatissimo friulano.
Venzone
Il Borgo di Venzone, eletto tra i più belli in Italia ci accoglie vestito di lavanda e ci racconta una storia di distruzione e ricostruzione molto affascinante. Il terremoto ha raso al suolo questo borgo trecentesco e da questa tragedia la gente del luogo è riuscita non solo a ricosrtuirlo pietra dopo pietra numerandole tutte minuziosamente, ma oggi a livello internazionale Venzone è un simbolo di rinascita ma anche un punto di riferimento per i disaster manager che vengono qui ad imparare come si possono prevenire i disastri e come si deve operare in caso di eventi di quella magnitudo.
Tra le segnalazioni da fare l’Hotel Carnia, non tanto per le stanze che in realtà sono modeste, quanto per il ristorante che offre piatti della tradizione friulana davvero da stella Michelin.
Verso Udine
Al nostro risveglio scopriamo che il tratto di Alpe Adria che ci aspetta è il più complesso: non è perfettamente segnalato e in qualche punto ancora incompleto. Ma il cielo è blu ed è punteggiato da nuvole che fanno comparire il sole a intermittenza, e questo ci scalda i cuori e la pelle. A circondarci il verde: qualche campo di orchidee selvatiche, laghetti e colline. Passiamo per Gemona, Osoppo fino ad arrivare a Udine che ci attende per stupirci. E’ una città che nel tempo ha acquistato una bella vivacità e nel tardo pomeriggio è affollata di giovani che prendono un bicchierino di vino il tajut.
E’ bellissima vista dal Castello, che nei secoli è teatro di tante belle e intricatissime storie e altrettanto affascinante vista dal basso attraverso le vie e le Piazze storiche. Decidiamo di onorare le tradizioni locali fermandoci per un aperitivo nello storico Caffè Contarena per poi continuare a bere e degustare all’Osteria Aquila Nera (eccellente la carne alla griglia servita con diversi tipi di sale aromatizzati).
Aquileia e Grado
L’ultimo atto della nostra cicloesperienza è il più spettacolare. E’ un centrifugato di storia, architettura, colori e sapori. Magicamente come da un caleidoscopio prendono forma città dalle piante poligonali, città romane e città di mare.
A cominciare da Palmanova tutto ci sembra eccessivamente bello e fortunatamente inondato di sole. La pianta poligonale con la disposizione sfalsata delle sue porte consentiva al nemico di entrare e di non poter uscire. E’ ancora ben visibile la cinta muraria lungo la quale si pedala per guadagnare il tratto di ciclabile verso Aquileia. Poi c’è Strassoldo con il suo Castello.
Le parole non sempre raccontano l’esperienza a pedali lungo l’Alpe Adria. L’ultimo tratto è quello più vissuto, più trafficato e percorso anche dalle famiglie. E’ il segmento che profuma di sale e che si tuffa in mare!
PERCORSO: Tarvisio -Grado in Friuli Venezia Giulia
LUNGHEZZA: 180 KM
DIFFICOLTA’: semplice, il tratto più impegnativo è Venzone – Udine
BICICLETTA: meglio una mtb per i tratti sterrati ma anche una bici da cicloturismo. La guida utilizzava una recumbent.
TRACCE GPS: scaricatele da questo sito