TRAVERSATA DEI MONTI SIMBRUINI IN MTB

La magia degli orizzonti Simbruini

Un’escursione per mountain bike di quelle impegnative ed appaganti,

da fare in autunno quando i colori dei Monti Simbruini danno il meglio di sé. Questa catena montuosa che separa Lazio e Abruzzo, infatti, offre un foliage incredibile tra novembre e dicembre. Il suo reticolo di Itinerario MTB da un versante all’altro dei Monti Simbruini,traLazio ed Abruzzo; sentieri escursionistici segnalati, vecchie strade carraie zona perfetta per la MTB tracce gpx. a ogni livello. Fondi sterrati o sassosi, single track e mulattiere, tratti boscosi o esposti, vallate nascoste e salite impegnative.

lunghezza: 45 km
dislivello: 1030m +
fondo stradale: sterrato 50%, sassoso 15%, asfalto 35%

Il percorso

Il punto di partenza più semplice da raggiungere è Tagliacozzo,

graziosa località sciistica a due passi da Roma. Possiamo arrivarci in macchina con l’A24 oppure usufruendo del trasporto bici sui treni regionali della linea Roma-Avezzano. Per chi viene dalla Capitale, l’aria è decisamente più frizzante: più ossigeno, meno gradi Celsius.

La lunga salita che ci porterà al minuscolo borgo di Marsia è tutta in asfalto.

Questo tratto di strada, ottimo anche per gli allenamenti in bici da corsa, ci serve solamente a guadagnare quota, ma anche qui non mancano i bei panorami, col Velino e la Serra di Celano costantemente innevati sullo sfondo.

Giunti a Marsia, ci prepariamo alla vera e propria escursione MTB: i 15 km di salita

erano soltanto di riscaldamento. Da qui si aprono strade sassose tra i pascoli, e superato l’ultimo avamposto umano, un baretto in legno, ci ritroviamo a tu per tu con la Natura.

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Dei saliscendi ci riservano dapprima amene vallate con cavalli e bovini al pascolo, poi ci portano per boschi ricoperti di foglie e discese tecniche tra i faggi. Il giallo del foliage domina ogni cosa. In questo modo arriviamo quasi a 1500 metri di quota, e siamo sempre a due passi dalla Capitale. Ma il silenzio qui regna sovrano.

Su e giù per mulattiere e single track, la fatica si fa sentire anche in soli 45 km.

Proseguiamo seguendo il crinale che divide le due regioni, in direzione di Carsoli. Arrivati nei pressi del Fosso Fioio, un casolare ci ricorda che qualcuno batte questi luoghi, a parte le mucche.

I sentieri potrebbero continuare ancora in direzione di Camposecco,

luogo celebre per essere stato il set di Lo chiamavano Trinità e altri spaghetti western italiani.

Ma per noi è tempo di rientrare e perdere quota, e ci attende la lunghissima discesa – a tratti tecnica, vista la quantità di sassi e pietre – che ci riporta sul versante laziale. E all’improvviso si apre la valle di Carsoli e Pereto.

Il rientro dipende dal mezzo usato per raggiungere Tagliacozzo. La traccia descritta è stata percorsa usando il treno, così da poter tornare da una stazione differente, quella di Carsoli. Se invece siamo arrivati qui in macchina sarà utile considerare un ritorno a ritroso per lo stesso percorso senza scavallare nel versante laziale.

Claudio Mancini: Cicloturista per vocazione, ciclista urbano per necessità, sono felice del fatto che dove finiscano le mie zampe inizi sempre un paio di pedali. In sella a bici scassate ho attraversato l'Europa e valicato passi montani, e finora sono sempre tornato a casa. Mi piace scoprire in modo grottesco e poetico i posti che attraverso, dall'alto dei 20 km orari. Adoro il cibo locale e l'aggettivo "casareccio", le strade provinciali e i passaggi a livello. Scrivo diari di viaggio per ricordarmi per quali luoghi sono passato (www.abbondantiedozzinali.it).