La via Algarviana: Il Portogallo a pedali

La via algarviana

L’Algarve, la regione più meridionale del Portogallo, famosa per le sue splendide spiagge, (una su tutte quella di Marinha) che nei secoli passati è stata un centro di studi di fama mondiale per quanto riguarda la cartografia, è da sempre considerata una regione votata al mare, ed è certamente vero, ma noi di www.viagginbici.com vi proponiamo di scoprire il suo interno, seguendo l’antica via Algarviana.

La via ha origine da un antico sentiero religioso, seguito dai pellegrini che si recavano al Promontório de Sagres, luogo in cui furono rinvenute le reliquie di S. Vincenzo. Da Alcoutim, in prossimità del fiume Guadiana, quasi al confine con la Spagna, fino a Cabo de São Vicente, il percorso si snoda su quasi 300 km suddivisi in 14 tratti, al cui inizio e alla cui fine si trovano strutture ricettive e di ristorazione.

Il tutto è pensato affinché ciascuno possa percorrere l’itinerario al proprio ritmo, o scegliere i tratti che reputa più interessanti.

Gli 11 comuni dell’Algarve

Il  cammino, partendo da Alcoutim, attraversa undici comuni dell’Algarve, rivelando tutta la bellezza dell’entroterra di questa regione, occupata nei secoli remoti dai mori che hanno lasciato importanti testimonianze nei costumi e nell’architettura.

Lasciato Alcoutin si attraversa la Serra do Caldeirão zona di produzione del sughero e ricca di borghi tipici. Oltrepassato São Bartolomeu de Messines, il sentiero segue il corso della Ribeira do Arade, un tratto di  incredibile bellezza. Arrivati a Silves è obbligatoria una visita alla città capitale del regno musulmano e al suo castello.

Il castello di Silves

Il Castello di Silves è una delle più notevoli opere di architettura militare che gli arabi hanno lasciato a testimonianza del loro dominio. Questa fortificazione è situata sul punto più alto della collina su cui poggia la città. Il maniero è circondato da un imponente muro di terra battuta , ricoperto di arenaria rossa – il Silves gres, e occupa una superficie totale di circa 12 mila metri quadrati. Una volta usciti dalla cittadina ci si dirige verso la Serra de Monchique, zona in di produzione del 70% delle arance portoghesi,  i cui meravigliosi panorami possono essere ammirati da Picola o da Fóia, i punti più alti dell’Algarve e da dove è possibile vedere entrambe le coste del paese.

Dopo avere attraversato zone quasi selvagge, si comincia ad avvertire l’odore del mare e la Via Algarviana giunge alla fine nel Parque Natural do Sudoeste Alentejano e Costa Vicentina. Qui le spiagge si alternano con ripide falesie, cui l’erosione, nel corso del tempo, ha regalato le forme e i colori più diversi.

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Il Sacrum Promontorium

La via si arrampica fino al lembo estremo del Portogallo e dell’Europa, il Cabo de São Vicente,

 

il Sacrum Promontorium dei romani, dove si credeva si radunassero gli dèi. Qui l’Oceano arriva furioso, sospinto da venti impetuosi, che al cospetto della costa si calmano e che permettono alle onde di distendersi e ai turisti di fare il bagno, anche se in acque alquanto fresche.

I profumi del Portogallo

Lungo tutto il percorso ci si riempie gli occhi delle bellezze e si riesce a cogliere i profumi della vegetazione, tra cui spiccano il rosmarino, la lavanda, e il finocchio, e persino qualche orchidea. La via spesso costeggia  fiumi e ruscelli che garantiscono frescura anche nei giorni più caldi e sono l’habitat di lontre e altre specie animali.


Nella zona  è facile imbattersi  nei mulini a vento e nelle case tradizionali imbiancate a calce sulle quali si distinguono camini dai delicati arzigogoli, segno di quella cultura millenaria che durante la dominazione musulmana aveva reso l’Algarve, (dall’arabo “al-Gharb”, terra occidentale al di là) una delle provincie più sviluppate.

Dopo il tour lungo la via, è possibile scegliere una delle numerose località balneari della zona e godersi qualche giorno di meritato riposo e relax, per meglio imprimersi nella memoria i sapori e i profumi di questa terra e del mare trasportati dal vento, per molti secoli considerata la fine del mondo.

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giordano roverato: Appassionato di bicicletta, vita all'aria aperta e comunicazione digitale