Un’antica leggenda delle Dolomiti vuole che Misurina fosse l’unica, capricciosa figlia del re Sorapiss. La bimba veniva esaudita dal padre in ogni suo desiderio, e quando seppe dell’esistenza di una fata che viveva sul Monte Cristallo che possedeva uno specchio magico in grado che dava il potere di leggere i pensieri a chi vi si riflettesse, lo supplicò di ottenere quell’oggetto. La fata, per scoraggiare i propositi di quella bimba capricciosa, impose una condizione durissima. Il padre avrebbe dovuto accettare di diventare una montagna.
Ma l’egoismo della bimba non si fermò, e l’incantesimo si realizzò, tra i fiumi di lacrime del padre. Solo in quel momento Misurina si rese conto di essere così in alto, proprio in cima a quella montagna che era stata suo padre. E solo allora perse l’equilibrio, precipitando nel vuoto. I due ruscelli di lacrime formarono un lago ai piedi della montagna, che da allora viene chiamato Lago di Misurina che raccoglie i frammenti di quello specchio, donando alle sue acque riflessi multicolore, come i pensieri di chi oggi contempla quel panorama.
Questa è solo una delle tante leggende che popola il ricchissimo folklore di una delle zone più particolari e affascinanti d’Italia, la Valle di Cadore. Terre annidate attorno ai corsi d’acqua che vengono giù dai monti, dotate di identità forte e atmosfere evocative. Terre ideali da percorrere col passo silenzioso del ciclista, specie in questi giorni in cui si parla di chiusura dei passi alpini al traffico motorizzato.
E sulle Dolomiti da pedalare c’è, specie per chi ama i sentieri e la mountain bike. Una fitta rete di sentieri CAI e piste ciclabili ben segnalate rendono infatti queste zone perfette per chi ama bici ed escursionismo, e quelle nella mappa qui sotto sono solo alcune delle possibilità, divise per difficoltà e tipologia.
Facile e sicura è la ciclabile Auronzo-Misurina, segnata in rosso sulla mappa. Questa infrastruttura verrà completata entro la fine dell’estate 2018 in occasione della 3Epic MTB Marathon che si svolgerà il prossimo 2 settembre e ampliata in seguito, creando un anello tra i paesi di Auronzo di Cadore, Misurina e Cortina d’Ampezzo, creando un vero e proprio “bike hub” tra le tre località.
A proposito di bike hub, una fitta rete di infrastrutture turistiche fatta di alberghi, ristoranti, consorzi turistici come quello Auronzo-Misurina hanno reso questa zona davvero bike-friendly, anche grazie al supporto del Treno bus delle Dolomiti. Questo servizio di Trenitalia e Dolomitibus mette a disposizione un trasporto bici sulle carrozze dei treni tanto quanto sui bus che percorrono l’intero anello dolomitico, con informazioni utili riguardo percorsi ciclabili e noleggi.
Sempre sulla mappa, in blu troviamo una salita su strada, una di quelle che rimangono nel cuore e nelle gambe. Si tratta dell’epica scalata delle Tre Cime di Lavaredo, 6 km di tornanti che mozzano il fiato (in tutti i sensi). Nibali li percorse in mezz’ora, noi di viagginbici.com ci abbiamo messo una cinquantina di minuti o poco più, confortati poi dal ristoro del Rifugio Auronzo, che si trova proprio alle pendici dei tre giganti di pietra.
In verde, invece, è segnato un bellissimo sentiero per mountain bike che alterna single-track a sterrati sassosi più larghi, in parte immerso nel bosco, nei pressi del Rifugio Città di Carpi.
In arancione è segnata l’impegnativa discesa di Cason di Lavaredo, che dalle Tre Cime ci fa violentemente perdere quota verso la Val d’Onge. Un tratto molto tecnico e consigliato ai biker esperti, che sarà parte dei tracciati dei prossimi Mondiali MTB che si svolgeranno qui nel 2018.
Il tour provato da viagginbici.com è un anello da 70 km che comprende tutti questi segmenti, quasi uguale a uno dei tre tracciati della 3Epic MTB Marathon di settembre. Lo riportiamo qui sotto con traccia gpx e specifiche.
- lunghezza: 68 km
- dislivello: 1980+
- fondo stradale: misto (sterrato / ghiaia / asfalto / single track / sentiero)
- traccia gpx: scarica
Dall’albergo All’Usignolo di Auronzo ci siamo spostati al noleggio GoActive Rent, che mette a disposizione mountain bike, bici da strada ed E-bike, mettendo così alla portata di tutti anche le salite più ardue.
