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Cos’è una bici gravel
E anche stavolta gli americani ci hanno messo la firma: così come fu quaranta anni fa con le mountain bike, anche la categoria emergente delle gravel bikes è stata inventata, codificata e poi esportata dagli States. Nel vecchio Continente e in Italia questa simpatica, eclettica e camaleontica tipologia di bici è arrivata tre, quattro anni fa ed è subito piaciuta per il suo essere anticonvenzionale, versatile, esteticamente gradevole e soprattutto funzionale.
Cosa è una Gravel Bike?
È un po’ una mountain bike, è un po’ una bici da corsa, è un po’ una bici da ciclocross, ma in realtà non è nessuna di queste tre.
Ci aiuta il vocabolario: gravel è un sostantivo che in inglese sta per “ghiaia”, “terriccio”, perché le gravel-bike sono bici destinate a percorrere principalmente fondi ghiaiosi e strade sterrate, ancora meglio se strade bianche con il fondo compatto oppure tracciati non asfaltati ma non troppo accidentati. No, i sentieri tecnici e scoscesi del mountain biking più azzardato non sono il miglior pane per i denti di una gravel bike, anzi, sono un contesto da evitare, se non altro perché a livello tecnico, dimensionale e geometrico una gravel bike è molto più vicina a una bici da corsa che a una bici mountain bike. Toglietevi dalla testa, però, di affrontare una lunga granfondo stradistica in sella a una “gravel”, sarebbe una noia mortale e significherebbe mortificare il carattere poliedrico di questa bici capace di solcare fondi diversi, ancora meglio se alla ricerca dell’avventura.
Non è un caso che il gravel biking sia nato negli Usa, un territorio sconfinato, un’area dove ancora moltissime strade secondarie sono volutamente lasciate sterrate, perché troppo costose da asfaltare o manutenere. Si tratta di strade spesso lunghe anche centinaia di miglia, e che, per capirci, hanno caratteristiche del fondo simili a quelle che si trovano in Italia sugli sterrati comodi de “L’Eroica”, la famosa cicloturistica d’epoca che si svolge nel Chianti. Quel che accade già da molti anni negli “States” è che quegli ampi e lunghi stradoni sterrati sono abitualmente percorsi da ciclisti in sella alle loro mountain bike: a dire il vero, le sospensioni delle mtb sono decisamente sovradimensionate per quei generi di tracciati, così come la geometria compatta delle mtb poco si presta a strade in cui serve più la velocità del mezzo che la capacità di superare gli ostacoli tecnici. Proprio per questo Oltreoceano in molti hanno cominciato ad avvicinarsi a quei percorsi con le più performanti bici da ciclocross. Nel tempo questo fenomeno è cresciuto e all’aumentare della domanda il mercato ha fornito la sua risposta, appunto andando a codificare questa nuova generazione di bicicletta adatta principalmente (ma non esclusivamente) per le cosiddette “gravel road”.
Differenza tra bici da ciclocross e Gravel
Le differenze tra una bici da ciclocross e una gravel bike sono sottili, ma essenziali, mentre decisamente più evidenti sono le differenze tra una mountain bike e una gravel, a cominciare dai sistemi di ammortizzazione, che sulle seconde mancano. Per entrare nel dettaglio:
- Una gravel bike è una bici con ruote da 28 pollici di diametro, con telaio realizzato principalmente in acciaio o in carbonio, a seconda di quanto si vuole spendere e a seconda di quali caratteristiche si vogliono ottenere (comfort con l’acciaio, leggerezza con il carbonio).
