Cosa troverai in questo articolo:
Molise in mountain bike
Chilometri totali 100 circa
Tempo in movimento 5 ore
Dislivello complessivo 2.100 metri
Attrezzatura Mtb front Orbea 26’’
TRACCIA GPX
Scoprire il fascino di luoghi poco conosciuti ed apprezzarne la facilità di viverli anche a pedali. Così inizia un breve tour di circa 100 chilometri in Alto Molise, terra di riserve patrimonio Unesco per la biodiversità ed eccellenze sorprendenti. Le terre montane del Molise sono facilmente raggiungibili da Roma, Napoli e dalla costa adriatica, al contrario di ciò che si può pensare in questi luoghi è presente un costante turismo di prossimità ed una discreta presenza di strutture ricettive di buon livello generale.
I Tratturi
Il percorso attraversa i tratturi, antiche vie della transumanza che collegavano l’Abruzzo alla Puglia, il Sentiero Italia del CAI ma anche due ferrovie, la Sangritana e la Sulmona-Isernia. La prima attualmente non è attiva mentre la seconda, momentaneamente sospesa al traffico ordinario, è un notevole esperimento del nascente turismo ferroviario italiano; è nota come la “Transiberiana d’Italia” e grazie a Fondazione FS (www.fondazionefs.it) e “Le Rotaie Molise” (www.lerotaie.com) è spesso possibile portare a bordo anche le biciclette durante i viaggi in treno storico mentre in inverno è consigliabile un paio di sci per raggiungere le piste abruzzesi di Roccaraso e Campo di Giove.
La ferrovia
Chiauci, Pescolanciano, Carovilli, Vastogirardi, San Pietro Avellana, alcuni dei Comuni di questo breve viaggio sono anche stazioni della ferrovia ultracentenaria nonché stazioni di posta dei tratturi sui quali migliaia di capi transumavano da e per l’Appennino. I parcheggi delle stazioni, ad esempio, sono un ottimo punto di ritrovo per cominciare il proprio giro parcheggiando la vettura. Si possono seguire strade decisamente poco trafficate oppure, se in mountain bike, puntare su strade bianche o sentieri e percorsi meno battuti.
Dalla stazione di Pescolanciano è una ascesa costante attraverso i fitti boschi della Riserva Ambientale di Collemeluccio ed ecco, qualche chilometro dopo, l’anfiteatro sannitico ed il paese di Pietrabbondante incastonato tra le rocce.
Si sale ancora, un’antica rocca svetta in lontananza e si scollina velocemente verso bivio Staffoli, una piana verde dove corrono liberi cavalli e che ad agosto ospita la “corsalonga”, un evento equestre degno del miglior West americano.
Si torna a salire verso Vastogirardi e San Pietro Avellana in un panorama dominato dal verde dei boschi, qui si svolge una nota fiera del tartufo bianco e nero perché questi luoghi ne sono anche grandi produttori. I ristoranti della zona sapranno confermarvelo con le loro portate.
La Riserva MaB
Nel territorio di Vastogirardi sorge la Riserva MaB, Man and Biosphere Unesco, di MontediMezzo (qui il link); un luogo spettacolare dove il Corpo Forestale dello Stato mantiene in perfette condizioni diversi sentieri fruibili buona parte dell’anno, alcuni didattici ed altri percorribili in mountain bike ma soprattutto accessibili anche ai disabili.
I sentieri raccordano tutti alla caserma in cui il personale veterinario si prende cura della notevole fauna selvatica ferita accidentalmente, aiutando così il reinserimento degli animali nel loro contesto ambientale. Quindi, oltre ad essere adatto ad una bella pedalata è piacevole anche per far conoscere ai più piccoli diverse specie rare.
Da San Pietro Avellana si “sconfina” in Abruzzo costeggiando la ferrovia Sangritana; dopo aver attraversato Alfedena ricomincia la salita verso Castel del Giudice, il borgo delle mele. Qui infatti, attraverso un consorzio di oltre 70 privati, si è dato vita ad un processo di recupero dei terreni in abbandono che ha portato alla nascita di un esteso meleto biologico, il marchio Melise (www.biomelise.it) commercia frutta e marmellate bio ed ha rilanciato il borgo che ospita anche un bellissimo albergo diffuso.
Pedalando tra i meleti ci si “arrampica” verso Capracotta, uno dei paesi più alti d’Appennino. E’ una salita piuttosto importante, sulla montagna di fronte si vede Pescopennataro mentre il paese del vento si fa attendere dietro ad ogni rampa.
Capracotta
Capracotta è piuttosto nota per una citazione nel film “il conte Max” con Alberto Sordi e Vittorio De Sica ma è soprattutto celebre per le irruenti nevicate che d’inverno trasformano il panorama ed i prati in piste da sci di fondo. Più su del borgo si trova il giardino della flora appenninica (qui il link), da qui la vista sulle vallate è molto suggestiva e ripaga della fatica spesa per l’ultimo muro caratterizzato da qualche tornante.