Sempre a due passi dal centro abitato abbiamo altre infrastrutture turistiche ottime per una vacanza in famiglia. La pista del Fun bob, che coi suoi 3 km è la più lunga del mondo, e il Tre Cime Adventure Park, dove troviamo percorsi sicuri e adatti a tutte le età.
Da qui la ciclabile sale dapprima in maniera impercettibile su fondo ghiaioso, del tutto agevole con una bici da trekking. La sensazione è quella di essere minuscoli, di fronte al contorno aguzzo dei monti, che occupano quasi tutto l’orizzonte. L’occhio fatica ad abituarsi a tanta bellezza e quando c’è riuscito, a stento subito dobbiamo aggiornare il nostro concetto di meraviglia.
È il turno della Foresta di Somadida, che si prende tutta la luce del sole, la filtra e ce la restituisce tra i mille riflessi delle conifere. Insieme a quintali di silenzio. Ogni tanto, sparuti gruppi di escursionisti salutano cordiali, ricordandoci che in montagna il senso di solidarietà è sempre presente.
Poco prima del lago di Misurina, i rilievi si fanno sentire. Per questo motivo solo chi ha un buon allenamento (o una bici elettrica!) potrà passarli senza scendere dalla sella. Il percorso nell’ultimo tratto si fa più panoramico, passando per il secondo anello del lago (il primo costeggia le sue sponde).
Giunti a Misurina, le Dolomiti regalano le loro forme più grandiose. Il Monte Piana da un lato, le Tre Cime dall’altra, le acque diafane del lago di fronte a noi.
A questo punto possiamo decidere di tornare sui nostri passi per la ciclabile. O in alternativa, proseguire per l’incantevole Lago di Antorno, sulla strada che porta al Rifugio Auronzo, che fu usato come set di alcune scene di Lady Hawke insieme al castello abruzzese di Rocca Calascio.
La salita che porta alle Tre Cime di Lavaredo è totalizzante, intensa, quasi mistica. Dai 1.700 metri di Misurina arriviamo oltre i 2.300, superando l’altezza delle nubi e godendo di orizzonti prima inimmaginabili (il Rifugio Auronzo è a malapena un puntino, se lo vediamo dal lago). Un paradiso per gli amanti della bici da strada, ma non mancano i sentieri per i puristi dell’offroad. Da qui infatti possiamo ridiscendere per la già citata pista del Cason de Lavaredo, oppure imboccare il terzo anello del lago.
Giunti al terzo anello del lago, il bosco si riprende tutto. Veniamo sommersi da un silenzio fatto di sentieri che faranno impazzire chiunque ami la MTB.
Un’altra dura salita per il Rifugio Città di Carpi e possiamo scegliere quale discesa tecnica affrontare. Da una parte, la lunghissima sterrata che apre finestre panoramiche sulla Val d’Onge. Dall’altra, la più breve in direzione Somadida, che ci riporta in 5/6 km alla ciclabile Auronzo-Misurina. In ogni caso, atmosfere da Sturm und Drang che ricordano i versi di Thoreau: «Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici. (Walden ovvero Vita nei boschi, 1854)».
Ma le Dolomiti non sono soltanto natura selvaggia. Anzi, una delle remore dell’UNESCO a dichiararle Patrimonio dell’Umanità fu proprio l’eccessiva antropizzazione di questi luoghi e la fitta rete di sentieri che li percorre. La motivazione che ha fatto cadere ogni dubbio è che quest’antropizzazione ha ragioni storiche e culturali.
Questi sentieri furono infatti utilizzati per gli scontri bellici della Prima Guerra Mondiale (il Piave mormora ancora a due passi da qui e l’Ansiei vi si getta dentro), specie sul Monte Piana. Luoghi di importanza storica, così come dai radicati culti sociali e antropologici. In queste zone delle Dolomiti abbiamo infatti una delle primissime forme di democrazia: qui in età Medioevale vennero costituiti i Laudi o Statuti Cadorini, un corpus di leggi che divideva il territorio in regole, istituzione privata che ha il compito di gestire i beni pubblici, tutt’ora in vigore, “Le Regole d’Ampezzo”.
Ma le Dolomiti hanno ancora tanti lati da scoprire. Tra questi, sicuramente da non trascurare è l’aspetto culinario. Una tradizione di piatti montanari deliziosi, fatta di Spätzle (sorta di gnocchetti fatti a mano), Pastin (pietanza bellunese a base di carne, simile a una salsiccia speziata), funghi, formaggi e salumi, che dopo i chilometri divorati in bici sono un ottimo apporto calorico per riprendersi!