- La geometria del telaio. È ancor più “comoda” di quel che accade sulle moderne bici stradistiche votate alla endurance, ma è meno reattiva e scattante rispetto alle bici da ciclocross: il tubo di sterzo è alto, in media, da 1,5 a 3 centimetri in più rispetto a una road bike, al fine di favorire una stazione di guida eretta; il carro posteriore – ossia la distanza tra il movimento centrale e il mozzo posteriore – è molto lungo (in media due centimetri in più che su una bici da strada) e questo accade sia per consentire una guida comoda, ma soprattutto per ospitare coperture con sezione generosa (si va anche oltre i 30 mm, in certi casi addirittura 35 mm) e con un battistrada artigliato, in grado di produrre una buona presa sul terreno. Inoltre, diversamente dalle bici da ciclocross, la posizione della scatola movimento centrale è più bassa (siamo circa a 27.5/28 cm, rispetto ai 28/28.5 cm di una bici da ciclocross), visto che in questo caso non occorre saltare su alcun ostacolo e anzi una scatola movimento più vicina al terreno migliora la stabilità di guida. Ancora in merito alla geometria, le gravel-bike hanno angolazioni del tubo verticale e del tubo di sterzo più “morbide” rispetto alle bici da corsa usate dai professionisti: su queste ultime la necessità di rilanciare rapidamente il mezzo dopo le curve secche obbliga i produttori a verticalizzare entrambi gli angoli. Sulle gravel-bike, invece, l’esigenza è opposta: più che la reattività serve una guida che agevoli la conduzione del mezzo su strade in cui le curve sono generalmente ad ampio raggio e su cui l’infido fondo stradale sdrucciolevole sarebbe poco congeniale a una geometria “nervosa”, di quelle che non lasciano scampo in caso di errori.
- Passiamo ai freni: su una gravel bike non possono che essere i potenti ed affidabili freni a disco, essendo evidente il vantaggio ad utilizzare freni del genere in contesti d’uso che molto spesso obbligano a pedalare sotto la pioggia o a percorrere strade fangose. I freni a disco e le coperture generose portano il peso complessivo di una gravel più in alto di quello di una road bike o di una bici da ciclocross, ma è evidente che il destinatario di un prodotto del genere a tutto pensa fuorché a “limare” i componenti per risparmiare qualche etto. Passando al manubrio, la ricerca del comfort conduce tanti gravel biker a privilegiare manubri leggermente diversi dai manubri classici da strada: le due parti basse leggermente “sciancrate” consentono alle mani di trovare una presa più comoda quando si adotta l’impugnatura bassa.
- La trasmissione. Le moltipliche disponibili sono più agili rispetto a quelle delle bici da strada e per assecondare questa esigenza il cambio posteriore e il deragliatore hanno un’architettura ad-hoc (bilanciere lungo e forchetta di deragliata alta) esattamente come accade sulle trasmissioni da mtb. Infine, essendo le gravel bike bici adatte per i lunghi viaggi, non potevamo non trovare la predisposizione per il portapacchi e, in alcuni casi anche per il parafango, perché, con l’aggiunta di qualche etto, accessori del genere consentono di ampliare e potenziare ulteriormente lo spirito endurance di queste bici votate tutte all’avventura.
Gli eventi gravel
Negli Stati Uniti le manifestazioni di gravel biking sono ancora in continua ascesa: è a stelle e strisce la paternità della Grinduro, una gara di 96 kilometri sulle strade sterrate nei dintorni di Quincy, in California. Gittata decisamente maggiore per la Trans Iowa (transiowa.blogspot.com) , una traversata di 500 km dello stato dell’Iowa da effettuare in un sol boccone, entro un tempo massimo di 34 ore, con partenza alle 3.30 del mattino e su strade per la quasi totalità sterrate. La Trans Iowa è stato un “must” per il gravel biking a stelle e strisce degli ultimi 13 anni, ma in realtà gli organizzatori non hanno ancora definito se nel 2019 torneranno ad organizzare l’evento. Ancora, la Great Divide Mountain Road prevede un percorso prevalentemente sterrato che in 2765 miglia e 60000 metri di dislivello taglia verticalmente gli Usa, congiungendo il Canada al Nuovo Mexico.
Eventi Gravel Bike in Italia.