Si ridiscende velocemente tra boschi, crinali ed una distesa di imponenti pale eoliche. Qui, volendo, si possono fare diverse divagazioni lungo le strade sterrate oppure attraversare la frazione di Castiglione e raggiungere Carovilli. Come in altri centri altomolisani, a Carovilli è molto forte la produzione di formaggi a pasta filata come il caciocavallo, la scamorza e la stracciata, un formaggio fresco e molto gustoso.
Seguendo verso Miranda, dopo la chiesa campestre di San Domenico, si può imboccare parte di tratturo adatto esclusivamente alle mountain bike; in pochi minuti si raggiunge il paese di Pescolanciano dominato dal castello dei D’Alessandro e, dopo aver oltrepassato il bosco attrezzato di Sant’Onofrio ed il suo “Parco Avventura”, si può risalire verso il piccolo paese di Chiauci.
L’anello, o meglio dire gli anelli che compongono il percorso, permettono di partire da vari punti. Attualmente i tratti sterrati o su sentiero non hanno segnaletica e costante manutenzione ma è evidente che questi centri potrebbero diventare, grazie alla cooperazione con associazioni ed appassionati, un ottimo punto di riferimento visti i costi contenuti e l’ottima qualità generale dei servizi. Se si tiene conto della vicinanza a grandi città è ancora più evidente il potenziale di un territorio ottimale per l’outdoor in genere.
Il patrimonio ambientale e la sua salvaguardia sono ancora, per alcuni, un limite alle potenzialità. Al contrario oggi le Riserve Unesco ed i fitti boschi sembrano dare nuove opportunità per altre economie meno massificate e più adatte alle piccole realtà locali.
Il breve giro descritto è facilmente percorribile in poche ore, ma non sottovalutate la possibilità di allungare il soggiorno in questi luoghi per scoprire nuovi percorsi e nuovi panorami. Molte strutture ricettive sono gestite da persone giovani e attente alle esigenze di chi svolge attività come l’escursionismo o il turismo equestre. Il cicloturismo e la pratica del ciclismo e della mountain bike in genere potrebbero essere una delle gradevoli specificità di questi luoghi per il loro futuro imminente.
Le aree protette accessibili a tutti sono già una palestra per la pratica sportiva e le tante strutture sul territorio rappresentano il tessuto ideale per una distribuzione diffusa di nuove presenze in cui la cultura locale e le tipicità gastronomiche non sfigurano di certo.
Il giro è semplice, perfetto per chi ha qualche chilometro sulle gambe, ma non è un professionista alla ricerca di grandi sfide. Non servono grandi doti di orientamento, è sufficiente una cartina sapendo da subito che la copertura telefonica è spesso scarsa o insufficiente.
Quando andare?
Vista l’altitudine, le stagioni primaverili ed estive garantiscono temperature mai troppo alte, d’autunno però i colori del fogliame diventano davvero unici e, nonostante le giornate più brevi e l’aria frizzante, vale la pena fare un’uscita in questi luoghi. D’inverno, nelle giornate di sole, si può benissimo uscire per una piacevole sgambata.
Cosa vedere assolutamente
A Pietrabbondante il Teatro Sannitico. Il treno storico ha sempre il suo fascino, cercate le date ufficiali e scegliete il punto di osservazione migliore per una foto ricordo. Il giardino della flora appenninica di Capracotta si trova decisamente in alto ma è curatissimo, se scegliete di soggiornare più giorni vale la pena concedersi una passeggiata. La Riserva MaB di MontediMezzo è ad ingresso gratuito e quindi, anche solo per raggiungere l’enorme faggio centenario, bisogna andarci. L’enorme ranch del bivio Staffoli (link) è suggestivo e durante l’estate è sempre molto frequentato, anche un migliaio di persone al giorno.
Dove mangiare
Non mancano i bar per un panino veloce, se invece siete alla ricerca di una sosta più “corposa” potete scegliere tra diverse strutture. Tra queste a Pietrabbondante, in località Sant’Andrea, “La Taverna dei Sanniti” (link), “L’Elfo” (link) a Capracotta oppure “La Volpe” a Chiauci, pizzeria e ristorante con piatti della tradizione. Sempre meglio prenotare.
Dove dormire
Le sistemazioni di qualità ci sono; per chi cerca l’esclusività l’albergo diffuso con centro benessere “Borgo Tufi” (link) di Castel del Giudice è un’ottima scelta così come lo è la Dimora Rurale “Masseria Monte Pizzi” (link) a Carovilli, entrambe hanno anche il ristorante con prodotti provenienti dalla filiera locale; oltre al servizio eccellente il punto forte della Masseria è senza dubbio la vista panoramica ed il continuo storytelling del territorio attraverso i Social network.
Da bere
Visto che in Alto Molise non vi sono cantine vinicole rinomate il suggerimento cade sulla birra. A Pescolanciano si trova il Birrificio La Fucina, una realtà in ascesa che quest’anno ha trovato posto anche sulla guida “Birre d’Italia” di Slowfood. Un bel riconoscimento per questo piccolo paese del Molise!
Da gustare
La cucina locale piuttosto ricca ha tra i punti forti i formaggi, lungo il percorso troverete numerosi caseifici. In autunno, ma anche ovviamente in inverno, scaldatevi con un piatto di polenta oppure con cavati al sugo di agnello dopo una giornata sui pedali!
Gianluca di Lonardo