Nel mese di aprile, in cinque amici percorriamo in bicicletta la zona nord-ovest della provincia di Pavia, indicata con il nome di Lomellina: un mosaico di acqua e di terra, un’area pianeggiante e fertile, che offre al visitatore grandi spazi, grandi silenzi ed ampi orizzonti. La Lomellina è un’importante regione di transito, poiché vi passano le molte vie, stradali e ferroviarie, che uniscono fra loro Vercelli, Casale, Alessandria, Pavia, Novara e Milano. Il passato ha qui lasciato preziosi tesori architettonici ed artistici.
Qui tutto é stato costruito, trasformato ed organizzato dall’uomo con infinita e secolare pazienza. Per secoli questa terra di risorgive è stata un’impraticabile palude; poi venero le bonifiche, attuate dagli ordini monastici nel Medioevo, e le grandi riforme agricole realizzate dagli Sforza che, verso la fine del quattrocento, diffusero la coltivazione del riso. La Lomellina è così diventata un continuo alternarsi di ricchissimi campi di cereali. Al servizio di questa estensione di coltivazioni é stato realizzato negli anni un complesso sistema di canali.
Qui, come in tutta la pianura lombarda, le campagne sono costellate da numerosissime cascine di grandi dimensioni, un tempo dotate di tutti i servizi e le strutture necessarie per la vita sociale e la produzione agricola. La forma classica a corte chiusa, quadrilatera, deriva dalla villa rustica romana oppure dalla forma del ricetto medioevale o dei conventi.
Nei mesi di aprile-maggio, il paesaggio della Lomellina si trasforma in una lucida specchiera, dove l’ azzurro del cielo si riflette nelle acque delle risaie. Nella seconda metà dell’ottocento, con la costruzione del canale Cavour, la coltivazione del riso si è andata sempre più affermando ed oggi copre buona parte del territorio coltivato; oggi la provincia di Pavia ne è la prima produttrice in Italia.
Nel corso di tre tappe siamo andati alla scoperta di un territorio suggestivo e poco sfruttato dal punto di vista turistico. Il punto di partenza di ogni giorno è stato Mortara, cittadina agricola e industriale nel cuore della Lomellina.
Il primo giorno abbiamo viaggiato in treno da Torino a Mortara; da qui, in bicicletta, abbiamo raggiunto Olevano di Lomellina, un paese di antiche origini, la cui esistenza è sempre stata legata all’agricoltura.
Poi, per strade tra campi e risaie, arriviamo a Tromello, che sorge sulla riva destra del torrente Terdoppio ed anticamente era indicato come luogo di transito sulla via Romea, che da Pavia raggiungeva le Gallie. Nel 990 d.c., Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel suo viaggio di ritorno da Roma, lungo i sentieri della via Francigena, scrisse sul suo diario di viaggio di essere giunto a “Tremel”, dove si trovava un ospizio per pellegrini. Qui sostiamo alla base del “Torrione”, una torre medioevale che in origine doveva essere la torre d’angolo del castello, del quale però non v’è più traccia.
Intorno all’ora di pranzo, giungiamo a Gambolò; qui entriamo nelle mura del castello (castello Litta), una roccaforte presumibilmente risalente al X-XI secolo, circondata dai muri di cinta, con i caratteristici merli ghibellini a protezione dei cammini di ronda. Oggi, delle sue opere difensive murarie, rimangono solo tre delle quattro porte che delimitano la geometrica struttura urbana.
Sulla via per rientrare a Mortara, un’ultima sosta a Remondò, frazione di Gambolò, con la sua chiesa barocca del ‘700. A Mortara ci attende un’ottima cena con i cibi tipici della zona, tra i quali il famoso “salame d’oca”, dall’aroma fine e delicato, e il primo di riso e fagioli. In questa giornata abbiamo percorso circa 45 km.
Il secondo giorno visitiamo la bassa Lomellina, con un percorso ad anello, iniziando da Sartirana, che raggiungiamo in treno; qui sostiamo al Castello Visconteo, il maggiore della Lomellina per ampiezza, che presenta una pianta quadrata delimitata da quattro torri angolari, di cui una cilindrica.
La tappa successiva è Mede: cittadina tra il Sesia e l’Agogna; nel centro storico sono tuttora visibili tratti delle mura del Castello Sangiuliani (XIV-XV secolo), con un’elegante loggetta d’epoca successiva, ora ingresso della biblioteca comunale.
Proseguiamo per Lomello, che vanta ancora un nucleo storico ben conservato, stretto intorno al suo celebre complesso monumentale medievale, con un castello eretto nel X secolo, ma rimaneggiato nel quattrocento, lo splendido Battistero di San Giovanni ad Fontes e l’adiacente Basilica di Santa Maria Maggiore, romanica, edificata nel X secolo.
La meta successiva è Valle Lomellina, il cui centro storico appare abbastanza integro nella sua parte urbana. Il castello medievale fu una delle roccaforti più importanti della Lomellina e costituiva, insieme ai castelli di Sartirana Lomellina, Frascarolo e Lomello, la cintura difensiva della parte sud occidentale del Ducato di Milano.
Da Valle Lomellina puntiamo a Breme, per visitare l’Abazia di S. Pietro (sec. X-XVI) , fondata dai monaci benedettini provenienti da Novalesa, cacciati dalle incursioni saracene. Qui scendiamo nella cripta, che risale al X sec.; tutta la muratura primitiva è in laterizio frammisto a ciottoli di fiume.
Ed infine ritorniamo a Sartirana; da qui, a causa di uno sciopero dei treni, dobbiamo rientrare a Mortara in bicicletta. In questo secondo giorno di viaggio abbiamo percorso circa 65 km.
Il terzo ed ultimo giorno, visitiamo le testimonianze storico-artistiche di Mortara, come la chiesa Parrocchiale di S. Lorenzo, la chiesa di S. Croce ed infine l’edificio più antico, cioè la chiesa di S. Albino.
Fondata nel V sec., secondo la leggenda, fu ricostruita per volere di Carlo Magno (VIII sec.). Insieme all’annesso complesso abbaziale ha costituito per tutto il medioevo una tappa obbligata lungo la “Via Francigena”.
A metà mattinata, caricati i bagagli sulla bicicletta, lasciamo Mortara e puntiamo alla zona più occidentale della Lomellina; passiamo per Castelnovetto e visitiamo la bella Chiesa di S. Maria delle Grazie (sec. XV) ; proseguiamo poi per Robbio, nell’alta Lomellina. Interessanti, a Robbio, il monastero di S. Valeriano e la chiesa di S. Pietro, nei pressi della quale sorgeva un “hospicium” per il ricovero dei pellegrini.
Da Robbio puntiamo su Confienza e poi su Vinzaglio; in quest’ultimo tratto di strada usciamo dalla Lomellina. La gita del terzo giorno si conclude a Vercelli, dopo aver percorso circa 50 Km.
In questi tre giorni abbiamo pedalato per circa 160 Km, per strade completamente in piano, quasi tutte asfaltate ed a basso traffico.
Reportage di Mario Titli (mailto: mariopedala@gmail.com)
FIAB Torino – Bici & dintorni