Quali sono le manifestazioni di gravel biking organizzate qui da noi? Gli eventi sono numerosi, alcuni sono competitivi e altri no, ma in generale la connotazione agonistica che si respira negli eventi gravel non è mai marcata. L’esasperazione non è mai stata propria del gravel biking e se di sfida su vuol parlare questa è prima di tutto una sfida contro se stessi, non con l’avversario. Prevedono ad esempio una classifica stilata in base a prove speciali le tre tappe del Gravel Road Series, circuito di cui fanno parte la toscana Nova Eroica a Buonconvento (SI) (le foto di riferiscono proprio a questo evento), la tappa di Alba (CN) e quella di Bagno Vignoni (SI).
Vero e proprio happening del gravel biking è inoltre il B.A.M., acronimo che sta per Bicycle European Meeting, che quest’anno è stato organizzato a Mantova e che oltre ai tre “Collective Ride” da 50, 70 e 130 kilometri prevede workshop, seminari e presentazioni di libri legati dedicati «a chi con i pedali spinge i propri sogni». Ancora, chi vuole avvicinarsi al gravel biking non dovrebbe perdersi la Carrareccia Liberata, in programma a Bolsena (VT) a fine aprile, con un percorso di 160 kilometri quasi interamente su strade sterrate compatte, nello scenario suggestivo dell’Alto Lazio. Tant’è, per la lista completa degli eventi gravel italiani è meglio visitare il portale Gravelitalia.
Ma a parte le manifestazioni organizzate è bene ricordare che un territorio come il nostro offre moltissimi contesti e situazioni in cui una gravel bike può essere la scelta giusta. Ci vengono in mente, ad esempio, le tantissime strade bianche che si possono incontrare soprattutto nella zona centro-settentrionale del nostro Paese. La gravel-bike può essere l’opzione perfetta per chi utilizza la bicicletta principalmente nella sua dimensione di mezzo votato alla endurance, di strumento con cui effettuare avventure o raid di uno o più giorni. Non dimentichiamo, infine, che niente di meglio di una gravel-bike può adattarsi agli asfalti – ahinoi sempre più disastrati – di buona parte delle nostre strade e, non da ultimo, una gravel-bike può adattarsi altrettanto facilmente all’utilizzo cittadino.
Consigli per gli acquisti
Specialized Diverge Comp E5 Donna, gravel biking per le ragazze
Geometria e componenti specifici per l’universo femminile. E in zona sterzo c’è una ammortizzatore integrato, con escursione di 20 mm. Telaio in alluminio, cinque misure disponibili.
1890 euro
www.specialized.com
Salsa Vaya Apex, può montare gomme fino a 50 millimetri
La proposta “Any Road” del marchio del Minnesota specializzato nel gravel biking. In acciaio, forcella e pendenti posteriori ospitano gomme anche “grasse”, fino a 50 mm di sezione (45 se si montano i parafanghi). Trasmissione Sram Apex 11-36.
1520 euro
Wilier Triestina Jaroon, in acciaio, con trasmissione monocorona
I tubi hanno un’elegante ed esclusiva finitura “a specchio”. Questa versione con lo Sram Rival ha una guarnitura a corona singola, da 44 denti. Ma è disponibile anche con la doppia 46/36 del gruppo Shimano 105.
2600 euro
Scott Addict Gravel 10 Disc, in carbonio, da perderci la testa
Telaio in composito derivato dalle bici utilizzate dai pro rider. Freni a disco idraulici con validi rotori da 160 mm di diametro. La bici intera pesa 7.25 chili, una piuma se pensiamo che abbiamo a che fare con una gravel bike.
6299 euro
www.scott-sports.com
Cinelli Hobootleg, superaccessoriata
È equipaggiata di serie con parafanghi e portapacchi. Il telaio in acciaio Columbus può montare gomme fino alla 42 mm di sezione. Guarnitura tripla per arrampicarsi dappertutto. Sei misure, dalla XS alla XXL.
1300 euro
www.cinelli.it