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Home MTB - Mountain Bike

Etruria Roma Nord, Alto Lazio in bici

Claudio Mancini by Claudio Mancini
20 Aprile 2022
in MTB - Mountain Bike
0
la Via degli Inferi di Cerveteri

la Via degli Inferi di Cerveteri

Cosa troverai in questo articolo:

  • I sentieri dell’Alto Lazio
    • La salita da Cerveteri a Manziana
    • Il monumento naturale Caldara di Manziana
    • La macchia di Manziana e i dintorni del lago
    • La discesa verso Castel Giuliano, lo snake e le cascate
    • Le ultime due salite e la via degli Inferi

I sentieri dell’Alto Lazio

La regione dell’Etruria, a nord di Roma, ha il grande pregio di essere poco urbanizzata. Vaste aree rurali, o del tutto selvagge, lasciate in balia del ruminare placido dei bovini. Ettari di colline e guadi immersi nel verde, silenziosi testimoni dei resti della civiltà etrusca.

Muschio, fango, tufo e argilla. E strade carrabili desolate, in continuo saliscendi: in una parola, il paradiso dei mountain biker romani. Ecco quindi un altro giro ricco di storia, natura e suggestioni raggiungibile in meno di un’ora dalla Capitale.

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lunghezza: 54 km
dislivello: 743m +
partenza / arrivo: Necropoli etrusca della Banditaccia, Cerveteri (RM)
stazioni ferroviarie nelle vicinanze: Cerveteri, Ladispoli

La salita da Cerveteri a Manziana

Partiamo dall’ingresso dell’affascinante Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, uno dei siti archeologici etruschi più importanti al mondo. Da qui, dopo un breve tratto di asfalto su strade secondarie e poco trafficate, ci immettiamo in una carraia sassosa, via Fosso del Norcino. La strada si fa impervia e in salita, la vegetazione si estende ai lati. Questo primo tratto mette alla prova i polpacci e ci fa scaldare in vista del tratto successivo, quando all’altezza della tenuta Santa Barbara  il paesaggio si apre un po’, permettendoci di rifiatare. Qua e là, ruderi e fontanili offrono acqua agli assetati poco previdenti.

Il monumento naturale Caldara di Manziana

Dopo Santa Barbara, entriamo di nuovo nella macchia, ma con colori diversi. Il bosco di lecci, d’un rosso vivo e persistente, fa risaltare ancor più il bianco sulfureo delle betulle. Ora costeggiamo un torrente che siamo costretti a guadare un paio di volte, a causa dei bordi scoscesi, tra rami spezzati e tronchi franati per l’erosione. Il paesaggio è spettrale e affascinante. Proseguiamo in un falsopiano in single track, con frequenti, piccoli saliscendi.

E poi, tutto a un tratto, si apre una radura acquitrinosa: siamo arrivati al Monumento Naturale Caldara di Manziana, un’area di esalazioni sulfuree mefitiche che cela sotto di sé un piccolo vulcano termale. Qui l’acqua sgorga e ribolle dalle pozze di fango argilloso, e non è raro incontrare cinghiali o volpi morte per i gas tossici. Non state troppo tempo seduti, che i vapori si sentono di più vicino al suolo! Questa zona per gli Etruschi era sacra al dio dell’oltretomba Manth, dal quale deriverebbero anche i toponimi di Mantiana e di Monterano.

La macchia di Manziana e i dintorni del lago

Proseguiamo quindi per strade bianche più ampie fino a ritrovare l’asfalto e il centro abitato del paese di Manziana. Da qui imbocchiamo belle strade secondarie sul ciglio est del Lago di Bracciano, che ci portano a un altro tesoro naturalistico della zona, la Macchia di Manziana. Ettari ed ettari di bosco si richiudono al nostro passaggio, offrendoci svariati chilometri di pedalata nel silenzio ombroso. Ogni tanto, qualche fantino conduce il proprio cavallo tra le pozzanghere e le querce. E l’Etruria si cambia d’abito ancora una volta.

La discesa verso Castel Giuliano, lo snake e le cascate

A questo punto, ampi viali scoperti ci conducono per fattorie fino al minuscolo borgo di Castel Giuliano, il cui profilo è dominato dalla mole imponente del Palazzo Patrizi. Superato il borgo, una ripida discesa ci porta di nuovo a guadare un fiume (niente paura, l’acqua è bassa!) e giungiamo alle meravigliose Cascate di Castel Giuliano. All’improvviso ci troviamo in un vero e proprio locus amoenus virgiliano, dove d’estate è possibile anche fare il bagno.

Ma proseguendo oltre, ecco un breve tratto di strada che farà divertire i biker più esperti. Si tratta di una tagliata etrusca scavata nel tufo, appena un paio di km in discesa nel bosco. Lo snake deve il suo nome alle sue curve tortuose e insidiose, dove non mancano neanche salti e discese tecniche.

Le ultime due salite e la via degli Inferi

Arrivati in fondo, ci restano ancora un paio di ostacoli per la chiusura dell’anello a Cerveteri. Un paio di salite brevi ma molto impegnative, con pendenze oltre il 20%, e un ultimo guado del fiume Vaccina. Finite queste, non ci resta che lasciarci cullare dalle discese, tra roveti e siepi, fino all’ultima tappa di questo inquietante ma affascinante tour “infernale”: la cosiddetta “Via degli Inferi”, l’area di sepoltura della necropoli etrusca di Cerveteri rimasta fuori dal sito archeologico e quindi visitabile in qualsiasi momento. Lo spettacolo è a dir poco impressionante, l’atmosfera irreale. Pedaliamo tra i tumuli di tufo ricoperti dal verde muschioso, nel silenzio più assoluto, nella città sacra dell’Etruria per eccellenza.

la Via degli Inferi di Cerveteri

Gli ultimi metri ci lasciano il tempo di fare i turisti assieme agli sporadici gruppi escursionistici, e di ritornare al punto di partenza all’ingresso della Necropoli della Banditaccia. Con un po’ di fango in più sulla catena, e molti colori in più negli occhi.

Tags: Lazio in biciPercorso GPX
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Claudio Mancini

Claudio Mancini

Cicloturista per vocazione, ciclista urbano per necessità, sono felice del fatto che dove finiscano le mie zampe inizi sempre un paio di pedali. In sella a bici scassate ho attraversato l'Europa e valicato passi montani, e finora sono sempre tornato a casa. Mi piace scoprire in modo grottesco e poetico i posti che attraverso, dall'alto dei 20 km orari. Adoro il cibo locale e l'aggettivo "casareccio", le strade provinciali e i passaggi a livello. Scrivo diari di viaggio per ricordarmi per quali luoghi sono passato (www.abbondantiedozzinali.it).

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